Novena all’Amore Misericordioso
a cura di P. Ireneo Martín fam

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

"Vi ho trasmesso
           quanto ho ricevuto
                        dal buon Gesù"

Dal 5 al 14 giugno, dietro suggerimento del promotore della causa di Beatificazione della Venerabile Madre Speranza, le comunità di FAM ed EAM di Collevalenza insieme a molti fedeli e pellegrini hanno fatto nel Santuario una solenne novena all’Amore Misericordioso per pregare secondo questa intenzione.

 

La Novena è iniziata martedì sera, alle 17,30, con l’esposizione del Santissimo. Seguendo un canovaccio ben articolato con la celebrazione dei Vespri, si sono ascoltate riflessioni prese dagli scritti di Madre Speranza alla luce del tema: "Come un Padre Buono e una tenera madre". Si sono alternati durante i nove giorni il rosario eucaristico e momenti di stupore e di contemplazione davanti al Santissimo. Il giorno 12 è stato letto dal Diario il brano dove si racconta come la Madre nel 1942 emise a Roma i voti perpetui. In una intima confessione di fede apriva il suo cuore al Signore affidandolo per sempre alla sua "madrina" Maria Mediatrice: "La notte tra l’11 giugno e il 12 è stata per me molto felice, perché l’ho trascorsa unita al mio Dio….Gesù mio, Amore Misericordioso, ti prometto obbedienza, castità e povertà. Prendi il mio cuore e costringimi a compiere, sempre e in ogni momento, la tua divina volontà, poiché unirsi a te e fare quello che tu vuoi è la cosa più amabile. Amarti sopra ogni cosa è quanto più dolce e degno da desiderarsi….

Vergine Santissima, vera madre di tutti gli uomini, accoglimi sotto la tua materna protezione per amore del tuo divin figlio; da oggi, giorno della mia professione, divieni madrina della mia nuova vita spirituale e della mia fedeltà . Sii per sempre la mia speciale e tenera madre, la mia benevola procuratrice nella vita presente e ricevimi fra le tue braccia nell’ora della morte".

 

Riprendendo il tema della novena: "Come un Padre Buono e una tenera madre" noi Figli e Ancelle dell’Amore Misericordioso siamo particolarmente chiamati a impare la misericordia e a tradurla nella nostra vita. È quanto ci ha consegnato Madre Speranza dopo aver ricevuto dal Buon Gesù il messaggio dell’Amore Misericordioso.

Anche a voi pellegrini e lettori vogliamo trasmettere questo particolare volto del Padre la cui misericordia è eterna. Anche voi potete imparare questa lezione che lo stesso Gesù ci ha lasciato per diventare così mediatori e strumenti di misericordia nelle sue mani. Ma non sono io che vi dico e vi indico questa strada ma la Madre Speranza articolando i giorni della novena con i suoi pensieri.

Provateci anche voi a seguire questo stesso percorso facendo la novena all’ Amore Misericordioso di Madre Speranza. Il Signore vi farà toccare con mano l’immensità del suo Amore e ritrovare quella pace interiore che nessuno vi potrà togliere:

 

Primo giorno: Dio ci ama

"Dio è infinitamente amabile, per quello che è in se stesso e per quello che è in noi. Egli desidera essere amato senza limiti, perché senza limiti ci ha amati. Ci dona la fonte stessa dell’amore che è lo Spirito Santo. Ci dona la virtù della Carità che è l’amore stesso con cui dobbiamo amare. La conoscenza di Dio favorisce l’unione intima e affettuosa della nostra anima con Lui.

Egli è la perfezione infinita e noi l’estrema povertà. Nonostante ciò vi è tra noi e Lui una vera connaturalità e proporzione: in Lui troviamo tutto quello che in noi manca. Egli si è abbassato fino a noi per darci il suo amore e colmarci di benefici; noi andiamo a Lui come all’unico Signore che possa sanare i nostri debiti e soccorrere la nostra irrimediabile debolezza, assetata di felicità e di amore".

 

Secondo giorno: Dio è nostro Padre

"Credo che per elevare il nostro cuore a Dio non siano necessari tanti argomenti: ci può bastare la convinzione che Dio è Nostro Padre. Fra tutti i sentimenti, quello che può rimanere più a lungo nel cuore e nella mente, fino al punto di diventare un’idea fissa, è il poter chiamare Padre Dio stesso! Gesù è per tutti un Padre Buono che ci ama con un amore infinito, che non fà distinzioni. Anche l’uomo più perverso, il più miserabile e abbandonato è amato da Gesù con tenerezza immensa. Gesù è per lui un padre e una tenera madre.

Che gli uomini conoscano Dio come un Padre Buono che si adopera con tutti i mezzi e in ogni modo per confortare, aiutare e far felici i suoi figli e che li segue e li cerca con amore instancabile come se non potesse essere felice senza di loro".

 

Terzo giorno: Il comandamento dell’Amore

"Credo che non ci sia un comandamento più dolce di quello della carità, così come sgorga spontaneo dal Cuore del nostro Gesù: "Amatevi gli uni gli altri, questo è il mio comandamento…." Facciamo del bene a tutti, senza distinguere buoni e cattivi, amici e nemici, parenti o estranei. Facciamo tutto il bene possibile senza mai spegnere in noi il desiderio di fare felici gli altri. L’amore si comunica, si dona. Questo, Gesù ha fatto con noi. Impariamo allora a restituirgli l’amore, ricordando che amare Gesù significa: darsi a Lui e sacrificarsi per Lui, amare il prossimo e sacrificarsi per il prossimo. Solo così amerò Gesù: amando i fratelli. Per sapere se veramente amiamo Gesù basta vedere se nel nostro cuore arde effettivamente la carità per gli altri: secondo come sia tale fiamma, così sarà il nostro amore".

 

Quarto giorno: Dio è Amore Misericordioso

"Il Signore ama tutti con la sua stessa intensità; se fà qualche differenza, è solo quella di amare di più coloro che, pur pieni di difetti, si sforzano e lottano per essere come Lui desidera. Quanto più un essere è povero e miserabile, tanto più Gesù sente tenerezza per lui; la sua bontà è straordinaria; è Lui ad ad attendere o bussare alla porta di un’anima colpevole o tiepida".

 

Quinto giorno: Fiducia nella misericordia del Signore

"Se qualcuno ha avuto la disgrazia di offendere il Signore, non esiti neanche un attimo ad andare da Lui, per chiedergli di essere perdonato e di essere accolto come da Padre buono: Dio lo sta aspettando con vera ansia e affetto. Se anche avessimo commesso i più grandi peccati, non abbiamo da temere: il cuore misericordioso del Signore perdona e ama con amore infinito.

Non lasciamoci prendere dalla tristezza davanti al cumulo delle nostre cadute, ma, pieni di fiducia e considerando le nostre miserie, con umiltà e totale confidenza in Dio nostro Buon Padre, ricorriamo a Lui e chiediamogli nuovamente perdono.

Egli, che conosce bene la nostra natura e vede i nostri sforzi e desideri, saprà attendere con calma e pazienza il nostro miglioramento".

 

Sesto giorno: La croce: prova dell’amore

"Due sentimenti dovrebbero restare impressi nel nostro cuore e fissi nella nostra mente, come fossero l’unico oggetto dei nostri pensieri: io posso chiamare Padre Dio, Dio stesso. Basta uno sguardo alla Croce e subito si intende il linguaggio con cui ci parla Gesù: lo comprendiamo tutti immediatamente, perché è il linguaggio dell’amore…La Croce è per noi la forza dell’amore di Dio. È nella Croce che si impara ad amare Gesù; è lì che si apprende la lezione dell’amore. Senza croce non v’è redenzione; se non passiamo per questa scuola di virtù non giungeremo alla perfezione dell’amore. Gesù è amore e l’amore è fuoco che consuma. Il fuoco non è tale se non arde, se non consuma, così l’amore: se non opera, se non soffre, se non si sacrifica non è amore".

 

Settimo giorno: La fede

"La fede è il fondamento indispensabile della carità e di ogni altra opera buona. Se non si riconosce Dio, non si possono conoscere i propri doveri e l’uomo così non è più uomo. Dove manca la fede, si stabiliscono la superstizione e la immoralità; se invece la fede risplenderà nella nostra anima, nel centro del nostro cuore, da lì essa guiderà i nostri passi sulla via della pace e della felicità.

La fede si affievolisce anche quando si abbandona la preghiera e ci si allontana dai sacramenti. La fede che non è accompagnata da buone opere è una fede morta, incapace di produrre la salvezza.

Cerchiamo di ravvivare in noi la fede, che è il principio fecondo della santificazione e senza la quale è impossibile piacere a Gesù.

Cerchiamo di accrescerla non solo con la preghiera ma anche con la considerazione delle cause per le quali essa si affievolisce e muore. Fede, Speranza, Carità sono tre virtù teologali che rinnovano tutto il nostro essere e lo trasfigurano in Gesù.

 

Ottavo giorno: L’umiltà

"Cerchiamo l’umiltà sincera, che è fondata, da una parte, sulla grandezza e santità del Buon Gesù, dall’altra, sulla nostra povertà e miseria. Questa attitudine libera la nostra anima dall’egoismo, dalla superbia e dalla presunzione.

Giacché soltanto nel vuoto di sé si può effettuare l’unione col nostro Dio, quanto più ci spogliamo di noi stessi, tanto meglio l’anima si dispone a lasciarsi conquistare e possedere da Dio. L’orgoglio è una depravazione profonda; l’uomo lasciato a se stesso, dall’eccesso del suo amor proprio, arriva a considerarsi quasi come un Dio, dimenticandosi che Dio è il primo principio e il suo ultimo fine. L’umile non si scoraggia nelle proprie debolezze ma ricorre al Signore con confidenza per chiedergli perdono e aiuto. E Lui non lo delude nella sua speranza.

Assai poco può essere utile alla causa del Vangelo, che è la causa di Gesù, chi non sia disposto a lasciarsi umiliare come il chicco di grano che per dar vita a molti altri chicchi si nasconde nella terra, marcisce e muore".

 

Nono giorno: La santità

"Il nostro Dio è Colui che ha la parte principale nella nostra santificazione. Egli stesso viene ad abitare nella nostra anima per donarsi a noi e santificarsi. Saremo sempre deboli e incostanti se non ci appoggiamo al Nostro Dio, dal momento che il segreto della nostra forza per camminare nella santità non risiede in noi ma in Lui. Noi corrisponderemo alla sua bontà accogliendo con gratitudine questa vita, coltivandola e disponendoci a quella santità che Egli ci chiede. Desiderare la santità è il primo passo verso la santità, è il primo slancio verso il nostro Dio.

La conoscenza di Dio attira Dio verso di noi e fà che ci doniamo a Lui con l’amore; la conoscenza di noi stessi, mostrandoci la necessità che abbiamo di Dio, ci fà sentire il desiderio di riceverlo, affinché Egli colmi il vuoto che sperimentiamo.

Il desiderio della santità è fondato sulla conoscenza delle cose soprannaturali; nasce e si sviluppa con la meditazione e la preghiera, con la conoscenza di Dio e di noi stessi".

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ultimo aggiornamento 17 luglio, 2012