Gesù mio, lavami con l’acqua del tuo santissimo costato

Conversione è un lungo cammino dietro a Gesù. "Il nostro buon Gesù solleva di peso il mondo intero all’altezza della sua Croce" (El pan 8,471). Scrive Madre Speranza: "All’eccesso degli umani disordini doveva corrispondere l’eccesso della riparazione divina; all’eccesso della nostra miseria doveva opporsi l’eccesso della grandezza e sublimità morale di Gesù, modello dell’uomo trasformato in Dio" (El pan 8,472) e la contemplazione della passione di Gesù fu la principale e probabilmente unica, catechesi che per tutta la vita la plasmò fino alla santità.

"L’uomo si sente meravigliosamente attratto da Gesù, sia con la forza della verità, sia con il potere della giustizia, sia con il fascino della bontà e della bellezza che risplendono in Gesù sacrificato. Sì, l’attrazione verso il divino è l’effetto dell’incanto della Passione" (El pan 8, 474-5).

Il primo esito di una tale contemplazione è di venire illuminati, intuire qualcosa della perfezione divina e così poter cogliere chiaramente la nostra realtà ai Suoi occhi.
Soltanto chi riesce a vedersi nella verità e riconosce la propria realtà di peccatore può cominciare a convertirsi. Diversamente come potrà decidere di allontanarsi dal proprio peccato che non vede?

Illudersi di essere senza peccato è approvare inconsapevolmente la presunzione radicale di una naturale disposizione al bene dell’essere umano che afferma, quale unico dovere, il rispetto assoluto della libertà individuale.
Ma i piccoli e grandi orrori di ogni giorno, dalle nostre ingiustizie private fino alle pubbliche e sempre più frequenti esplosioni di immotivata violenza verso gli inermi, dimostrano concretamente come sia grave e reale il condizionamento del peccato sulla libertà di ciascuno.
Alla luce del Crocifisso troviamo la luce per comprendere la necessità di curare le nostre povere anime dalle piaghe di cui soffrono.

"Lavatevi, purificatevi…imparate a fare il bene" (Is 1,16.17).
Gesù è per noi giustificazione, Acqua che purifica, e Sorgente di santificazione, forza che dall’interno rende capaci di fare bene.

Maria Antonietta Sansone

Annegami nell'abisso della tua misericordia

Dopo un intervento per ernia ombelicale, la plastica non ha retto più e piano, piano, mi sono trovata con una pancia dilatata e una fistola. Consultai vari chirurghi che però non volevano assumersi la responsabilità di un nuovo intervento, in quanto ero affetta da epatite cronica.
Anni dopo, un chirurgo non mi lasciò alternativa: bisognava tentare l’intervento perché rischiavo comunque la vita. Sono venuta a Collevalenza e ho fatto l’immersione nell’Acqua del Santuario chiedendo che tutto fosse andato bene.
Ringraziando Dio, l’intervento si è svolto nel migliore dei modi senza alcuna delle possibili complicazioni legate alla mia epatopatia.

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ultimo aggiornamento 15 gennaio, 2014