8 febbraio - anniversario nascita al cielo di Madre Speranza

 

  OMELIA:  Sua Em.za Cardinale Gualtiero Bassetti
                             A Collevalenza nel 31° anniversario della morte di Madre Speranza

Un grandioso messaggio per l’umanità:

Dio è un padre che cerca noi con amore instancabile

 

Carissimi Fratelli e Sorelle. Cari Pellegrini, a voi tutti il mio cordiale saluto! Ringrazio e saluto in particolar modo i sacerdoti presenti, con uno speciale pensiero di affetto e di riconoscenza per il reverendo padre Aurelio Pérez, da poco confermato superiore generale dei Figli dell’Amore Misericordioso.

La Parola di Dio, che è stata proclamata, ci esorta a recuperare il sapore e la luce della santità. I discepoli di Cristo, per sua stessa affermazione, sono sale e luce del mondo. Il sale e la luce sono due parole cariche di espressività, due simboli in cui si concentra la vera essenza del cristiano, e che trovano profonde radici nella tradizione biblica. Il sale, non solo significa sapore, ma anche intelligenza, vitalità e sapienza. La luce è l’elemento primario perché la realtà prenda consistenza e ci sia la vita. Entrambi i simboli rimandano a Dio, che è essenzialmente luce radiosa e sapienza infinita. Essere sale e luce per il mondo vuol dire pertanto essere autentici testimoni di Dio.

Ma come potrà brillare la nostra luce dinanzi agli uomini? Ce lo spiega il profeta Isaia nella prima lettura: "Spezza il tuo pane con l’affamato, introduci in casa i miseri, senza tetto, vesti chi è nudo... Allora la tua luce sorgerà come l’aurora". La luce sgorga dall’amore: ed è tanto più splendente, quanto più intenso è il nostro amore per i fratelli. Non si ha luce se non si è nell’amore, ce lo ricorda anche l’apostolo Giovanni: "Chi ama suo fratello, dimora nella luce"! La luce dell’amore scaccia le tenebre, l’odio e la paura, genera solidarietà e fraternità. Il sale ridona all’umanità, tormentata nel non senso, il sapore e la gioia della vita! La santità, meta di ogni vero cristiano, consiste dunque nel trovare il vero senso della vita: cioè amare. "Chi ama è generato da Dio e conosce Dio, perché Dio è amore"!

Carissimi,
è con grande gioia e commozione che celebro oggi l’eucarestia nel Santuario di Collevalenza, dedicato all’Amore Misericordioso del Signore, centro eletto di pietà e di spiritualità per la nostra regione e meta di pellegrinaggio da ogni parte d’Italia. Qui tutto parla di amore e di misericordia, di accoglienza e di perdono. E qui tutto parla di Madre Speranza, la fondatrice del Santuario e della famiglia religiosa dell’Amore Misericordioso, che continua nel tempo la missione affidatale dal Signore: "far conoscere Dio non come un giudice severo, ma come un padre buono, che perdona, dimentica e non tiene in conto" le offese ricevute. Un padre che cerca i suoi figli con amore instancabile, "come se non potesse essere felice senza di loro". Questo, nella sostanza, l’umile e, allo stesso tempo, grandioso messaggio che Madre Speranza ha portato all’umanità. In un’epoca storica segnata dall’odio ideologico e dalla violenza, dallo sterminio pianificato di milioni di persone innocenti e dal disprezzo per la dignità umana; in un’epoca, qual è quella attuale, in cui gli uomini si allontanano sempre più dalla pratica religiosa e vivono come se Dio non esistesse, Madre Speranza diventa segno profetico di annuncio e di testimonianza che Dio ci ama, ama tutti, ama e rispetta l’intera umanità, senza eccezioni. La Madre ha consacrato la sua vita a questo scopo, affrontando umiliazioni e sofferenze, fino a consumarsi lentamente nella donazione totale. La venerazione per questa creatura, che si è offerta completamente alla divina volontà, è cresciuta di giorno in giorno, fino a raggiungere anche paesi lontani.

Oggi siamo qui a commemorare per l’ultima volta una defunta, se pur venerabile: dal prossimo anno, l’8 febbraio, festeggeremo una santa. La Chiesa, infatti, per mano di Papa Francesco, ha riconosciuto il miracolo ottenuto per intercessione di Madre Speranza e il 31 maggio sarà proclamata beata! Un giorno di festa e di gaudio tanto atteso, per il quale abbiamo pregato e invocato l’aiuto di Dio, e che è finalmente arrivato!

Si conclude così, nel modo più mirabile, la vicenda umana di una giovane donna che lasciò la sua casa, il 15 ottobre 1914, per "farsi santa, una grande santa". Il Signore, che la chiamava ad una vita di consacrazione e di donazione, facendola passare per la purificazione della croce, è stato fedele ed ha portato a compimento il sogno di una giovane ragazza desiderosa di fare cose grandi. Il buon Dio l’ha condotta per mano, gli ha indicato costantemente i sentieri da percorre, sempre più ardui e faticosi. Ella ha risposto con entusiasmo e generosità alla divina chiamata, ha rinnegato se stessa per conquistare una vita nuova, inondata dalla luce e dall’amore di Dio, che l’ha resa giusta, virtuosa e santa. Il suo ricordo rimarrà in eterno, perché – l’abbiamo appena ascoltato dalle letture – il giusto, cioè il santo, sarà sempre ricordato!

Madre Speranza è stata sale e luce di Dio per il mondo. Ad essa si sono avvicinate miglia di persone in cerca di aiuto e di consiglio. Riflettendo l’amore divino, è stata capace di sollevare tante anime dalla disperazione e di portare conforto a chi si credeva perduto. Essa è passata tra noi non facendo "discorsi persuasivi di umana sapienza", ma testimoniando "Gesù crocifisso", completando nella sua "carne quello che manca ai patimenti di Cristo, a favore del suo corpo, che è la Chiesa", con piaghe invisibili il cui dolore solo Dio ha potuto conoscere.

A questa donna, umile e coraggiosa, venuta dall’assolata terra di Spagna, voglio oggi esprimere, anche a nome dei miei confratelli Vescovi, il grazie e la riconoscenza delle Chiese umbre per il bene fatto in questa nostra amata terra, cuore d’Italia e culla di santità. Madre Speranza ha sempre accolto, anche quando non la comprendeva, la volontà dei legittimi pastori, come fosse la volontà stessa di Dio. Dalla sua fedeltà alla Chiesa e dalla sua perseveranza sono venute dal Cielo benedizioni per la nostra terra, nella quale essa ha voluto trascorrere gli ultimi anni della sua vita ed ha voluto esser sepolta. La sua tomba è custodita con venerazione e tantissime persone ricorrono fiduciose alla sua intercessione presso Dio. Anche io voglio affidare al suo cuore materno il timore e la trepidazione che mi accompagnano in questi giorni che precedono il Concistoro. La Madre ottenga per me e per gli altri confratelli scelti come membri del Collegio Cardinalizio la forza di svolgere questo servizio accanto al Papa con umiltà e cuore libero, per il bene di tutta la Chiesa.

Carissimi, la nostra preghiera si fa oggi inno gioioso di rendimento di grazie al Signore per le opere grandi, compiute attraverso la vita di Madre Speranza, e per il suo amore insuperabile di Padre. Ciò che "ci dà vera libertà, vera salvezza e vera felicità – ricorda Papa Francesco, nella lettera per la Quaresima – è il suo amore di compassione, di tenerezza e di condivisione. Ciò "che ci arricchisce è il suo farsi carne, il suo prendere su di sé le nostre debolezze, i nostri peccati, comunicandoci la misericordia infinita di Dio"! Questa è stata anche la testimonianza luminosa di Madre Speranza, apostola di quell’Amore Misericordioso, che soccorre e rinnova sempre la santa Chiesa! Amen.

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ultimo aggiornamento 13 marzo, 2014