Gesù, Fonte di vita, fa’ che gustando di Te, io non abbia altra sete che di Te

Un ulteriore simbolo attribuito all’acqua è quello utilizzato dai Maestri di spirito per parlare della preghiera, che può zampillare e dissetare all’improvviso senza fatica, per puro dono di Dio o come ricompensa ad una lunga, faticosa e perseverante ricerca. Come l’acqua la preghiera è dono e insieme conquista, e poiché non si può improvvisare e necessita di tutta la nostra collaborazione, proveremo a imparare a pregare alla scuola di Madre Speranza

PREGHIERA DI LODE

Se la preghiera è una relazione di amicizia con Dio, che deve progressivamente crescere, non può restare separata dalla nostra vita.

Invece, la preghiera di lode, a poco a poco, dovrebbe permeare ogni circostanza e avvenimento, soprattutto l’umile quotidianità.

"Non dimentichiamo che la gratitudine ci conduce più facilmente al puro amore di Dio perché è un sentimento molto nobile. Dobbiamo pensare spesso ai grandi benefici che Dio ci ha fatto e parlarne con tutti quelli che ci vivono accanto, per stimolarci e coinvolgere anche gli altri all’amore e alla carità." (El pan 16,21)

Per Madre Speranza era costante il riconoscimento e il rendimento di grazie a Dio per ogni suo dono, piccolo o grande, così come l’attenzione a glorificarLo con ogni azione, compiendola per amore.

"Un mezzo molto pratico, per santificare le nostre opere, è raccogliersi un momento prima di agire e rinunciare, per amore a Dio, ad ogni intenzione naturale, egoistica o di vanità. Poi, riconoscendo il nostro nulla, unirci al buon Gesù, nostro modello e mediatore, e offrire per mezzo di Lui le nostre azioni al Padre per la sua gloria e per il bene delle anime.

Con questa offerta, rinnovata continuamente, tutte le nostre azioni, benché piccole, si convertiranno in atti di abnegazione, umiltà e amore a Dio e al prossimo. (El pan 16,150-51)

In questo modo, la preghiera entra nella vita che si sta vivendo.

Coltivare questa relazione di amicizia con Dio crescendo sinceramente nell’attenzione a Lui deve farci uscire progressivamente dall’egoismo e rendere più delicata anche la nostra attenzione agli altri. In questo Madre Speranza aveva le idee piuttosto chiare.

"Non vorrei che tra noi ci fosse qualcuna che, dimentica della carità, ritenesse la santità come il sospirare d’amore per il Signore camminando col volto compunto e la testa bassa ma senza poter tollerare che una sorella la contraddica nella più piccola cosa". (El pan 20,6)

" Il frutto che dobbiamo ricavare dalla preghiera è quello d’infiammare il cuore con il fuoco dell’amore di Dio e della sua carità." (El pan 1,79)

La preghiera autentica, insomma, può renderci migliori e migliorare anche il nostro modo di relazionarci con gli altri.

Maria Antonietta Sansone

 

Seguitiamo la pubblicazione di ricordi inediti di Madre Speranza, grazie ottenute dalla sua preghiera mentre era in vita, che solo da poco tempo ci sono state riferite dai beneficati.
Perché non vada perduto alcun ricordo, invitiamo anche i nostri lettori, che hanno ottenuto dalla preghiera di Madre Speranza una particolare grazia, a volerla condividere con tutti noi, scrivendo il loro ricordo e inviandolo, per la pubblicazione in questa pagina, alla Redazione.

Ho conosciuto Madre Speranza nel 1969, ero malata da tre anni e una amica mi portò da lei. La Madre mi fece restare alcuni mesi a Collevalenza dandomi ospitalità in cambio di un po’ di lavoro di cucito.

Quando lasciai Collevalenza per tornare a Milano, mi raccomandò di cercarmi un lavoro adatto alle mie poche forze fisiche, cosa che si realizzò in breve tempo. Sentivo continua la sua assistenza e protezione.

Durante l’ultima malattia di mia mamma, diverse volte consultai telefonicamente la Madre per chiederle preghiere e tutto si svolse serenamente fino alla fine.

Quando restai sola, cominciai a temere per il mio futuro e mi imposi delle notevoli restrizioni nel cibo e in tutte le altre spese, per riuscire a risparmiare il più possibile dal mio esiguo stipendio di commessa. Andai avanti così per alcuni mesi.

Nel febbraio 1979 tornai a Collevalenza, volevo far visita alla Madre e ringraziarla delle preghiere che aveva fatto per mia mamma.

Appena entrai da lei e prima che io aprissi bocca per dirle qualcosa, la Madre mi guardò accigliata e mi rimproverò dicendo "Hai abbastanza per vivere!".

Compresi allora che avevo esagerato nei miei timori, che tutte quelle restrizioni per risparmiare pensando alla vecchiaia, mi avevano un po’ indurito il cuore e rattristato l’animo. Che dovevo pensare anche agli altri.

Così cambiai atteggiamento e mi lasciai guidare dalla fiducia oltre che dalla prudenza.

Da allora sono trascorsi molti anni, nei quali ho sempre sentito e continuo a sentire la presenza della Madre accanto a me. Sono giunta serenamente a quella stagione della vita che da giovane temevo e per la quale volevo accumulare una qualche sicurezza.

Con mia grande sorpresa non è stato necessario, nuove prove e difficoltà non prevedibili mi hanno recato, una volta superate, anche la piena tranquillità economica.

A.B.- Treviso

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ultimo aggiornamento 21 marzo, 2017