Gesù mio, Tu che sei Fonte di vita …

La fede, ricevuta in dono e accolta con perseveranza ogni giorno, genera una vita nuova, comportamenti e atteggiamenti nuovi che scaturiscono dall’esperienza dello Spirito, il Quale ci sollecita ad avere in noi gli stessi sentimenti di Gesù nella sua quotidianità: fiducia piena nel Padre e offerta gratuita di Sé.

Ma assecondare lo Spirito, che vuole farci diventare dono " sorgente d’acqua che zampilla" (Gv 4, 14) per ogni fratello, richiede ancora una volta tutta la nostra collaborazione.

Fondamentale è la conversione al principio di uguaglianza: diventare consapevoli e riconoscere che siamo tutti uguali nella dignità, perché figli di un unico Padre.

Nonostante possa sembrarci strano, discutibile o sconveniente e di cattivo gusto, ogni persona è costata il sacrificio di Cristo e ogni essere umano è un fratello per il quale Cristo è morto.

Non sarà sempre facile e immediato per noi entrare in questa ottica, anche se Madre Speranza afferma con forza che "perfino l’essere umano più emarginabile, perché il più malvagio o spregevole, è amato da Dio con l’amorevolezza immensa di un padre e di una tenera madre.(El pan 2, 67).

Ma anche quando saremo diventati capaci di stringere in un abbraccio ideale l’umanità intera, l’unico indicatore che stiamo davvero percorrendo il cammino dell’amore sarà il nostro grado di impegno nel costruire unità e comunione con coloro che abbiamo più vicini, poiché con questi incontreremo le difficoltà maggiori nell’esercizio del voler amare.

Accettare che persistano divisioni e contese per non voler rinunciare alle proprie opinioni, tollerare che i contrasti si prolunghino nel tempo senza cercare la riconciliazione per non voler perdere qualcosa di sé, manifesterà l’assoluta mancanza in noi della vita dello Spirito. "… siete ancora carnali, dal momento che vi sono tra voi invidia e discordia, non siete forse carnali e non vi comportate in maniera umana?" (1 Cor 3, 3).

Non è quindi cosa da sottovalutare il consentire che si protraggano i disaccordi lasciando che si inaridisca il cuore, piuttosto che cedere e supplicare lo Spirito di trasformare in acqua viva ogni nostra resa. Non dimenticando che costruire unione e fraternità è proprio l’esatto contrario di diavolo, che significa "colui che divide".

Maria Antonietta Sansone

Dammi da bere l’acqua viva che sgorga da Te

Nel maggio del 1964 fui attaccata da una grave forma di colite ulcerosa che in poco tempo mi condusse in ospedale. Fui ricoverata in uno dei più quotati ospedali d’Italia e precisamente al Sant’Orsola di Bologna; entrai il 26 giugno e vi rimasi fino al 4 ottobre. Ma nonostante questo periodo di cure, non riscontrai nessun miglioramento.

Nel novembre mio marito venne a Collevalenza e, dopo un colloquio con Madre Speranza, mi portò l’acqua del Santuario. Dopo averla bevuta per alcuni giorni cominciai a notare dei miglioramenti e oggi, a distanza di alcuni mesi, la mia salute è ristabilita.

 

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ultimo aggiornamento 15 gennaio, 2013