P A S T O R A L E

g  i  o  v  a  n  i  l  e

p a s t o r a l e  g i o v a n i l e

     Sr. Erika di Gesù, eam

Memoranda dell’Anima mia

- Nell’Anno della Vita consacrata -

Lo splendore del sole

Estathe e carrube

 

Primavera

Se fossi un dio, mi chiamerei Eolo. O meglio: se fossi uno dei sette nani…

Da quando sono adolescente, temo la primavera, perché una rinite allergica rende pesante le giornate: starnuti continui mi tolgono le forze, spaventano - o divertono - le consorelle.

Ma quando guardo gli alberi, gemme gentili, timidi fiori che gemono gonfi di vita al soffio del vento, dimentico me stessa, ringrazio il Creatore dell’universo per questo circolo d’amore che ci circonda, in ogni stagione.

I tubi dei cancelli del Santuario, forati come flauti e attraversati dalla fantasia del vento, intonano melodie bizzarre, irripetibili.

Li ascolto, estasiata.

Ricordo la Madre e il suo Gesù, che la invitava ad amare, a gemere e risuonare, nel Roccolo del mondo, como una flauta.

 

Eclissi all’equinozio

Gli uccellini del Roccolo, nell’eclissi scorsa, avvisano che il sole non ha lo splendore di sempre! L’aria è più fresca, le ombre degli alberi allungate. Provo a fissare il sole, proteggendomi alla meglio gli occhi e comincio a correre quasi accecata: trovo al più presto delle vecchie lastre, chiamo le consorelle, e nel piazzale davanti a casa contempliamo lo spettacolo.

Il TG ci ha avvertito che la prossima eclissi visibile dall’Italia sarà nel 2026! Non c’è tempo da perdere! Il sole velato dall’ombra della luna, l’eclissi guardata attraverso il buio di una pellicola sembra un sogno. Eppure, potremmo vivere lo stesso, senza farci troppo caso: la realtà si impone con i suoi ritmi accelerati. Alcuni bambini a scuola non hanno visto l’eclissi!

Come vivere come se nulla fosse? Non mi rassegno, vorrei contagiare la mia gioia, passare più tempo di fronte al sole che perde forza, ma non sembra turbato.

Riprendo la corsa, e penso alle donne di Pasqua, discepole di Gesù, che dalla tomba vuota e dopo averlo visto crocifisso e vivo, corrono a dare l’annunzio ai fratelli "con timore e gioia grande"!

Presto sarà Pasqua: "la prima domenica che segue il plenilunio successivo all’equinozio di primavera". Vorrei abbracciare i piedi di Gesù, quel giorno, adorarlo e correre senza stancarmi da tutti quelli che incontro, inebriata di gioia!

Non sarà che anche quel giorno il mondo vivrà come se nulla fosse?

L’eclissi della fede produce un’ombra insopportabile.

Nel Roccolo, gli uccelli canteranno ancora?

Il nostro flauto sarà capace di melodie inaudite?

 

Luce vera ed artificio

Il flauto che provo ad essere spesso suona note della "Terra di mezzo".

Vorrei avere l’ansia della santità, e mi scopro sempre con ansie di altro genere: prestazione, perfezionismo, volontarismo, stress nelle relazioni...

Una sera, guardando la TV con i ragazzi, ho notato la distanza di gusti e il conflitto generazionale che si innesca, inevitabilmente.

Ciò che trovavano divertente, a me non piaceva, ciò che apprezzavo io, non destava la loro attenzione.

Le persone da loro considerate "di classe", a me parevano maleducate.

La trasmissione, costruita ad arte, a loro sembrava spontanea. Per di più, hanno inventato il gioco di bere coca-cola, ogni volta che il Personaggio scelto diceva una certa parola.

Giocare con persone della TV come fossero presenti, mi ha fatto impressione.

Quanto siamo diversi! Dicevo.

Ai miei tempi, il massimo dell’artificio nel divertirsi insieme era ascoltare musica da un giradischi!

Il gioco dei ragazzi, i loro gusti mi parevano condizionati dai media, schiavizzati da un’ideologia nemmeno tanto nascosta, e che pure non notavano affato!

Magari i loro genitori la pensano come me, mi consolavo. Più di me, li aiuteranno a riconoscere la schiavitù di cui sono vittime. E immaginavo la possibilità di un’alleanza educativa con i genitori, per poter salvare i nostri ragazzi dall’oscurità che li circonda, da un’eclissi totale di valori, dall’eclissi della fede.

De gustibus non disputandum est, ma… i valori, la fede, Gesù Cristo… sono un’altra cosa.

Anche in convento siamo diverse e non solo per età, ma anche per cultura, provenienza, carattere, educazione.

Ci mette insieme il Signore e Lui ama la diversità, accolta da ciascuno come ricchezza. Come i fiori a primavera.

I fiori hanno bisogno di luce, del calore del sole.

Fuor di metafora, il sole è Cristo. Il sole è una Persona viva, bella, affascinante. Uno che vale, che "ha classe da vendere". Certo, ha uno stile tutto suo.

L’ansia della santità è poterlo incontrare.

L’ansia dei ragazzi è seguire i personaggi famosi, parlare come loro, giocare insieme davanti a uno schermo.

Se bevo sempre latte in polvere, potrò mai amare il gusto del latte vero?

Mi chiedo allora: come mai la nostra missione è così poco coraggiosa, perché ci siamo stancati di correre ad annunciare che il Sole splende sempre, anche quando non lo vediamo?

Perché continuiamo a dare latte artificiale da bere ai giovani, agli adulti delle nostre Parrocchie? Perché esporsi a luci artificiali e non alla Fonte della luce?

La Sua verità risplende. Non la vediamo, forse? Preferiamo ignorarla?

Tutte le altre luci, le bugie spacciate come verità, un giorno si spegneranno.

Perché ci ostiniamo a sceglierle come nostra guida?

Ansia di salvezza

Parlando della Madre, annunciavo la sua volontà colma di desiderio: salvare tutte le persone che incontrava, attraverso i mezzi, anche eccezionali, permessi dal Signore.

Salvare i suoi "figli" e "figlie" dalla menzogna, portarli alla sua luce serena.

Forse per questo la chiamiamo ancora Madre, la nostra Beata Speranza di Gesù.

Perché, come S. Paolo, ha generato i suoi figli nel dolore.

Scrive nel suo Diario:

«Oggi – giorno del Giovedì Santo – ti chiedo, Gesù mio, di non dimenticarti dei Sacerdoti del mondo intero, per i quali io desidero vivere come vittima: illuminali con il tuo splendore, perché comprendano e sperimentino il vuoto e il nulla delle realtà umane; attirali a Te, mostrandoti loro come un Padre amoroso e come la Fonte di ogni bene; dona alla loro volontà la forza e la costanza di cui hanno bisogno per non desiderare niente al di fuori di Te (…). Ti chiedo inoltre, Gesù mio, una e mille volte, che le mie sofferenze non servano giammai per riparare le offese che disgraziatamente io stessa ti ho arrecato: questa riparazione [personale] mi venga riservata per il purgatorio; per l’inferno no, Dio mio, perché lì non ti potrei amare» (Beata Speranza di Gesù, Diario, 2 aprile 1942).

Le persone, sacerdoti, laici, religiosi, le famiglie… spesso vivono al buio.

Il risentimento ottenebra la vista. Il peccato è come un morbo incurabile. Ma le malattie peggiori sono quelle che logorano il corpo e l’anima, silenti, senza dare avviso, né manifestare sintomi evidenti.

Questo ci scoraggia, a volte, anche perché non siamo più sani dei malati che vogliamo aiutare: un cieco non può guidare un altro cieco!

Per di più, oggi la malattia più diffusa è la pretesa di avere sempre ragione.

Come Lucy, quando non crede a ciò che Charlie Brown le aveva appena insegnato: che il sole è "una palla di fuoco sospesa nel cielo". Spesso, la cecità altrui ci svuota, ci porta a dubitare delle nostre convinzioni più profonde.

La Madre, invece, era forte nelle sue convizioni, non per questo superba: sapeva di vedere per grazia di Dio e riconosceva la sua cecità, le offese che disgraziatamente anche lei, come ogni comune mortale, aveva la disgrazia di arrecare al cuore di Cristo.

Le nostre offese sono ombre che eclissano la luce del sole.

Non per questo si scoraggiava, ma aveva la tenacia di tendere e portare verso la Luce. Confidava nella Stella che non conosce tramonto.

Sperava nel suo passaggio.

Nella notte che diventa più chiara del giorno.

La notte in cui il Sole, che è Cristo, ha sconfitto le tenebre del mondo.

In virtù di questa luce, la Madre chiedeva al buon Gesù di illuminare i Sacerdoti del mondo intero. Per loro offriva la vita, ogni giorno.

Possiamo emularla anche noi, chiedere la sua intercessione perché ci dia il coraggio di pregare così, bruciati dall’ansia di salvare le generazioni future, i nostri "figli":

"Ti chiedo, Gesù mio, di non dimenticarti dei Giovani del mondo intero, per i quali io desidero vivere come vittima: illuminali con il tuo splendore, perché comprendano e sperimentino il vuoto e il nulla delle realtà umane; attirali a Te, mostrandoti loro come un Padre amoroso e come la Fonte di ogni bene; dona alla loro volontà la forza e la costanza di cui hanno bisogno per non desiderare niente al di fuori di Te".

Buon passaggio della Luce serena: Cristo Gesù!

sr. Erika di Gesù

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ultimo aggiornamento 17 aprile, 2015