P A S T O R A L E

g  i  o  v  a  n  i  l  e

p a s t o r a l e  g i o v a n i l e

     Sr. Erika di Gesù, eam

Memoranda dell’Anima mia

- Nell’Anno della Vita consacrata -

Mi ricordo… qualcosa che non scordo…

Ciao, Anima mia!

Accostando parole di canzoni, come prima cosa volevo dirti che ricordiamo qualcosa che non si è dimenticato.

Perché la memoria è una capacità, non un recipiente, e anche se hai buchi di memoria, magari a breve termine - come la simpatica Dory nel film Alla ricerca di Nemo -, c’è sempre qualcosa che non puoi dimenticare.

A volte, le consorelle anziane e malate ripetono senza sosta espressioni che hanno il sapore concentrato di una vita intera, motti di sapienza quasi divina:

"Aiutami, Gesù".

"Dov’è la bambina?".

"Dove vai?".

Anima cara, ti chiedo di prepararli anzitempo, questi slogan monotoni che salvano dall’oblio.

Li puoi scrivere sulla roccia, o forse tatuare sulle palme delle mani, come fa Dio:

Sion ha detto: "Il Signore mi ha abbandonato,

il Signore mi ha dimenticato".

Si dimentica forse una donna del suo bambino,

così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere?

Anche se costoro si dimenticassero,

io invece non ti dimenticherò mai (Is 49,14-15).

Croce sul cuore…

Io non ti dimenticherò mai. È una promessa!

Le promesse sono un debito enorme. Un rischio.

Una ghirlanda di promesse incornicia la vita: ghirlanda funebre o regale.

Promesse mai pronunciate. Non mantenute. Tradite.

Promesse che si compiono o si dispiegano nel tempo, timidamente.

La vita, in se stessa, è promessa.

Conosci bambini e adulti paralizzati dalla paura di sbagliare, che non si esprimono, che non scelgono mai. La vita, d’un tratto, li getta nel vortice e sono obbligati a rispondere, magari annaspando come chi non sa nuotare…

La Beata Speranza di Gesù sapeva bene che le nostre promesse sono spesso vuote, tanto quanto è piena la Promessa di Dio.

Anima mia, un giorno anche tu hai detto "Sì": sussurro che Dio capta nel caos di mille voci discordanti.

Hai fatto il segno di una croce sul cuore, per sigillare il giuramento: "Signore ti seguirò fino alla morte".

«Eppure, dopo alcuni giorni di cammino davanti ad una difficoltà, ad un ordine sgradito, ad una umiliazione che vi dà fastidio, una parola che vi ferisce, un carattere forte... in quel momento decisivo, come Pietro, vi dimenticate del giuramento e fuggite. Gesù volge il suo sguardo nel convento in cerca di quest’anima scelta con la vocazione religiosa, quest’anima che ha scelto come sua sposa: "Dove sta?" È fuggita, lo ha rifiutato, l’ha lasciato solo, non le è piaciuta la croce». (El Pan 10,29).

Madre Speranza non ha dimenticato il giuramento, ha mantenuto la promessa, anche perché, come altri grandi Santi, la croce l’aveva impressa nel cuore.

Promessa di carne

Sabato, la piccola Matilda è stata consacrata dai suoi genitori all’Amore Misericordioso.

Occhi limpidi. Manine smaniose di parole, protese ad indicare e a toccare il mondo, la vita. Fiducia negli adulti, curiosità per i bambini. Tutto in lei aveva l’aria di una promessa realizzata.

Una promessa di carne.

Come quella di Dio, che bussa alla nostra tenda; si fa carne per entrare nel mondo.

Non ha grandi pretese.

Vuole essere presente senza soffocarti, né tantomeno mortificare la mente, il cuore, le membra.

«Poiché tu abiti in me – prega la Madre - per santificare non solo me stessa, ma - secondo quanto mi dici - anche tutte le mie azioni e riempire di te tutte le mie facoltà» (Diario, 28 novembre 1941).

Anima mia, la promessa che hai fatto è un giogo… leggero. Portalo con gioia!

Così come Matilda porterà per tutta la vita, senza avvertirne il peso, la ghirlanda della sua consacrazione.

La promessa che hai fatto è un Bambino, Gesù, che ogni giorno piange per essere accolto, nutrito, coccolato.

Lo vuoi prendere in braccio, come hai fatto con Matilda?

Non puoi dimenticarti di Lui! Non lasciarlo solo!

Si avvicina il Natale e niente sembra ricordare che Dio è fedele alle sue promesse e ci dona tutto, ci dona il Figlio!

Allarga lo spazio della tua tenda ai ragazzi e ai giovani che amate e per i quali Natale è soprattutto Vacanza, compiti e dolciumi.

Mentre prepari con loro la festa, giochi, musiche, colori, ricorda che Gesù si metterà in un cantuccio buio, quello che nessun altro vuole frequentare e da lì ti chiamerà piano piano per destarti dal sonno. Lo fa con te e con tutti.

Quando sarai sveglia, da brava sentinella, ricorda a tutti di alzarsi all’alba per andare a guardare nell’angolo più nero del cuore: lì nasce il Signore.

E illumina tutta la casa.

Le persone. Le famiglie. Il Suo Santuario. La Chiesa.

Non è facile trovare la strada. A te il compito di cercarla per prima, percorrerla, mostrare agli altri il sentiero battuto, prenderli per mano, camminare con loro e ri-cordare, ad ogni passo, la promessa: "Figlio mio, Figlia mia, ricordati di Me, perché Io non ti dimentico mai" (Consigli pratici, 75).

Buon Natale a te e a tutte le Anime della Terra e del Cielo!

Sr. Erika di Gesù

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ultimo aggiornamento 12 dicembre, 2014