La lettera

 

Madre Speranza, grazie

Carissimo,

fai bene a dirmi che è tempo di Madre Speranza. È il grido dell’uomo di oggi che ha bisogno di credere in un giorno nuovo.

Sono le notizie di questo tempo. Le tante macerie, le ipocrisie, le crudeltà, le cronache allucinanti. Mamme che uccidono i figli, uomini che devastano le donne, orrori, suicidi e omicidi che si ripetono. Per disperazione, per rancore verso la società...

È lo smarrimento, il delirio dei nostri giorni, e però dobbiamo aiutarci a fare speranza, a lasciarci dipendere dalla speranza. L’umanità cammina verso la sua riuscita definitiva. E appesa al braccio di Cristo risorto.

Il che significa fondare la speranza, le ragioni della speranza. Sognare non è alibi. È concretezza, è sangue, è operazione estrema. E confronto con la città, con i problemi, con le grandi questioni che interpellano la nostra responsabilità.

Incarnazione, vertenza, lotta. Condivisione del dolore, della quotidianità, delle prospettive coinvolgenti della storia.

Essere scelta di campo, sfida, presenza, là dove l’uomo è solo, dove l’uomo è oggetto, dove l’uomo è escluso. Recuperare la strada e l’incontro, essere convocazione di solidarietà, creare spazi di comprensione, di riaggregazione attorno ai valori fondamentali, ricostruire il tessuto etico, far uscire dalla solitudine, dal malessere, dalla sfiducia.

Affermare la speranza cristiana come la speranza più completa e non alienante delle domande temporali (noi non respingiamo la speranza terrena, diciamo che essa non ci basta).

È il messaggio, la testimonianza di Madre Speranza, che ci ha fatto credere, lottare, volere un giorno "oltre". Nella tenerezza, nel rischio del Padre.

 

Nino Barraco

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ultimo aggiornamento 14 maggio, 2014