Gesù, Fonte di vita, fa’ che gustando di Te, io non abbia altra sete che di Te

Un ulteriore simbolo attribuito all’acqua è quello utilizzato dai Maestri di spirito per parlare della preghiera, che può zampillare e dissetare all’improvviso senza fatica, per puro dono di Dio o come ricompensa ad una lunga, faticosa e perseverante ricerca. Come l’acqua la preghiera è dono e insieme conquista, e poiché non si può improvvisare e necessita di tutta la nostra collaborazione, proveremo a

imparare a pregare alla scuola di Madre Speranza

Per noi, occidentali del 21° secolo, cos’è la preghiera e cosa significa pregare? E cosa ne pensano i nostri giovani?

È soltanto recitare formule imparate a memoria da bambini? Ma a quale scopo? Come espressione di debolezza, di superstizione, di paura? Abbiamo, cioè, bisogno di aggrapparci alla devozione perché ci rassicura e aiuta a superare le paure il non abbandonare la tradizione che ci è stata trasmessa da piccoli?

Oppure la preghiera è una pratica che non ci interessa affatto coltivare, perché la riteniamo noiosa, ripetitiva e anche inutile, in fondo, e riservata ai perdenti che non riescono a raggiungere i loro desideri e allora si rifugiano in uno "spazio immaginario" per consolarsi con un altrettanto immaginario dio?

Ma in ciascun essere umano esiste ed è forte, il bisogno di spiritualità.

In questi ultimi decenni, scanditi in occidente dalla ricerca di ogni genere di piacere materiale e di consumismo sfrenato, contemporaneamente è comparsa e continua ad aumentare, la ricerca della dimensione trascendente della vita, attraverso l’accoglienza delle più svariate proposte e pratiche di introspezione orientali.

Questo dimostra che l’uomo ha sete di Dio e vuole appagarla.

Cos’è allora, la preghiera?

Chi ne ha fatto esperienza mi ha risposto che pregare è parlare con Dio come si parlerebbe con un’altra persona e con la certezza di essere ascoltato.

Anche per Madre Speranza, pregare era trascorrere del tempo con Gesù con la stessa esigenza e necessità del cuore che prova ognuno di noi, di voler restare insieme ad una persona amata e attesa. Ecco, allora, il punto di partenza per cominciare un cammino di preghiera: scoprire di essere amati da Qualcuno.

Perché se è vero che l’uomo ha sete di Dio, è anche vero che Dio è continuamente in ricerca dell’uomo, di ogni uomo, di tutti i suoi figli: "come un Padre amorevole…li segue e cerca con amore instancabile, come se non potesse essere felice senza di loro"(El pan 18, 2)

La nostra preghiera inizia quando ci fermiamo a lasciarci avvolgere da questo amore, quando cominciamo a credere e a contemplare l’Amore che si è incarnato per diventare visibile e manifestarsi concretamente nel Crocifisso.

"Il cuore di Gesù batte con amore immenso per tutti gli uomini. Batte per le anime tiepide, per i peccatori, per le anime sante, per gli infedeli e gli eretici, per i moribondi e le anime del purgatorio e per i beati che glorifica in cielo" (El pan 2, 68).

Maria Antonietta Sansone

 

Iniziamo la pubblicazione di ricordi inediti di Madre Speranza, grazie ottenute dalla sua preghiera mentre era in vita, che solo da poco tempo ci sono state riferite dai beneficati.
Perché non vada perduto alcun ricordo, invitiamo anche i nostri lettori, che hanno ottenuto dalla preghiera di Madre Speranza una particolare grazia, a volerla condividere con tutti noi, scrivendo il loro ricordo e inviandolo, per la pubblicazione in questa pagina, alla Redazione.

Era il 1964, già da un anno mio marito era ammalato di nefrite e non lavorava… è stato un momento brutto per la mia famiglia, con due bambini piccoli e un terzo che stava per nascere. Ero senza soldi per le medicine e senza cibo da mangiare.

Quando è nato il piccolo ero contenta perché avevo latte, ma da un momento all’altro è sparito. Ero molto disperata.

Un giorno è passata una signora che organizzava pellegrinaggi da Madre Speranza e Padre Pio e mi disse di partecipare. Io non avevo soldi, un bambino appena nato, uno di due anni sempre ammalato e uno di sette anni che vedeva strane cose immaginarie nella sua cameretta e mio marito era ammalato.

I miei genitori mi fecero una cambiale di centomila lire e il 25 settembre 1964 siamo partiti con mio marito e il ragazzo più grande.

Siamo arrivati dalla Madre alle quattro del pomeriggio. Per primo è stato ricevuto mio marito, lei lo ha abbracciato e con il suo sorriso gli ha detto: "figlio mio, sei guarito!" lui le ha risposto " Madre, io sto male" e lei ha ripetuto "sei guarito" e quando sono entrata io per dirle " quello era mio marito, è tanto ammalato" mi ha risposto "tuo marito sta bene". Poi le ho chiesto: "Madre, questo bambino vede cose strane in casa, gli dia una benedizione, sono disperata…" Lei mi ha abbracciata tanto forte e mi ha detto "Coraggio, figlia mia, Gesù Misericordioso non ti abbandona, va’ in Cappella a pregare."

Siamo ritornati a casa più sereni e da quel momento mio marito non ha più avuto problemi di salute.

Nel mese di novembre sono tornata dalla Madre con il secondo bambino di due anni che non voleva mangiare. Lei gli ha chiesto "perché non mangi la pappa?" "perché no" ha risposto. Allora lei gli ha dato una candelina e gli ha detto "Vai da Gesù a dirgli – fammi mangiare tanta pappa-". Poco alla volta abbiamo risolto il problema.

Sempre in quel colloquio le ho chiesto "Madre mio marito non trova lavoro…" " Tuo marito lavora!" "Madre, non lavora…" "Lavora, lavora".

Tornata a casa dopo otto giorni di pellegrinaggio, ho saputo che mio marito già lavorava da una settimana, un lavoro adeguato alla sua malattia. Da quel momento è sempre stato bene, aveva 32 anni e adesso ne ha 82.

Ringraziamo la beata Madre Speranza e Gesù Misericordioso per averci sempre protetti e donato tante grazie.

Maria Pia C. - Pordenone

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ultimo aggiornamento 20 febbraio, 2015