pastorale familiare

Marina Berardi

 

Matrimonio

e vita religiosa:

due vocazioni, due diaconie,un solo Spirito

 

È il tema sul quale abbiamo riflettuto insieme alle numerose coppie che partecipano agli incontri "formato famiglia" che si tengono al Roccolo Speranza, una domenica al mese. È stata anche l’occasione per stringerci attorno al Santo Padre, Benedetto XVI, con sentimenti di affetto e di stima: la sua rinuncia ci insegna a vivere la vita con determinazione e rettitudine, con umile risposta, come servizio, come dono ricevuto dal l’Alto.

Mentre mi accingo a scrivere questo articolo, lo Spirito del Signore ha appena affidato la sua Chiesa alle cure di un nuovo Pastore, Papa Francesco, che - come lui stesso ha detto - "è venuto dalla fine del mondo" e sta annunciando con il tratto e la parola la misericordia, la bontà, la tenerezza che toccano il cuore. Ringraziamo il Signore per questo Padre "guidato dallo Spirito" che ci sta conducendo sulle strade dell’Amore crocifisso, pronto a farsi dono, che ci invita a non scoraggiarci e a non farci rubare la speranza, che dà testimonianza di un premuroso affetto verso i poveri, gli emarginati, i bisognosi, verso ogni "altro" che la vita ci mette accanto e ci affida.

Se ci domandassimo: cosa spinge una coppia a sposarsi o una persona a mettere a servizio di tanti la propria vita? Cosa desidera un genitore per propri figli o un sacerdote, una consacrata per le persone che le sono affidate? Credo che la risposta potrebbe essere riassunta in una parola: l’Amore!

L’amore, quello vero, tanto diverso da quel sentimento spontaneo che ci svende a buon mercato fra i saldi di relazioni poco impegnate, superficiali, istintive, utilitaristiche. L’amore costa perché è prezioso e si apprende vedendo amare e facendo esperienza di essere amati. L’amore sa che il travaglio per dar vita alla relazione non è indolore. Mi chiedo se oggi, tanta fragilità giovanile e di molti (troppi!) bambini non nasca dall’estrema fragilità affettiva che si vive in famiglia e dalla mancanza di credibilità, di autorevolezza, di testimonianza di noi adulti.

Lo Spirito fecondi queste semplici riflessioni e queste povere parole umane perché illuminino il desiderio di far nuove le nostre case, le nostre relazioni, le nostre scelte, la vita di tante coppie, di tante famiglia, dei consacrati, per lasciarci condurre verso quel "di più" di bene, verso il più perfetto, verso la santità e la pienezza dell’amore che il Signore attende da noi e che solo può farci crescere in umanità.

Ognuna delle nostre vite potremmo definirla come vocazione all’amore, che si realizza pienamente nel matrimonio o nella verginità: "Sia l’uno che l’altra, nella forma loro propria, sono una concretizzazione della verità più profonda dell’uomo, del suo ‘essere a immagine di Dio’" (FC 11), dell’alleanza di Dio con il suo popolo, del fine ultimo della vita.

Vogliamo ribadire "il valore e la fiducia nella persona umana come essere educabile all’amore totale, unico, fedele e fecondo"1, sia in senso fisico che spirituale e sostenere "i nostri figli in un cammino di crescita, orientato a costruire gradualmente un vero e proprio progetto, che corrisponda sempre più alla scoperta del disegno di Dio su di loro" (OPPMF). Lo scorso anno, una famiglia mi scrisse il suo stupore nello scoprire questo grande progetto e la gioia di riconoscere il miracolo che Dio ogni giorno compie in loro2.

Nell’enciclica Redemptor hominis il Beato Giovanni Paolo II insegna che «l’uomo non può vivere senza amore. Egli rimane per se stesso un essere incomprensibile, la sua vita è priva di senso, se non gli viene rivelato l’amore, se non s’incontra con l’amore, se non lo sperimenta e non lo fa proprio, se non vi partecipa vivamente» (RH 10).

Come qualcuno ha detto, l’amore autentico si alimenta e cresce nel dialogo, nella presenza reciproca e nella disponibilità di tempo – così tiranno nel quotidiano! – ma la presenza di tante famiglie agli incontri, come anche il vostro essere qui a leggere queste righe è segno di un desiderio grande, è segno di un amore che vuole crescere… anche grazie all’esperienza di altre famiglie. "La vocazione di ciascuno è dono e ricchezza per tutti ed è testimonianza di Chiesa" (OPPMF).

Viviamo, come sottolineano molti, in una "mentalità individualistica, che mina la scelta del dono di sé a tutti i livelli e quindi mette in crisi l’autenticità di un rapporto di coppia vissuto non per se stessi, ma nella prospettiva di un dono sincero di sé all’altro e, nella forza di questa donazione, nel servizio agli altri…"; mette in crisi anche il "per sempre", la fedeltà (OPPMF).

"…Oggi si va costituendo una dittatura – [eppure ci sentiamo tanto liberi!] – del relativismo che non riconosce nulla come definitivo e che lascia come ultima misura solo il proprio io e le sue voglie" (Card. Ratzinger, 18.4.2005).

Come ci dice il salmo, saremo veramente liberi se sapremo legarci all’Amore, legarci alla Verità: solo il vivere nella Verità ci aiuterà a superare l’ambiguità nei rapporti, i sotterfugi, le cose celate all’altro, i compromessi, le gelosie, le invidie, le pretese… preludio alla "dittatura" e alla "schiavitù" delle proprie passioni.

L’amore, come ci ha insegnato Gesù, quando è autentico disturba il Maligno, interessato a spingere al male, alla divisione, alla mediocrità, alla superficialità, al proprio interesse, nell’intento di far perdere al sale il suo sapore: coppie e famiglie che vivono una vita insipida, tiepida; religiosi che si accomodano in una vita mediocre. L’amore autentico va dunque provato e purificato come oro nel crogiuolo perché appaia in tutto il suo splendore: un’operazione che come direbbe Madre Speranza non è indolore.

È sempre lei che ci insegna e ci invita a vivere il tempo della tentazione e della lotta, il travaglio interiore come tempo di grazia. Noi siamo soliti spaventarci, invece Dio vede ogni evento come un tempo favorevole. Sì, proprio quando le forze umanamente ci appaiono insufficienti, quando viviamo nella carne l’impossibili tà di seguire il cammino sul quale Gesù stesso ci ha avviati (in particolari momenti, le richieste della vita di coppia, della genitorialità, come quella della vita religiosa o della vita comunitaria sembrano diventare davvero impossibili), si apre uno "spiraglio": "tutto è possibile a Dio" (Mt 19,26). Può diventare il tempo di una rinnovata e impegnativa scelta di appartenenza totale a Cristo, al coniuge, ai figli, alla comunità, a ogni fratello e sorella che il Signore ci affida… perché il Signore è con noi proprio nel momento della prova. Potremmo dire che è la "prova della verità" di quanto crediamo al valore della nostra chiamata come gratuito dono che Dio continuamente rinnova.

Per addentrarci un po’ più nel nostro tema, sentiamo quanto scrive M. Anna Maria Cànopi, fondatrice e monaca benedettina: "Matrimonio e consacrazione verginale hanno, pur nella loro differenza, un fondamentale punto in comune: sono scelte di vita complementari che impegnano totalmente, e proprio per questo si devono fondare sulla fede e sulla fedeltà; fede per saper sempre credere, anche nell’ora della prova, al valore della propria vocazione; fedeltà per viverla con una dedizione quotidianamente rinnovata.

Se nel matrimonio la fede in Dio si deve tradurre anche in piena fiducia e apertura reciproca tra gli sposi, nella verginità consacrata sarà invece maggiormente sottolineato l’aspetto della fede pura e della «fedeltà nella notte», perché i vergini sono come sentinelle vigilanti in attesa del ritorno del Signore.

La grandezza e la bellezza di entrambe le vocazioni richiedono piena serietà e responsabilità nell’accoglierle e nel viverle, sempre considerandole un dono e un compito che viene affidato dal Signore stesso come strumento di salvezza per tutti gli altri. Vivere fedelmente e appassionatamente la propria vocazione è dunque anzitutto espressione di obbedienza a Dio e cooperazione al suo disegno salvifico, ma è anche segno di speranza e di gioia per i fratelli ancora alla ricerca del valore e del senso della vita, affinché possano essere aiutati a scoprire il loro posto nella Chiesa e nella società, per giungere tutti insieme alla definitiva unione sponsale con il Signore, nel suo Regno eterno"3.

E se iniziassimo noi? Se fossimo noi queste "famiglie di Speranza"? Se rispondessimo, con la vita di tutti i giorni: "Eccoci, Signore, manda noi…, manda me…"?

(continua)


1 CEI, COMMISSIONE EPISCOPALE PER LA FAMIGLIA E LA VITA, Orientamenti Pastorali sulla preparazione al Matrimonio e alla Famiglia, EDB 2012. Si citerà OPPMF.

2 www.collevalenza.it, Rivista marzo 2012.

3 www.sulmonte.org/2011/05/matrimonio-e-verginita-consacrata

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ultimo aggiornamento 13 aprile, 2013