P A S T O R A L E

g  i  o  v  a  n  i  l  e

p a s t o r a l e  g i o v a n i l e

     Sr. Erika di Gesù, eam

Radici di una FEDE VIVA

Credere nelle Sue mani

 

 

— Lettera a Nino —

 

Tutto per Amore

Caro Nino, caro papà di figli ormai grandi,

mi riecheggia nella mente la tua voce e la conversazione che abbiamo avuto con te e una consorella, tua parente.

Ci parlavi dei tuoi figli, dei sacrifici che volentieri hai fatto e continui a fare per loro.

Condividi i loro progetti e valichi al loro fianco le mete del cammino scelto, spesso lungo e complesso, ma al tempo stesso non vorresti più vederli dipendere così tanto dal tuo sostegno, perché questo tuo aiuto frena la loro realizzazione.

Direi, ancora meglio, la loro vocazione.

Insomma, vorresti avere la gioia di vederli crescere ancora. Vorresti essere testimone del loro passaggio da grandi ad adulti. Da dipendenti a responsabili. Da figli a genitori

Ricordavo le parole di mio padre quando dicevo qualcosa di sciocco: "Poveri i miei soldi, come li ho spesi male!". Parole rubate a quel padre che aveva fatto studiare il figlio in una prestigiosa università di… Parigi e si era sentito dire: "Ma la luna che vediamo qui, è la stessa che si vede a Parigi?".

Papà lo diceva scherzando, senza recriminare nulla.

Nemmeno tu ti sei lamentato. Più volte hai ripetuto: "Sono felice e non mi pesa, né lo faccio pesare… Faccio il mio dovere di padre".

Soltanto se dovessero "approfittare" della tua bontà, allora…

Dov’è la linea di confine, mi chiedo, fra bontà e stoltezza? Fra essere buoni e troppo buoni?

Si può essere troppo buoni con i figli?

Non significa forse permettere loro qualsiasi cosa, e quindi accrescere il loro egoismo?

O il nostro egoismo, perché dire "no" può costare tanto, fino a perdere il figlio amato.

Si può forse obbligare un figlio grande a fare o non fare qualcosa?

Eppure finché sono a casa nostra, devono stare alle nostre regole!

Ma come pretendere che le rispettino? Si può indicare loro la direzione, speriamo quella giusta, nulla più.

Mi fanno compassione i nostri figli!

Figli ricchi di tutto e poveri dell’Unico.

Bravi ragazzi, o poco equilibrati, confusi e spaventati per il futuro che li attende. Sempre più lontano.

Vero, la cultura non è mai appresa una volta per sempre. Tu insegni l’importanza di una formazione a tutto campo, li esorti a guardarsi intorno e misurare le attitudini.

Sarebbe bello che almeno uno di loro continuasse il tuo mestiere, ad esempio.

Un mestiere che ti fa ancora sognare, oltre a darti il pane quotidiano.

Sei solo e non vedi in loro sbocciare lo stesso sogno. Ma… che fare?

Sei un uomo saggio, e per sollevare quel velo di abulia che offusca lo sguardo, mostri loro con la tua mano ferma, da artigiano, la luna che si staglia alta nel cielo.

Eppure, quando il saggio indica la luna, lo sciocco guarda il dito.

Ma, senza quel dito puntato, un figlio saggio, potrà mai vedere la luna?

Quindi non importa se il figlio, per un po’ di tempo almeno, guarda anche il dito.

Recita il testo di una canzone di Francesco De Gregori:

Guarda la luna e guarda il dito

e guarda il saggio e lo scemo

guarda il confine con l’infinito

guarda la ruota e il freno

E guarda il mare che sbatte sul cielo

guarda le stelle e chi più ne ha

guarda la pioggia col cielo sereno

tutto ai tuoi piedi sta

Non è proibito niente

ma tutto non si può

Puoi cavalcare l’onda del mare

ma tutto il mare no

E tutto sta ai tuoi piedi

tutta la vita vicino e lontano

tutto il tempo a portata di mano.

Questa canzone mi suggerisce l’idea di mettere insieme le differenze, e forse anche i contrari, come fa un signore che, appena mi vede, mi corre incontro e dice il contrario di quello che pensa.

È caldo, se fa freddo.

È nuvolo, se è sereno.

Anche tu, caro Nino, stai facendo così: tieni saldi, fra le mani, i capi di un filo.

Sai, però, che il tuo tenere insieme gli estremi, le tensioni, senza che il filo si spezzi, un giorno cesserà e dovrai lasciare la corda nelle loro mani.

Questo non ti spaventa.

Ti spaventa non vederli tendere le mani per afferrare l’estremità della corda.

Forse pensano di attraversare il mare, ma tutto non si può.

Non perché è proibito, magari da Dio!

Anzi, Lui sale sulla nostra barca per aiutarci ad attraversarlo, il mare del male e della morte!

Cavalcare tutto il mare è un delirio di onnipotenza, che ci fa come Dio.

Mentre Dio mette un freno all’umana onnipotenza, si fa uomo obbediente, va incontro alla morte cavalcando un puledro! Re umile ed onnipotente.

Le braccia incredibilmente allargate sull’albero della croce.

Ieri ti dicevo che i giovani cambiano vita e atteggiamento quando accolgono una Parola come si accoglie una spada. Una spada a due tagli, che divide ogni sentimento torbido, ogni pericolosa tentazione.

Divide per poi unire in modo nuovo, unificato.

Perfino il nostro peccato si perde nell’abisso dell’amore di Dio.

Il peccato confina con l’infinito Amore di Dio!

Senza questa spada, la sfida diventa impossibile.

Ci dobbiamo armare tutti per navigare in questo mondo fino al punto in cui il mare sbatte sul cielo.

Diamo questa Spada ai nostri figli!

Tutto il resto: la cultura, la carriera, la tranquillità economica, gli sfizi e i capricci… non regge il confronto!

Non dico che la prenderanno. Come forse non prenderanno in mano la corda dei contrari.

A mani vuote, avvertiranno i morsi della fame. Ben vengano!

Avranno una casa a cui far ritorno. Anche a mani vuote.

Qualcuno li sta aspettando. Sfinito, guarda l’orizzonte con occhi buoni.

Diventa cieco, a forza di guardare lontano, ogni notte.

Tutte le notti.

Soprattutto le notti della nostra perenne sfiducia.

Il figlio, che siamo ciascuno di noi, ha dimenticato il Padre.

Ma il Padre non può dimenticare.

Padre, parola dolce, espressione di una fede ricca di fiducia, scrive Madre Speranza.

Padre, nelle tue mani… l’ultima Parola di Gesù sulla croce.

Parola ricca di tenerezza.

Gesù ripone tutto ai piedi e nelle mani del Padre.

Oggi guardavo gli occhi di mia madre e vi scorgeva la luce della bontà.

Dicevo a mio padre: "Guarda gli occhi della mamma, come sono belli!".

Stasera, alla cena con giovani, quando è arrivata una delle ragazze, aveva gli occhi luminosi!

Stasera ho avuto perfino la gioia di rivedere i "figli lontani" dal cammino di fede dei Giovani Amore Misericordioso.

Non so se torneranno ancora.

Certamente, abbiamo provato, le mie consorelle ed io, a lanciare loro il filo di una fede che non si spezza quando tiene saldamente insieme peccato e perdono, gioia e dolore, conquista e rinuncia… la morte e la vita!

Questo è possibile grazie alla spada di Dio, alla Parola che ci percuote e ci salva.

Ci ferisce e guarisce!

La Parola uscita dalla sua stessa bocca, assetata del nostro misero amore…

Padre, nelle tue mani…

Nelle mani dell’Onnipotente che tutto ha creato; nelle mani della stessa Sapienza che dispone tutte le cose con fortezza e dolcezza; nelle mani dell’Amore e della Misericordia sempre disposta a ricevere la colomba che ritorna nell’arca della salvezza! (Madre Speranza di Gesù).

La traversata non è finita, ma siamo saldi nelle Sue mani tenere e forti!

Alla prossima!

Buona Pasqua, a noi e ai nostri figli!

Salute e pace!

sr. Erika di Gesù

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ultimo aggiornamento 13 aprile, 2013