Gesù mio, lavami con l’acqua del tuo santissimo costato

L’invito del Signore di far precedere la celebrazione del sacramento della Riconciliazione all’immersione nell’Acqua del Santuario, ci fa ricordare un particolare episodio del Vangelo di Luca.

Gesù, che insegnava all’interno di una casa gremita di gente, viene interrotto dall’ingresso di un povero paralitico che quattro uomini, pieni di fede, calano giù dal tetto, proprio davanti a Lui, perché lo guarisca.

Al vederlo, Gesù dice al paralitico: "Ti sono perdonati i tuoi peccati" (Lc 5, 20). E con queste parole sorprende i presenti, che si aspettavano un miracolo e scandalizza gli scribi e i farisei che subito giudicano: "Chi è costui che bestemmia? Chi può perdonare i peccati se non Dio soltanto?"(Lc 5,21).

Gesù riferisce apertamente queste reazioni negative suscitate dalle sue parole, che Egli ha letto nei cuori e subito dopo chiede quale opera sia più facile compiere tra il perdonare i peccati e il guarire un paralitico. Non si aspetta una risposta, vuole solo evidenziare che come il perdono dei peccati, anche il miracolo di guarire un paralitico è possibile a Dio soltanto.

Così, solo a questo punto, dopo avergli perdonato i peccati, Gesù guarisce quell’uomo dalla paralisi, perché la guarigione del corpo fosse l’espressione visibile di un miracolo ancora più grande che non si vedeva: l’avvenuta guarigione dell’anima.

Scrive la beata Speranza Alhama: "Con il perdono dei peccati Gesù donò all’infermo anche la salute dell’anima: più di quanto aveva chiesto. Gesù sa infatti che la radice delle nostre malattie fisiche sono i mali dell’anima e che è opportuno guarire prima questi e dopo quelle. Così guarì il paralitico da entrambe". (El Pan 8,724).

Come all’Acqua dell’Amore Misericordioso è legata la promessa di venire liberati da gravi infermità, se adoperata con fede e amore, così il sacramento della Riconciliazione, è il luogo dove, accostandosi con uguale fede e amore, si guarirà da infermità ben più profonde e invalidanti e si potrà scoprire il cuore del Padre che desidera in ogni maniera di confortare, aiutare e rendere felici i suoi figli (El pan 18, 2) e ogni giorno li sta aspettando per curare le piaghe di cui soffrono le loro povere anime. (El pan 24, 75).

Maria Antonietta Sansone

Annegami nell'abisso della tua misericordia

Nel 1977 a causa di una malformazione ai reni, sono entrata in dialisi fino al 1999 quando, grazie alla generosità di un donatore, ho fatto l’intervento di trapianto del rene.

L’intervento era andato bene ma il decorso post-operatorio presentava non pochi problemi che rischiavano di compromettere la riuscita funzionale del trapianto stesso. Un giorno venne a farmi visita una delle suore di Madre Speranza e mi portò l’Acqua dell’Amore Misericordioso. Cominciai a berla e già dal giorno dopo il nuovo rene, che mi era stato trapiantato, cominciò a funzionare perfettamente e per me iniziò una nuova vita.

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ultimo aggiornamento 13 gennaio, 2015