ricordando ...  

 

Don Leo Sancricca sdfam:
"Come agnello mansueto"

Nato a San Ginesio (Macerata) il 28 agosto 1924
Morto a Collevalenza il 23/11/2013

 

Nel mese di novembre, quando le foglie intorno al Santuario di Collevalenza cadono, strappate agli alberi dal vento, se n’è andato anche Don Leo.

Una delle sfide degli atleti, in questo tempo superveloce, è quella di superare sempre nuovi record di velocità. E noi pensiamo a questo uomo, Don Leo, che ha vissuto gli ultimi anni della sua vita nel silenzio, nell’immobilità, nell’apparente assenza da questo mondo così frenetico. E rimaniamo stupiti di fronte al mistero di una vita, dove il Signore scrive, con un alfabeto così diverso dal nostro, una storia di amore, di sofferenza, di offerta.

Sua sorella Anna Maria, anche lei consacrata all’Amore Misericordioso, lo voleva aiutare nella sua malattia, si preoccupava di lui… ed è partita prima di lui. Signore, come siamo piccoli di fronte al tuo mistero, e tu come sei buono, e come pazienti la nostra ansia di capire tutto, di dominare e controllare tutto!

Era sacerdote diocesano, della Diocesi di Camerino, e conobbe Madre Speranza, e rimase affascinato da questo carisma di misericordia che traspariva dal suo sguardo, dalle sue parole, da tutte le sue opere. Soprattutto incontrò un cuore di madre che amava i sacerdoti, si preoccupava per loro, aveva fondato una Congregazione per loro, offriva ad essi una casa, una famiglia, dei fratelli e delle sorelle.

Aveva lavorato con generosità e passione sacerdotale in mezzo alla sua gente di Pian di Pieca, apprezzato e benvoluto. Poi la malattia, il ritiro a Collevalenza, nella Casa di Accoglienza che Madre Speranza, insieme ai suoi figli, aveva predisposto per i sacerdoti. E pian piano il silenzio, l’immobilità. Solo gli occhi a tratti erano così vivi… e il respiro che gli gonfiava d’improvviso il petto quando, immobile sulla carrozzella, gli sussurravo all’orecchio una richiesta di preghiera e di offerta… capiva! Sono convinto che capiva.

Ricordati di noi Don Leo, veglia sulla tua famiglia, su chi ti è stato vicino fino alla fine. Ottienici dal buon Gesù, per intercessione di Maria e di Madre Speranza, un po’ del suo cuore, soprattutto l’amore per i sacerdoti, in particolare i più soli, i più deboli, i più bisognosi di una mano fraterna che aiuti, conforti, sollevi.

 

   

 

Suor Tarcisia Iannone eam

Al secolo: Paolina Antonia Maria

Nata a San Polo Matese (CB)
27.2.1949

Deceduta a Collevalenza (PG)
11.12.20113

Suor Tarcisia ha lasciato la casa materna e la famiglia che tanto ha amato, affidando al Signore la Mamma Antonia, rimasta vedova prima della sua nascita.
Nel desiderio di offrire la sua vita al Signore, all’età di 15 anni entra nella Congregazione fondata da Madre Speranza. Nel 1966 ha emesso la professione religiosa e negli anni successivi ha svolto la sua missione nelle comunità di Roma, Francenigo, Germania e Collevalenza, dove ha prestato con dedizione il suo servizio d’infermiera, di Superiora, di economa, di Responsabile delle Piscine.
Si è sempre contraddistinta per un tratto deciso, intuitivo e premuroso con il quale ha speso tutte le sue energie non badando al sacrificio, come fedele figlia di Madre Speranza, alla quale la stringeva un profondo affetto filiale.

Già segnata dalla malattia, ha continuato a seguire con passione la vita della Comunità e del Santuario, manifestando immensa gioia per i numerosi pellegrini e per i Volontari che ricordava con tanto affetto e riconoscenza. Federica, commossa, così l’ha salutata il giorno del funerale: Suor Tarcisia, a nome mio e di tutti i volontari del Santuario vorremmo ringraziare Gesù che ci ha dato la possibilità di conoscerti e di approfondire il tuo carattere forte, deciso e nello stesso tempo buono, generoso e attento. Personalmente mi hai accompagnato e sei stata presente nei momenti difficili. La tua presenza, le tue telefonate puntuali e delicate hanno fatto crescere in tutti noi la stima e l’amicizia. GRAZIE Suor Tarcisia , il tuo ricordo rimarrà custodito nel nostro cuore!

Ancora nel pieno delle forze, Gesù ha condotto Suor Tarcisia al graduale e totale abbandono nelle Sue mani, all’intimità con Lui, anche attraverso la sofferta malattia che l’ha portata all’incontro con la pienezza del l’Amore.

Suor Tarcisia, tu che hai tanto atteso e gioito per l’ormai prossima Beatificazione, ora la vivrai insieme a tante Consorelle e Confratelli che, come te, hanno cercato di rispondere all’invito della nostra carissima Madre: «Santificatevi! che io in Cielo non voglio stare sola...» (El pan 21, 706).

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ultimo aggiornamento 15 gennaio, 2014