Associazione Laici Amore Misericordioso  
 

Antonella Mastrangeli
Coordinatrice Nazionale ALAM

"Fedeli laici…
questo è il tempo
della Misericordia"
(Papa Francesco)

 

A Roma, dal 9 all’11 gennaio, presso la Casa generalizia delle Ancelle, si è svolto il consueto incontro delle Equipe locali dei gruppi dei Laici dell’Amore Misericordioso presenti in Italia.

Attualmente i gruppi sparsi un po’ su tutto il territorio nazionale sono venticinque e, come prevede lo Statuto all’art.19, ognuno di questi è animato e guidato da un coordinatore, un segretario, un economo ed un referente dalla Famiglia religiosa (Figlio o Ancella). L’art. 20 ne precisa le mansioni: "Spetta all’Equipe di coordinamento locale promuovere le iniziative necessarie per favorire la vita fraterna, per incrementare la formazione umana, cristiana e spirituale dei membri dell’Associazione, per sostenerli nella loro testimonianza e nell’impegno nel mondo".

 

Abbiamo riflettuto insieme su cosa vuol dire essere eletti  Responsabili di un gruppo e su quali siano gli atteggiamenti che dobbiamo abbracciare per essere come il Signore ci vuole e come Lui in qualche modo ci sogna.

Sicuramente gli scritti della Madre ci hanno dato una carica spirituale fortissima! É venuto spontaneo intitolare l’incontro "...come un Padre e come una tenera Madre..." e riflettere sulla naturale complementarietà delle due immagini!

Il carisma che abbiamo abbracciato è sicuramente impegnativo e ci chiede di essere uomini e donne che "risuonano" con la vita l’Amore di Dio per ogni uomo, consapevoli che solo la Misericordia dà occhi nuovi di compassione e di amore verso tutti coloro che incontriamo, in primis verso coloro che il Buon Gesù ci mette affianco.

Siamo partiti da un passo del vangelo di Marco (10,42-45) sul servizio: "Voi  sapete che coloro che sono ritenuti capi delle nazioni le dominano e i loro grandi esercitano su di esse il potere. Fra voi però non è così, e chi vuol essere il primo tra voi sarà il servo di tutti. Il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la propria vita per molti". 

 

Abbiamo poi lasciato che fossero alcuni passi della nostra amata Madre Speranza a illuminarci: "L’Amore si comunica e si dona. Questo, Gesù ha fatto con noi.

Impariamo allora a restituirgli l’amore, ricordando che amare Gesù significa: darsi a Lui, amare il prossimo e sacrificarsi per il prossimo.

Solo così amerò Gesù: amando i fratelli. Voglio però amare tutti: i buoni e i cattivi; il peccato no Gesù mio, ma il peccatore si, perché si converta e ti ami... Non  siamo stati eletti per le nostre capacità o per la nostra scienza, o per le nostre virtù, ma unicamente perché abbiamo ricevuto da Dio la missione di governare, di provvedere ai nostri fratelli, a coloro che Lui ci affida  conferendoci tutte le qualità di Padre: quindi amore, premura, comprensione…. Il Signore concede molte grazie a coloro che si impegnano con amore in questo servizio…. Tutto questo darà gloria a Dio....

Non dimenticate, che è stato il Nostro Dio che vi ha invitato, per mezzo dell’obbedienza, ad abbracciarvi con la pesante croce e con la responsabilità del vostro incarico; fatelo con allegria e con piena fiducia che Lui vi aiuterà. Non tormentate lo spirito pensando al risultato del vostro incarico, poiché Lui vincitore del mondo e del demonio, sarà sempre al vostro fianco come un fedele amico, sempre che voi siate generosi con Lui e vi dedicate a cooperare con Lui nell’impegno delle anime a voi affidate…

Tenete presente che i difetti dei fratelli devono servire per noi che dobbiamo essere madri/ padri a formarci nell’arte di governare, correggere, educare e sopportare con carità.

In questo modo acquisteremo prudenza, discrezione, dolce fermezza, tutte qualità indispensabili e faremo esperienza del cammino di Gesù. I difetti degli altri devono aiutarci a correggere i nostri".

 

Considerando e meditando queste parole della Madre, mi viene naturale riflettere sulle problematiche assolutamente umane che possono essere di inciampo al nostro servizio e chiedermi: dove prendere la forza per compiere tutto questo? Penso che troveremo forza nel recuperare, non solo la nostra vita spirituale, ma soprattutto il valore della  quotidianità come luogo in cui cercare e compiere solo e soltanto la volontà di Dio.

La vita della Madre è stata dominata dall’idea e dalla preoccupazione che ogni gesto, ogni pensiero e ogni sua scelta fossero sempre espressione coerente della volontà di Dio; così, qualsiasi cosa lei facesse, l’ispirazione nasceva da se stessa ma solo da Dio, a tal punto che questo atteggiamento diventò suo pane quotidiano.

Scriveva: "Che  mai desideri altra cosa  che non sia fare la tua divina volontà; che questa si compia in me con tutte le sofferenze che dovesse comportare, anche quando io non la comprendessi, anche quando io non riuscissi a vederla". E ancora: "Non permettere Gesù mio che io abbia a desiderare  qualche cosa che non è intenzione tua, giacché  non desidero altro che farti piacere e sottomettermi in tutto e per tutto alla Tua volontà. Accendi,  Gesù mio, nel mio cuore il fuoco del tuo amore e così potrò accettare con gioia la Tua Divina Volontà per quanto difficile sia"!

 

Mi sembra che ci sia un solo modo per vivere tutto questo: è la modalità di una storia d’Amore! Solo in questo contesto ha senso parlare di "volontà di Dio", ha significato avere fiducia e quindi credere che tutto è voluto da Dio. Il centro del nostro sacrificarci è l’Amore , il dono di sé, per una crescita e una maturazione umana e cristiana: dobbiamo lasciarci portare verso un amore di donazione, disinteressato, pronto al sacrificio. Con le nostre sole forze non ne saremmo capaci, ma lo diventeremo solo se uniti a Gesù, che è l’autentica forza di crescita della nostra vita.

Per ognuno di noi il servizio deve essere uno solo: guardare a Cristo Crocifisso. Agire, quindi, per gli altri, adoperarsi e impegnarsi per il bene comune, donarsi ai fratelli, ripetere lo stesso cammino di Gesù. Ciascuno di noi ha dei doni, delle qualità, delle capacità da mettere a disposizione della comunità, sull’esempio di Cristo: "Non fate nulla per spirito di rivalità o per vanagloria, ma ciascuno di voi con tutta umiltà consideri gli altri superiori a se stesso, senza cercare il proprio interesse, ma quello degli altri".

Il servizio è un cammino di croce, ossia di responsabilità, di fatica esteriore ed interiore, e va percorso non perché sia bello soffrire, ma perché è doveroso "servire".

Il Signore non ci nasconde che  l’obbediente sottomissione alla Sua volontà richiede uno spirito di rinuncia e di dedizione, perché l’Amore ha un unico obbiettivo:  vuole soltanto servire. Non c’è grazia più grande che decidere di donarsi volontariamente a Dio e di aiutare gli altri essere servi della misericordia che, noi per primi, abbiamo ricevuto: vuol dire mettersi al servizio di chi il Signore ci affianca, riempire i suoi vuoti affettivi, portare luce in occhi annebbiati, mettere a disposizione il proprio tempo, saper ascoltare, rinunciare…e donare!

Il nostro carisma porta con sé questa dimensione di servizio, ossia, il Dio che noi serviamo non è un ideale astratto, ma è un Dio d’amore e pieno di compassione verso tutti, specialmente con chi lo invoca.

L’Amore Misericordioso è il premio di appartenere sempre meno a noi stessi e sempre di più a Lui e al nostro prossimo; è la gioia del donarsi, del dare; è l’incontro con un Padre che chiede di essere accolto per fondersi con i propri figli e renderli santuario della misericordia, dal quale irradiare l’Amore a ogni creatura!

 

Tutti abbiamo fatto esperienza di quanto le nostre parole possono uccidere come pugnali. Quante volte intorno a noi troviamo del ghiaccio, quante volte non tolleriamo i fratelli e le sorelle che Dio ci ha messo accanto. Quante volte siamo ripiegati su noi stessi, ci riteniamo più bravi, più capaci, e pensiamo che il gesto dell’altro ci attacchi, ci metta in minoranza, sia in malafede. Magari quel fratello o quella sorella si comporta così perché ha delle sofferenze e sta aspettando proprio qualche raggio di sole per sciogliersi: un nostro sorriso, una pacca sulle spalle, un silenzio, una parola di verità. Questo è lo stile di chi vuole servire Gesù!

Perdi te stesso…. ma ci guadagni Dio!

 

Tutto questo lo abbiamo presentato ai piedi di Gesù nell’Adorazione. Nella preghiera abbiamo cercato di ascoltare e far nostro questo messaggio d’Amore, lasciando il tempo al Buon Gesù di parlare ai nostri cuori.

Si è creato un clima di fraternità, di amore e di condivisione  molto intenso e con la testimonianza di Bruno Benfatti (Isola della Scala) siamo ritornati a quegli straordinari momenti in cui la Madre, nel 1960, fece iniziare l’escavazione del pozzo di Collevalenza: per tutto questo rendiamo grazie a Dio!

 

Domenica 11 gennaio. Quale migliore conclusione, che quella di partecipare all’Angelus in Piazza San Pietro? Qui, il Signore ha superato ogni nostra attesa e ancora una volta ha compiuto meraviglie! Papa Francesco, infatti, dopo il saluto, ci ha inaspettatamente rivolto parole d’incoraggiamento che rimarranno incise in modo indelebile nel nostro cuore: "Con piacere saluto… l’Associazione Laici Amore Misericordioso. C’è tanto bisogno oggi di misericordia, ed è importante che i fedeli laici la vivano e la portino nei diversi ambienti sociali. Avanti! Stiamo vivendo il tempo della Misericordia, questo è il tempo della Misericordia".

Ringraziamo il Signore per questo progetto d’amore!

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ultimo aggiornamento 19 febbraio, 2015