La vita, le opere e la beatificazione di Madre Speranza

P. Gabriele Rossi fam

 

 

MADRE SPERANZA ALHAMA VALERA

 

 

La vita, le opere e la beatificazione

(seguito)

 

Il Processo sul miracolo e il Decreto finale (2001-2013)

Ed eccoci all’esame – per la verità, laborioso – del suddetto miracolo. 22

In principio c’è stata l’inchiesta diocesana, svoltasi a Vigevano due anni dopo il fatto, dal 25 maggio al 16 luglio 2001; e i cui atti sono stati dichiarati validi dal Dicastero delle Cause dei Santi, con decreto del 25 gennaio 2002.

Dopo lo studio previo dei Periti d’ufficio e alcune integrazioni della Postulazione, il caso è stato finalmente discusso in Consulta Medica il 1° aprile 2004, ma all’unanimità (5 su 5) è stato giudicato insufficiente: si sarebbe trattato di una intolleranza alimentare, superata in modo scientificamente spiegabile.

A questo punto la Causa si è fermata, ma non la Postulazione.

Questa infatti, per la fine del 2007, presentava altra documentazione e altri pareri di illustri specialisti in materia, miranti soprattutto a far risaltare il carattere improvviso della guarigione. E durante il 2010, un Perito d’ufficio riprendeva in mano il tutto e svolgeva anche diversi esami sul protagonista ormai dodicenne.

In base a questi elementi integrativi e previo parere favorevole del nuovo Presidente della Consulta Medica, il caso veniva ammesso a una seconda discussione presso il medesimo Organismo, con decreto del 3 marzo 2012.

E nella seduta del 14 giugno 2012, si arrivò alle seguenti definizioni conclusive: «Diagnosi: intolleranza alimentare multipla alle proteine (7/7). Prognosi: riservata "quoad vitam" e "quoad valetudinem" (7/7). 23 Terapia (dietetica): adeguata ma inefficace (5/7); adeguata ed efficace (2/7). Guarigione: molto rapida completa e duratura, non spiegabile "quoad modum" (5/7); progressiva completa e duratura, spiegabile con le conoscenze scientifiche attuali (2/7)».

Superato dunque l’esame scientifico dei Medici, rimaneva ancora la valutazione spirituale dei Consultori Teologi, emersa con voto affermativo e unanime (7/7) nel congresso del 17 novembre 2012; e la decisione ufficiale dei Cardinali e degli altri Vescovi, espressa nel congresso del 18 giugno 2013.

Si approdava così, dopo tante peripezie processuali, al Decreto per la Beatificazione della Venerabile Madre Speranza Alhama Valera, firmato – sotto il Pontificato di Papa Francesco – dal Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, il Cardinale Angelo Amato SDB, il 5 luglio 2013.

Adesso la mente e il cuore già si proiettano alla Beatificazione vera e propria, la quale – a Dio piacendo – avrà luogo a Collevalenza, il 31 maggio 2014.

 

Seconda parte:
ALCUNI ASPETTI PARTICOLARI

Dopo aver presentato le tappe principali dell’esistenza di Madre Speranza Alhama Valera e della sua Causa di beatificazione, bisogna ora riprendere alcuni aspetti specifici: che attraversano i diversi periodi della sua vita, sopra evocati; e che sono fondamentali per una migliore comprensione della sua persona.

 

Gli Scritti normativi e formativi

Nel corso della sua vita, Madre Speranza ha redatto un insieme piuttosto complesso di norme, spiegazioni e riflessioni varie. Questi Scritti, comprese le lettere ufficiali e private, ammontano a circa 2.300 pagine (formato 15 x 21).

Dal punto di vista contenutistico, essi si possono suddividere in: 1) Scritti normativi (le Costituzioni e il Libro delle Usanze per Ancelle e Figli dell’AM); 2) Scritti formativi sul Vangelo (i commenti ad alcune pagine del Vangelo, specie alla passione del Signore); 3) Scritti formativi sul Catechismo (i commenti più o meno estesi sul Credo, i Sacramenti, i Comandamenti e il Padre nostro); 4) Scritti formativi sulle Costituzioni (i commenti più o meno estesi sui diversi aspetti della Vita Religiosa dei due Istituti); 5) Scritti autobiografici (il Diario e altri brani dispersi qua e là); 6) Scritti vari (lettere, biglietti e fogli sciolti…).

Come si può facilmente notare, si tratta di argomenti che fanno riferimento alla grande area della "teologia spirituale"; e che arrivano a toccare molteplici questioni di carattere più propriamente biblico, dogmatico e morale…

I pregi principali di questi Scritti sono sicuramente quelli legati alla "sostanza" delle cose esposte, cioè alla sapienza e praticità degli argomenti trattati. E a questo proposito, bisogna ricordare che la loro Autrice non ha mai compiuto degli studi particolari. Tutto ciò che lei insegna, le proviene (oltre che dalla formazione di base di una qualsiasi Religiosa del suo tempo), dai seguenti fattori: la sua esperienza personale, in qualità di Religiosa prima e di Fondatrice poi; e il contatto privilegiato e prolungato che ha avuto con il Signore, per via mistica straordinaria, a partire dall’età di 30 anni. Il che, ovviamente, non è poco.

Per ciò che riguarda invece la "forma" (almeno in una parte delle pagine sopra quantificate), bisogna evidenziare la mancanza di un vero e proprio ordine sistematico e proporzionale. Ma ciò è perfettamente comprensibile. Questi Scritti infatti sono stati prodotti in un modo graduale e occasionale, cioè secondo le differenti necessità personali o comunitarie del momento; e se in alcuni punti essi sono molto sobri ed essenziali, in altri risultano più abbondanti e dettagliati; non mancano poi, specie nei brani successivi al 1950, anche diverse ripetizioni.

Chiarite queste caratteristiche generali, bisogna notare che le tematiche interne più importanti sono almeno tre: 1) La vita religiosa (il modo con il quale le Ancelle e i Figli dell’AM debbono intendere e realizzare la propria consacrazione a Dio e alla Chiesa); 2) Il cammino spirituale (il modo con il quale i medesimi Religiosi, ma anche qualsiasi altro battezzato impegnato, debbono intendere e affrontare il proprio itinerario ascetico e mistico, per arrivare alla meta finale della santità); 3) La passione del Signore (il modo con il quale lei ha compreso i momenti finali della vita del Signore e li ha sperimentati per via mistica).

Tra le indicazioni operative che ne derivano, anche per lettori esterni alla Famiglia dell’AM, forse la più interessante è proprio quella relativa alla necessità di tornare allo studio e alla pratica di una sana dottrina ascetica e mistica.

 

I fenomeni mistici straordinari

Tutta la vita di Madre Speranza è stata attraversata in lungo e in largo da fenomeni preternaturali e soprannaturali: non è possibile pertanto trattare di lei, se si è digiuni o prevenuti nei confronti di manifestazioni di questo tipo.

Il fenomeno più ricorrente era l’estasi; ma con essa si sono ripetute anche altre situazioni che, per quanto strane possano sembrare, sono previste e spiegate nei manuali di mistica: sofferenze cristologiche (angoscia, sudorazione di sangue, flagellazione, coronazione, crocifissione e agonia), stimmate, incendi d’amore, scambio del cuore, Comunioni da mano invisibile, levitazioni, bilocazioni, profumi, introspezioni, profezie, lingue, guarigioni, moltiplicazioni di alimenti, dialoghi con i Defunti, incontri con gli Angeli e scontri con il Demonio...

Ciò detto, occorre fare almeno un paio di precisazioni.

Da una parte, bisogna ricordare che la santità di una persona non consiste affatto in fenomeni di questo di tipo, altrimenti non avrebbe senso parlare di "una comune chiamata alla santità per tutti i battezzati". La santità consiste invece in una perfetta unione con Dio nella carità, unione espressa e dimostrata per mezzo di una pratica generosa ed esemplare delle diverse virtù cristiane. E le indagini dei Processi di canonizzazione seguono appunto questo criterio fondamentale.

Ma dall’altra, bisogna precisare che questi fenomeni non possono neppure essere ignorati o deprezzati: essi sono e rimangono (come ripeteva la stessa Madre Speranza a chi la accusava di simulare) azioni dirette del Signore nella vita di una persona, manifestazioni che dipendono soltanto dalla Volontà di Lui.

Per dirla con San Paolo, essi altro non sono che dei "carismi straordinari" che vengono concessi a qualcuno per l’utilità di tutti (cf. 1 Cor 12,7). Ecco allora la necessità di valorizzarli con rispetto e saggezza, per ricavarne quei molteplici insegnamenti che il Signore stesso ha voluto impartire, nel momento in cui li realizzava o nel segreto di una cameretta, o davanti a molti testimoni oculari.

Si apre qui una pista di indagine e di riflessione molto suggestiva, che potrebbe interessare tutte quelle persone che ancora sanno stupirsi davanti alle cose del Signore e sanno gioire per ogni manifestazione diretta della sua grazia.

Un discorso a parte meriterebbero poi alcune sue bilocazioni più eclatanti, per mezzo delle quali la Divina Provvidenza le ha permesso di interagire con personaggi di primissimo piano nella vita sia civile che ecclesiale del suo tempo e, quindi, di intervenire in avvenimenti che hanno una chiara rilevanza storica. 24

 

L’itinerario spirituale personale

Forse per qualcuno potrebbe sembrare strano e per altri superfluo, ma qui bisogna ricordare che anche Madre Speranza ha percorso un cammino ascetico e mistico, il quale ha avuto un inizio, delle tappe intermedie e una meta finale.

Santi infatti non si nasce, ma semmai ci si diventa.

Questo cammino faticoso ed esaltante può essere espresso con una immagine di tipo elicoidale, come una sorta di scala a chiocciola, con un movimento di tipo ciclico e ripetitivo e un movimento di tipo ascendente e progressivo.

Il movimento ciclico, simile al susseguirsi del giorno e della notte, è prodotto dall’alternanza periodica di stati d’animo contrapposti, causati a loro volta dalla visione estatica del Signore, o dal suo nascondimento anche prolungato.

l movimento ascendente invece è prodotto dalla gradualità stessa delle prove e delle purificazioni che lei ha dovuto affrontare, per arrivare infine a una unione di tipo mistico-sponsale con il Signore, che è poi durata nel tempo.

Da questo punto di vista, se il periodo spagnolo rappresenta l’inizio del suo singolare rapporto personale con il Signore, il decennio romano costituisce il tempo della purificazione più profonda della sua anima, e il trentennio di Collevalenza il raggiungimento e l’esercizio dell’unione sponsale con Lui.

In altre parole, è possibile riscontrare nella vita di Madre Speranza una sorta di "legge dei trenta anni" (mese più, mese meno). Infatti, intorno ai trenta anni, lei vede per la prima volta il Signore (a Vicalvaro, verso il 1923); intorno ai sessanta anni, sperimenta il cosiddetto "scambio del cuore" con il Signore, vero sposalizio mistico con Lui (nel borgo antico di Collevalenza, nella quaresima del 1952); e con questa unione raggiunta, lei vive gli ultimi trenta anni della sua vita, fino all’ingresso finale nelle Nozze eterne (a Collevalenza, nel 1983).

E questa "legge dei trenta anni" può essere confermata anche dal fatto che il Decreto per la Beatificazione di Madre Speranza è stato firmato, sotto Papa Francesco, proprio nel trentesimo anniversario della morte di lei (1983-2013).


22 All’inizio, il Postulatore è stato ancora l’agostiniano Padre Romualdo Rodrigo OAR; poi, dal dicembre 2010, è subentrato il pavoniano Padre Pietro Riva FMI.

23 Ciò significa che esisteva un reale pericolo di vita per il bambino e una difficoltà a determinare il tempo necessario per un eventuale superamento della malattia.

24 Il tempo saprà rischiarare anche questi aspetti più riservati della sua vita.

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ultimo aggiornamento 15 gennaio, 2014