dagli scritti di madre speranza

a cura di P. Mario Gialletti fam

“Il Tuo Spirito Madre”

Madre Speranza di Gesù Alhama Valera nata il 30 settembre 1893 a Santomera morta in Collevalenza l’8 febbraio 1983. Fondatrice delle Ancelle e dei Figli dell’Amore Misericordioso e del Santuario di Collevalenza

È in corso il Processo canonico per la sua canonizzazione;
il 23 aprile 2002 la Chiesa l'ha dichiarata venerabile;
il 5 luglio 2013 è stato riconosciuto il miracolo avvenuto per sua intercessione;
il 31 maggio 2014 è stata proclamata beata.

Pubblichiamo una serie di riflessioni trascritte dalla Segretaria e firmate dalla Madre stessa.

Madre Speranza

La vita per farsi santi

La vocazione religiosa

Il giorno 22, la rev.ma Madre, avendo finito di ricevere singolarmente ognuna delle sue figlie, ha riunito le due Comunità e, fra i diversi consigli che ha dato, ha spiegato quali sono le cinque cose che Gesù ci ha dato per farci santi e che sono: 1° la vocazione religiosa; 2° un sostegno nella Superiora; 3° le Costituzioni; 4° un cuore per amare; 5° un corpo per soffrire.

Ha concluso dicendo: "Vorrei, figlie, che tutte faceste il proposito di osservare le Costituzioni e farvi sante". (El pan 24, 40; 22 aprile 1954).

"La vocazione religiosa è un invito a più perfezione e alla santità che Gesù rivolge a un’anima e il Noviziato è la scuola nella quale si imparano i primi passi". (El pan 24, 56; 4 agosto 1956).

Amore al sacrificio

Le ha esortate al raccoglimento interiore, alla mortificazione continua e a santificare tutte le azioni del giorno (El pan 24, 40; 22 aprile 1954). Manifesta i suoi desideri: che le sue figlie siano amanti del sacrificio e non abbiano timore di stancare il proprio corpo, che è il peggiore nemico dell’anima, per il fatto che sempre ci chiede il contrario di quello che dobbiamo dare allo spirito; dice che le lotte vengono solo al religioso che si propone di farsi santo, perché quello che non cerca la propria santificazione non ha motivo di lottare.

Termina nostra Madre dicendo che senza mortificazione non saranno mai anime di orazione; le esorta alla mortificazione interiore per compiere in tutto la Volontà di Dio; incoraggia le Novizie a uscire dal Noviziato come valorosi soldati, pronti a tutte le difficoltà che potranno incontrare nel cammino, facendo del bene a quanti incontrano, più con i buoni esempi che con le parole. (El pan 24, 56; 4 agosto 1956).

Carità e caratteri

La rev.ma Madre ha riunito tutta la Comunità per dare ancora gli ultimi consigli: ha detto che vedeva con soddisfazione che, nonostante la differenza di caratteri, erano tutte unite; avendo tutte il desiderio della perfezione, anche questa differenza di caratteri può servire per santificarsi e non per perdersi di animo; non devono perdersi di animo pensando che non migliorano, ecc.; devono solo esaminarsi se si sforzano di vincere l’amor proprio, il proprio nervosismo e le proprie passioni per rendere più piacevole la vita alle altre; non devono preoccuparsi se Gesù sarà contento di loro, ma che lo sia. (El pan 24, 45; 25 settembre 1955)

… Nostra Madre riunisce la Comunità per dare ancora altri consigli: ha detto che era molto contenta di trovarle con molto lavoro perché così non hanno tempo di ascoltare le tentazioni. Poi spiega come devono comportarsi nel rapporto con le loro Consorelle. Ha sottolineato la dignità alla quale innalza un’anima la vocazione religiosa e le ha esortate a fomentarla dentro di sé. Ha esortato le Suore a non essere schiave del proprio corpo, ma vere schiave dell’Amore Misericordioso. Ha fatto notare come il Signore non ha voluto che nella nostra Congregazione ci fossero penitenze speciali, bensì il lavoro, il sacrificio e un corpo mortificato che cammini nella umiltà.

Ha esortato le Suore a dare al Signore e alla Congregazione tutto quello che è possibile, seguendo Gesù senza grettezze e amando il sacrificio. (El pan 24, 50; 20 luglio 1956).

Quando ha finito di parlare singolarmente con ognuna, la rev.ma Madre le ha riunite tutte per dare alcuni suoi consigli: dimostra la sua soddisfazione perché ha visto figlie giovani, che hanno desiderio e si sforzano per santificarsi, le ha trovate tutte molto unite alla loro Maestra e "questo – dice la Madre – è cosa molto buona; a volte il diavolo potrà insinuare la tentazione che la Maestra fa più caso a una che a un’altra, ma dovete comprendere che ci sono caratteri che hanno bisogno di essere attesi più di altri".

Ha esortato le suore a non fermarsi sui difetti della propria superiora, perché anche ai Santi, finché sono in vita, Gesù li lascia con difetti perché si mantengano in umiltà. (El pan 24, 56; 4 agosto 1956).

Il raccoglimento

Dopo tutto questo ha riunito la Comunità, ha dato gli avvisi che ha creduto opportuno, caso per caso, secondo la necessità; in modo particolare ha esortato tutte a una fedele osservanza delle sante Costituzioni; le ha stimolate a essere ogni giorno più generose e più caritatevoli e a osservare il silenzio con più rigore se veramente desiderano liberarsi da una moltitudine di mancanze che, anche quando non fossero gravi, possono inquinare quella unione e quella carità che deve regnare tra le Ancelle dell’Amore Misericordioso, poiché per esse, in tutte le circostanze della vita, la carità deve restare il tesoro più prezioso. (El pan 24,19; 20 febbraio 1939).

Ci sono religiose che osservano il silenzio con molto scrupolo ma poi non hanno lo stesso scrupolo nell’essere presenti all’ora della ricreazione. (El pan 24, 37; 5 aprile 1954).

La rev.ma Madre esorta le sue figlie a scegliere, come penitenza durante la quaresima, l’osservanza del silenzio; ricorda loro che le anime che camminano verso la santità osservano bene il silenzio; non è così per le frivole per le quali diventa una sofferenza; raccomanda loro che, se possono dire quanto è necessario con una parola, non ne dicano due; aggiunge che con l’osservanza del silenzio eviteranno mancanze di carità e altri molti inconvenienti e staranno unite al Signore. (El pan 24, 59; 6 marzo 1957).

Egli stava sempre disposto per morire

Nel pomeriggio la Madre parla alle suore in preparazione alla Visita, le esorta: a essere generose nella lotta necessaria per raggiungere la santità; incoraggia le suore con molto entusiasmo a impegnarsi per essere unite al loro Dio mediante l’osservanza dei propri Voti; ricorda che la vita è corta e presto si incontreranno con Gesù il quale le ricompenserà per il lavoro e per la sofferenza nella lotta. (El pan 24, 50; 20 luglio 1956).

16 de marzo de 1957 - Non vogliamo figlie mie che la morte ci prenda di sorpresa, chiediamo al Buon Gesù che ci aiuti a prepararci per ben morire. Preparazione che dobbiamo fare considerando la preparazione del nostro Divin Maestro. Egli stava sempre disposto per morire. Io vi dico, figlie mie, che il pensiero della morte, umilia la superbia, uccide l’invidia, la gola e la lussuria, distrugge la vanagloria e la ostentazione, c’insegna a parlare, perfeziona la santità e dispone per l’eterna salvezza.

Sarà grata l’idea della nostra morte se nel nostro cuore arde la fiamma dell’amore Divino. Pensiamo molte volte alla morte e perché il giorno in cui ci visiterà possiamo sentire da Gesù "Vieni Sposa mia, a ricevere la corona che ti si è preparata" perché se pensiamo molto alla morte saremo caritatevoli, rette e compiremo i nostri doveri. Diciamo molte volte al giorno: Gesù mio, abbi pietà di me, nella mia vita e nella mia morte, e Voi Vergine SS. intercedete per me presso il Vostro Divin Figlio, durante la mia Vita e nell’ora della morte, perché possa sentire dalle labbra del Buon Gesù queste consolanti parole: Oggi sarai con me in Paradiso. Amen (El pan 24, 62; 16 marzo 1957).

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ultimo aggiornamento 20 febbraio, 2015