P A S T O R A L E

g  i  o  v  a  n  i  l  e

p a s t o r a l e  g i o v a n i l e

     Sr. Erika di Gesù, eam

Un cammino di Speranza

Ricordi di Madre

 

 

Vorrei, vorrei

Vorrei guardarti come ti guarda Dio,

Vorrei amarti come Gesù Bambino…

Il Padre ti ha inventata per farti Madre,

il Figlio è nato in te: tu sei sua Madre!

Lo Spirito riempie la vita tua:

dell’infinito Amore Egli è misura.

Vorrei entrare allora nel cuore tuo,

godere la presenza dell’immenso Dio…

recita un canto di Giosy Cento: Dolce Madre, Madre Maria.

Desidero lo stesso per Madre Speranza!

Vorrei guardarla come fa Dio, amarla come Gesù Bambino…

Solo così potrei cantare di Lei con giustizia, senza tradire la bellezza del suo Volto.

Lei, che a volte ha preso il Bambino fra le braccia, lo ha desiderato, atteso, ridendo con Lui, soffrendo con Lui come fa una mamma con il suo bambino.

Lei, che a Gesù diceva con cuore appassionato: "Figlio mio!".

Lei che ha respirato, almeno qualche ora, con il cuore di Cristo nel petto.

Vorrei entrare nel suo cuore… godere la presenza di quel Dio di immensa misericordia che ha plasmato il suo cuore di madre a immagine del suo cuore di Padre.

È solo un pio desiderio?

Ti conoscevo solo per sentito dire…

Ai giovani, quest’anno, abbiamo proposto un sondaggio: chiediamo loro se conoscono Madre Speranza, se sono interessati a conoscerla.

Magari, anche se alcuni ci frequentano da anni, hanno solo una pallida idea di chi sia stata e sia la nostra Fondatrice…

Quanto a me, non ho mai conosciuto la Madre, ma ho la forte impressione che sia Lei a conoscere me e questo è sufficiente.

Lei mi ha sempre guardato con amore e spesso mi abbraccia come ha fatto con il divino Bambino.

I suoi occhi furbissimi scavano i miei, mettono a nudo le mie paure da bambina vecchia! Espressione difficile da tradurre: ricorda un po’ Papa Francesco, che esorta noi suore ad essere madri, non zitelle…

Anche per me, però, c’è il rischio di rimanere alla superficie, di distogliere lo sguardo da quegli occhi furbi e buoni.

Potrei rassegnarmi e credere che basti ciò che mi è stato raccontato, che basti persino – anche se costa fatica – leggere i suoi scritti e ripetere a memoria le sue parole… commemorare la storia come quando ci si ritrova in famiglia e si sfogliano insieme vecchi album di fotografie.

Certo è che tutto questo serve, non possiamo farne a meno!

Nel mio noviziato, a Roma, spesso entravo nella camera dove la Madre era vissuta: prendevo fra le mani gli album delle sue fotografie lì custoditi.

Guardavo la Madre sorridere sorpresa da uno scatto improvviso, puntare il dito scherzosa verso colui che, fra i suoi "figli", azzardava ritratti meno ufficiali, ma tanto veri e belli!

Eppoi mi fermavo a guardare il letto, la finestra, la poltrona… Proprio seduta in quella poltrona la Madre, malata, aveva detto il suo sì a Gesù, così esigente e irresistibile come sempre. Ma a Lei poteva chiedere davvero tutto!

Anche i quadri mi parlavano: soprattutto quello di Gesù nell’orto, che riceve l’amaro calice della Passione da un angelo bellissimo.

Questo mi incoraggiava ad andare avanti. Sentivo allentare il morso amaro della solitudine. Nell’aria non avvertivo il suo profumo, eppure respiravo la sua presenza!

Oggi a Collevalenza, prego sulla sua tomba.

Respiro la sua presenza.

Ma se poi, la vita quotidiana non è impregnata del profumo della sua santità, è solo un sentimento passeggero.

Un’emozione intensa… e vuota.

Ma ora i miei occhi ti hanno veduto (Gb 42,5)

Per conoscere davvero la Madre, occorre poterla vedere!

Dipende da noi, però, incrociare i suoi occhi, approfondire la sua conoscenza!

E se la conosci, forse hai voglia di fare quello che ha fatto Lei!

Sembra impossibile?

Se tu credi, nulla è impossibile.

Nulla è impossibile… a Dio! La Madre ha fatto tutto… per Amore, perché era l’Amore che in lei e attraverso di lei faceva tutto!

E se tu, se noi ci crediamo… faremo come la Madre: lasceremo fare all’Amore.

"Chi crede in me, anche egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste perché io vado al Padre. E qualunque cosa chiederete nel mio nome, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio (Gv 14,12-14).

Sant’Agostino fa notare che Gesù prima dice "farà", ma poi "farò", come a dire: "Non vi sembri ciò impossibile; non potrà infatti essere più grande di me chi crede in me, ma allora sarò io che farò cose più grandi di quanto ho fatto ora. Per mezzo di chi crede in me, farò cose più grandi di quelle che ho fatto da me senza di lui. Tuttavia sono sempre io che opero, senza di lui o per mezzo di lui".

Anche la Madre si sentiva così inutile! Ma non si è mai tirata indietro.

Faceva, faceva Lei a ritmi vertiginosi, perché Gesù faceva, faceva in Lei a ritmi vertiginosi.

Il Signore è grande e non ama chiedere cose piccole!

Ed ecco le Congregazioni, il Roccolo del Santuario…

E guardo commossa le grandi cose che ha fatto Dio per mezzo della sua umile Serva!

Per cominciare a vedere…

Quest’anno, il nostro cammino sarà un cammino in compagnia di Speranza.

Per conoscerla, ascoltarla, parlare con lei, imparare ad usare le sue armi nella battaglia della vita. Quelle note e quelle più segrete… da usare nelle piccole e nelle grandi occasioni!

Sarà quindi un cammino di Speranza, la Speranza che è la Madre, la Speranza che è Gesù!

Perché la Madre era davvero "di Gesù"!

Ti interessa?

Se sì, buon cammino a tutti!

Sr. Erika di Gesù

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ultimo aggiornamento 11 ottobre, 2013