8 febbraio - anniversario nascita al cielo della beata Madre Speranza

OMELIA: P. AURELIO PÉREZ fam, Superiore generale

Ringraziamo il Signore per il dono della sua testimonianza profetica nella Chiesa

Lodiamo il Signore, perché è buono, eterna è la sua misericordia. È questo, carissimi fratelli e sorelle, il canto della nostra preghiera, in questo giorno di festa in cui per la prima volta celebriamo la festa della Beata Speranza di Gesù. Lo facciamo nell’ora stessa, 8 del mattino, in cui lei lasciava questa terra per il cielo.

La Parola del Signore è luce, anche oggi, per capire il significato di questa festa. La Parola che abbiamo ascoltato ci offre, credo, alcuni spunti di riflessione che ci aiutano a capire come la grazia di Dio ha agito con potenza nella sua piccola serva Speranza, facendone un segno luminoso di santità e di misericordia. Un segno riconosciuto e proclamato ufficialmente dalla Chiesa, qui a Collevalenza il 31 maggio dello scorso anno. È significativo che possiamo celebrare questa prima festa liturgica della Beata Speranza proprio nell’anno della Vita Consacrata voluto da Papa Francesco.

L’esperienza di Giobbe, nella prima lettura, è l’emblema di tutte le sofferenze umane e del grande mistero che racchiudono. La sofferenza più grande di Giobbe non è tanto la malattia e le disgrazie in se stesse, ma il fatto che non ne comprende il senso, e grida al Signore per capirlo. E alla fine trova proprio nell’esperienza del dolore senza risposte la rivelazione del volto di Dio. Misteriosamente viene prefigurata la croce, come la risposta di Dio all’enigma misterioso della sofferenza. La vera roccia su cui il grido di Giobbe e quello di ogni sofferente rimane inciso, è il cuore trafitto del Figlio di Dio. Molti di voi vengono a questo Santuario per cercare il conforto di Dio di fronte all’enigma del dolore, che in modi diversi si affaccia alla nostra vita, e tante volte sembra mettere in dubbio la bontà di Dio. Perché c’è il dolore se Dio è un Padre buono che vuole la nostra felicità? Non ci sono risposte teoriche. Il libro di Giobbe ci racconta che quando i suoi tre amici vanno a trovarlo, la cosa migliore che fanno è stare zitti per tre giorni di fronte alla sua grande disgrazia. Nel momento in cui aprono la bocca e si mettono a fare le prediche rovinano tutto.

Quante persone ha incontrato Madre Speranza cariche di sofferenze di ogni genere!: poveri, malati, bambini orfani senza affetto né istruzione, affamati, profughi e feriti dalla guerra, anziani soli, persone deluse che avevano perduto la speranza. A tutti loro non ha dato risposte teoriche sul significato del dolore, ma ha rivolto un profondo sguardo di compassione, parole che arrivavano al cuore, braccia aperte che accoglievano, gesti molto concreti di solidarietà. È stata pane, fazzoletto per asciugare le lacrime, tenerezza di Madre, parola saggia di luce e incoraggiamento.

E tutto ciò l’ha fatto non di sua iniziativa, ma perché l’Amore misericordioso di Gesù le si è rivelato e le ha affidato la missione di testimoniarlo. Come ci ha ricordato S. Paolo nella seconda lettura, l’autentica predicazione da cui nasce la Chiesa, corrisponde ad una chiamata precisa e all’affidamento di un incarico da parte di Dio. M. Speranza lo ripeteva spesso: Io non mi sono inventata niente, non ne sarei stata capace, ma "il buon Gesù mi ha detto" e io ho cercato di fare quello che Lui desiderava. E anche lei, come S. Paolo, si è fatta "tutta a tutti".
Anche nella pagina del Vangelo che abbiamo ascoltato troviamo dei tratti abbastanza evidenti dello stile che ha caratterizzato la vita di Madre Speranza. Nella casa di Simon Pietro, si verifica un gesto di guarigione che riguarda la suocera di Pietro, che è a letto con la febbre: "subito gli parlarono di lei". L’espressione "gli parlarono" è molto significativa: gli apostoli intercedono, presentano a Cristo l’umanità malata e, in forza della preghiera degli Apostoli, Cristo concede la salute e la guarigione.

Questo ha fatto Madre Speranza, soprattutto negli ultimi anni della sua vita, presso questo Santuario voluto dal Signore e realizzato da Lei. È la frase che abbiamo voluto mettere accanto all’immagine della Madre Speranza il giorno della sua Beatificazione: Io sto qui, figli miei, giorno e notte, accogliendo le persone, ascoltando i loro problemi, e poi alla fine della giornata presento al Signore le situazioni di tutti quelli che ho incontrato, e intercedo per ciascuno, presentando al buon Gesù tutte le situazioni. E Lui, con cuore di Padre, mi ascolta e vedo ripartire le persone confortate, rasserenate, con fiducia e speranza per affrontare le situazioni della vita.

Cara Madre nostra, oggi, nel giorno della tua prima festa liturgica, vogliamo ringraziare il Signore per il dono della tua vita e della tua testimonianza profetica nella Chiesa. Ti preghiamo, anche, di continuare dal cielo quella intercessione materna che esercitavi sulla terra, e di chiedere al buon Gesù di benedire, confortare, illuminare e guidare tutte le persone che arrivano a questo Santuario o si affidano al suo Amore misericordioso.

Aiuta anche, carissima Madre nostra, la Famiglia delle tue figlie e dei tuoi figli, voluta dal Signore e da te generata in mezzo al travaglio della tribolazione.

Insegnaci a tenere fisso lo sguardo, come facevi tu, sull’Amore crocifisso, e a fare della nostra vita una donazione d’amore, come tu hai fatto e come Gesù ci chiede con il suo comandamento: Amatevi gli uni gli altri come io vi ho amato.

Ottienici, anche, un orecchio sempre attento alla volontà del Signore, e una volontà decisa per fare ciò che a Lui piace, costi quello che costi; uno sguardo penetrante come il tuo che sappia guardare con compassione ogni sofferenza e miseria; delle mani operose per aiutare, curare le ferite, sollevare i caduti, essere vicini agli ultimi, offrire la nostra vita per i sacerdoti.

Intercedi insieme con Maria, e l’Amore di Gesù non potrà rimanere sordo di fronte all’invocazione di queste due Madri.

Sia benedetto il Signore e la sua infinita misericordia! Amen.

Articolo precedente

Articolo successivo

[Home page | Sommario Rivista]


realizzazione webmaster@collevalenza.it
ultimo aggiornamento 20 marzo, 2015