La vita, le opere e la beatificazione di Madre Speranza

P. Gabriele Rossi fam

 

 

MADRE SPERANZA ALHAMA VALERA

 

 

La vita, le opere e la beatificazione (7)

(seguito)

5. La dedizione verso i bisognosi e i sofferenti

Animata dalla spiritualità dell’Amore Misericordioso, Madre Speranza ha perseguito innanzitutto una finalità di natura spiccatamente caritativa nei confronti di varie categorie di persone bisognose, avvalendosi a tale scopo della piena collaborazione della Famiglia Religiosa da lei fondata.

Questo suo interesse apostolico: ha affondato le radici nella sua esperienza personale di bambina povera, accolta ed aiutata da persone generose; si è definito meglio attraverso i primi tentativi assistenziali, realizzati nei due precedenti Istituti di appartenenza; si è alimentato con le indicazioni spirituali ed operative che il Signore stesso le ha offerto nel corso degli anni, in risposta alle diverse emergenze sociali del momento; e ha germogliato e fruttificato soprattutto per mezzo della sua Congregazione femminile.

Le Ancelle dell’Amore Misericordioso infatti sono nate la notte di Natale del 1930, in un contesto di estrema precarietà; e sono chiamate soprattutto ad alleviare le diverse forme di povertà materiale e morale che incontrano sul loro cammino, operando sempre con materna e laboriosa carità. E ciò, concretamente, nel campo dell’assistenza all’infanzia più abbandonata, agli handicappati, ai malati, agli anziani e ai bisognosi in generale...

In sintonia e in appoggio alle proprie Consorelle, e senza nulla togliere al proprio impegno prioritario a favore del Clero, lo stesso ideale caritativo viene poi condiviso anche dai Figli dell’Amore Misericordioso, specie nel settore dell’ assistenza ai giovani meno abbienti o più problematici.

L’opera caritativa di Madre Speranza è destinata certamente a prolungarsi nello spazio e nel tempo, con lo sviluppo della sua Famiglia Religiosa, la quale è tenuta ad agire stabilmente in fedeltà dinamica agli insegnamenti teorici e pratici della Fondatrice e alle esigenze del momento presente.

 

6. La sollecitudine per la causa dei Sacerdoti

Animata dalla spiritualità dell’Amore Misericordioso, Madre Speranza ha perseguito inoltre una finalità di carattere eminentemente sacerdotale, nei confronti in particolare del Clero Diocesano, avvalendosi anche in questo caso della generosa collaborazione di tutta la sua Famiglia Religiosa.

Questo interesse apostolico: ha affondato le radici nei lunghi anni trascorsi da piccola e da giovane nella Canonica di Santomera; si è alimentato con la richiesta proveniente dal Signore stesso di consacrarsi radicalmente per il bene spirituale dei Sacerdoti del mondo intero; e ha germogliato e fruttificato soprattutto con la fondazione della sua Congregazione maschile.

I Figli dell’Amore Misericordioso infatti sono tenuti in modo prioritario a ricercare l’unione con il Clero Diocesano, allo scopo di aiutarlo nelle sue eventuali necessità e di fomentarne l’unità interna e la santità. Si tratta pertanto di una prossimità fraterna al Clero: che si preoccupa tanto degli aspetti materiali, come anche di quelli spirituali; che si esprime con una serie di modalità operative ben definite e diversificate; e che si prefigge in ultima analisi di fomentare lo spirito di famiglia "verso" e "tra" gli stessi Sacerdoti.

Tra le modalità operative previste, c’è anche quella di un coinvolgimento più diretto (tramite la professione dei voti interni e l’impegno alla vita comune), nell’apposito Ramo dei Sacerdoti Diocesani FAM. Si tratta di una incorporazione innovativa al medesimo Istituto Religioso, voluta con forza dalla Madre Fondatrice ed approvata per gradi dalla Santa Sede.

Ma questa missione materiale e spirituale nei confronti dei Sacerdoti non sarebbe possibile senza la delicata e preziosa collaborazione delle Ancelle dell’ Amore Misericordioso, salva restando in ogni caso la prevalenza della loro funzione caritativa a favore dei piccoli, dei poveri e dei sofferenti.

 

c) La Santa

Le tematiche relative alla virtù della carità (7-9)

Pur essendo una Religiosa impegnata con i tre voti e pur essendo una Fondatrice coinvolta in diverse attività apostoliche, anche Madre Speranza ha dovuto misurarsi – come tutti i battezzati – con la virtù regina della carità.

La santità di una persona infatti non consiste nell’assumere un determinato stato di vita o nel realizzare opere ecclesiali più o meno rilevanti, ma nel conseguire la perfezione della carità: cioè, la misura eroica ed esemplare dell’amore verso Dio e verso il prossimo, a prescindere dagli altri aspetti concomitanti.

La carità pertanto è la vera virtù determinante, perché: contiene e anima tutte le altre virtù cristiane, sia teologali che cardinali; ci assimila sostanzialmente alla stessa natura di Dio, che è l’Amore; ci perfeziona moralmente nel corso della nostra vita terrena; e perdura poi per sempre nella vita eterna.

Possiamo dire che la virtù regina della carità ha vivificato e unificato tutta l’esistenza di Madre Speranza, tanto nella sua dimensione verticale (amore verso il Signore), come nella sua dimensione orizzontale (amore verso i fratelli).

La carità cristiana infatti ha permeato profondamente i suoi sentimenti, i suoi comportamenti e i suoi insegnamenti; e ha raggiunto delle vette veramente mirabili, quali ad esempio: l’unione estatica con il Signore; e il perdono più generoso nei confronti di coloro che l’avevano calunniata e contrastata.

 

7. La preghiera e l’amore verso il Signore

L’amore di Madre Speranza per il Signore è stato, a dir poco, profondo e totalizzante: un amore che, con il tempo, si è fatto sempre più concreto e operativo; e che, in linea con il Vangelo, ha acquisito le migliori connotazioni filiali e materne, amicali e sponsali (cf. Mt 12,49-50; 25,6).

Il fondamento di tutto ciò è da ricercare: nell’azione interiore della grazia, da lei assecondata in modo docile e generoso; e nella singolare conoscenza del Signore Gesù, da lei raggiunta per mezzo delle innumerevoli estasi. Il contatto diretto e prolungato con il Signore, infatti, le ha permesso di scoprire meglio: sia le perfezioni di Colui che è infinitamente amabile; sia le brutture di una condizione umana che è profondamente decaduta.

Madre Speranza ha espresso il suo amore verso il Signore per mezzo di una costante ricerca orante e di una regolare pratica sacramentale. La sua preghiera personale, fatta più di affetti che di parole, la accompagnava di fatto giorno e notte, nel desiderio di rimanere sempre unita al suo Amato. A ciò si aggiunga poi la Confessione settimanale con il suo Direttore spirituale e la Comunione quotidiana, vero centro di tutta la sua giornata.

Madre Speranza ha congiunto il suo amore verso il Signore con un grande spirito di sacrificio e di abnegazione, arrivando così a produrre un affetto non solo ardente e appassionato, ma anche crocifisso e immolato. L’amore vero infatti – essendo simile al fuoco che brucia e che consuma – impone sempre che si vada più in là degli aspetti semplicemente gratificanti.

Ma la ricchezza e la bellezza di tutto questo discorso può essere compresa appieno solo alla luce di alcuni fenomeni mistici straordinari che Madre Speranza ha potuto sperimentare negli anni della sua piena maturazione umana e spirituale (anni 1950-1955), quali appunto: gli incendi d’amore sponsale per il Signore; e lo scambio del cuore con il Signore.

 

8. Il perdono e l’amore verso i nemici

Si sa che l’amore verso Dio non può mai essere separato dall’amore verso il prossimo (cf. 1 Gv 4,20); e che la forma più alta di amore al prossimo è precisamente quella che si rivolge ai propri nemici (cf. Lc 6,32-36).

Parlando qui di nemici, intendiamo tutte quelle persone che in modo più o meno grave e cosciente hanno ostacolato il cammino di Madre Speranza. Si pensi in particolare: alle immancabili gelosie patite nel precedente Istituto Clarettiano; alla grave opposizione e intromissione prodotta da diversi Ecclesiastici in Spagna negli anni 1935-1940; al doppio avvelenamento con arsenico subito a Bilbao nel novembre del 1939 e nel gennaio del 1940; alle gravissime accuse fatte pervenire sul suo conto al Santo Officio negli anni 1938-1940; e al nuovo tentativo di insubordinazione verificatosi ancora in Spagna negli anni 1960-1965.

Salva restando in ogni caso la giusta fermezza per il bene della Congregazione, Madre Speranza, davanti a situazioni così dolorose, ha innanzitutto evitato di cadere nella spirale del rancore e della vendetta. E in questo senso: ha interceduto generosamente presso il Signore perché perdonasse quanti avevano tramato simili macchinazioni; e ha vigilato severamente sulle sue Comunità perché si evitasse qualsiasi commento malevolo o istintivo.

Ma, oltre a ciò, Madre Speranza è anche giunta a scusare profondamente tutti i suoi denigratori e persecutori, dichiarando che andavano considerati come veri e propri benefattori della sua persona e della sua Opera. Infatti, per loro mezzo e a loro insaputa, era stato il Signore stesso a guidare tutti gli avvenimenti verso un esito finale quanto mai positivo e provvidenziale.

La benevolenza di Madre Speranza nei confronti dei suoi nemici, non si è limitata a sentimenti interni o a valutazioni esterne, ma si è anche tradotta in preghiere di suffragio in occasione della morte di qualcuno di loro.

 

9. La maternità e la carità verso tutti

L’amore per il prossimo, se da una parte include i propri nemici, dall’altra non esclude affatto tutte le altre persone con cui si viene normalmente a contatto. E nel caso di Madre Speranza, questa carità quotidiana ha acquistato le connotazioni di una vera e propria maternità spirituale.

Un simile atteggiamento si è riversato in primo luogo su tutti i membri interni delle due Congregazioni da lei fondate. E ciò non solo per mezzo del frequente intercalare "Figlia mia" o "Figlio mio", ma soprattutto con una presenza premurosa ed esigente che era capace: di capire la situazione e il problema di ciascuno; di correggere o di incoraggiare, secondo i casi; di trasfondere nel cuore le migliori aspirazioni spirituali ed apostoliche; e di dare serenità e sicurezza sia a livello individuale che a livello collettivo.

La sua maternità spirituale si è riversata inoltre su tutte le altre persone con le quali è venuta ordinariamente a contatto nel corso degli anni (piccoli e grandi, assistiti e benefattori, operai e imprenditori...), ottenendo generalmente da loro un profondo rispetto e una sincera ammirazione.

Ma una categoria di persone che va sicuramente evidenziata è quella dei numerosi pellegrini che, dal 1960 in poi, hanno potuto incontrarsi personalmente con lei presso il Santuario di Collevalenza, per esporle problemi e sofferenze di ogni tipo. Le cose che ascoltava in confidenza, le custodiva nel cuore e le traduceva poi in preghiera insistente e personalizzata, perché il Signore si decidesse ad aiutare, illuminare, consolare e risanare...

E infine, la carità spirituale di Madre Speranza si è riversata anche sulle Anime Sante del Purgatorio, verso le quali ha nutrito un interesse assolutamente speciale, che era alimentato da ricorrenti fenomeni straordinari e che la spingeva ad offrire in suffragio Sante Messe e sacrifici personali.

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ultimo aggiornamento 14 marzo, 2014