P A S T O R A L E

g  i  o  v  a  n  i  l  e

p a s t o r a l e  g i o v a n i l e

E-mail: roccolosperanza@libero.it

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Memoranda dell’Anima mia

- Nell’Anno della Vita consacrata -

Tu sì che sai volare!

Prove di volo

Cara anima mia,

nei sogni ti è capitato, a volte. Sensazione poco gradevole, davvero.

Voli! E poi cadi, avvertendo improvvisa e fortissima la gravità che ti spinge a terra.

C’è anche la vertigine da finestra alta, da ponte sul fiume, da torre di Pisa e quella da campanile del Santuario, dove i giovani desiderano salire per guardare il mondo o forse il cielo… Perché, come canta Jovanotti:

La vertigine non è
paura di cadere
ma voglia di volare.

Al Raduno ragazzi, a metà giugno, abbiamo provato a volare.

Volare non è un sogno infranto. Per noi cristiani è possibile.

P. Alfredo e Madre Speranza hanno imparato a volare. Due piloti in cabina che… hanno lasciato il volante, o meglio la barra di comando, in mano al Signore.

Anima mia, il problema è sempre lo stesso: vorresti decidere la direzione del viaggio, l’ora di partenza, il ritorno, il clima esterno ed interno, i passeggeri, avere un posto vicino al finestrino o all’uscita di emergenza, perché non si sa mai.

Se soltanto potessi viaggiare così, non saresti contenta comunque.

Il panorama, sempre quello. Cibi che ti piacciono, vestiti comodi, compagnia interessante. Ma che noia! Tutto calcolato, sotto controllo!

Mentre, quando il pilota del tuo viaggio non sei tu, il generale è Dio in persona, senza l’aspetto di un comandante, ma di un servo, tutto cambia!

La tua vita può essere una novità assoluta, se soltanto riuscissi a vivere appieno ogni briciola di tempo.

 

Il signorino Alfredo

Così era chiamato dalle nostre Consorelle, le Ancelle dell’Amore Misericordioso della prima leva, P. Alfredo Di Penta prima di essere "Padre", il primo Figlio dell’Amore Misericordioso sacerdote.

Anche i bambini lo hanno visto quasi sempre con la giacca, nelle scenette che raccontavano la sua vita, durante il Raduno.

Soltanto nell’ultima scena, Francesco che lo ha impersonato indossava la talare, la fascia attorno alla vita e il Crocifisso dell’Amore Misericordioso, che ben più della pistola, ha difeso Alfredo dagli attacchi del nemico.

Se diciamo che il Signore è un signore, un vero gentleman, lo stesso dovremmo dire dei suoi servi, i Figli dell’Amore Misericordioso; lo stesso possiamo dire di P. Alfredo.

Lui era davvero un signore.

Educato, rispettoso, quasi aristocratico, ma non per questo antipatico, anzi un vero amico, della Madre, delle suore, dei confratelli…

Era devoto alla Madre, legato a Lei, capace di venerarla perché tutta di Cristo, tutta di Dio. Quando Gesù chiama per nome un discepolo, qualcuno che ha nel cuore, e Lui sa perché, mi fa impressione che quasi sempre il chiamato si alza e lo segue, senza fare domande.

Il Vangelo non dice altro. Anzi, dirà che il viaggio di Gesù ha una svolta impervia, tutta in salita: Gerusalemme.

Che atterraggio rovinoso, a Gerusalemme! Nessun paracadute attutisce l’impatto.

Gesù, invece di mettersi in salvo, lascia la barra di comando in mano al Padre.

Nelle sue mani affida lo spirito. Così Alfredo. Si affida completamente.

L’atterraggio è duro anche per lui; nella crisi, una nebbia fittissima gli impedisce di vedere che la pista c’è! Con fatica, Madre Speranza lo invita a perseverare, a mantenere la rotta su quel primo , detto a lei e quindi al Signore.

E Alfredo, non senza fatica, arriva al termine del viaggio.

Umile, obbediente, forte. Un santo sacerdote. Anzi, un sacerdote santo.

 

Buon viaggio!

Quest’anno, al Raduno, hanno partecipato ragazzi di Collevalenza, Fratta Todina, Roma (dalla Scuola Amore Misericordioso di Via Casilina e dalla Parrocchia S. Giovanni Evangelista di Spinaceto) Fermo e… Ugento (LE), affrontando un lungo viaggio, sia all’andata che al ritorno.

Coraggiosi, sì, ma ci hanno detto che ne è valsa la pena.

Così i nostri giovani, che sono contenti di aver partecipato al Raduno in qualità di animatori, tanto entusiasti da sentirsi indispensabili: "Senza di noi, questo Raduno non lo avreste fatto!", hanno affermato spavaldi. Troppo giovani per sapere che i servi del Signore anche quando sono utili, sanno di non essere indispensabili. Anzi, come nel caso di Alfredo, arrivano a sentirsi inutili.

Semplicemente servi. Per questo contenti.

Quando i giovani della mia generazione chiesero a P. Alfredo come era stato il suo sacerdozio, rispose umilmente: "Un disastro!". Ma pochi uomini, possiamo testimoniare, sono contenti come lo è stato Alfredo.

«Chi vuol salvare la propria vita deve fare di essa un dono, cioè la deve "perdere"» (M.I. Rupnik, Adamo e il suo costato, 28).

Donare è la fonte della gioia.

I nostri giovani lo sanno, anche quando non lo dicono.

Hanno provato a dirlo i giovani di San Pio X (Caltanissetta), durante il convegno che celebrava l’anniversario della beatificazione della Madre, nel realizzare un video sulla canzone di Cesare Cremonini, Buon viaggio (Share the love), che commentano così:

"Share the love" ovvero condividi l’amore, resta per noi la Parola chiave: donare il proprio amore agli altri. Non sono le cose futili, ovvero i soldi, che rendono l’uomo davvero felice e che in questa maniera, è destinato a rimanere un semplice "Maschio" e non un vero "Uomo".

Non bisogna attaccarsi alle cose futili della vita, ma cercare il proprio compito nella vita, che sia l’ordine sacerdotale o la vita matrimoniale, basandosi sempre sulla parola DONO: donare sé stessi per il prossimo.

Se ci pensi, siamo solo di passaggio… E per quanta strada ancora c’è da fare… amerai il finale!

P. Alfredo, la Madre sono passati, hanno viaggiato fino alla fine.

Per quanto desiderato, il finale deve aver sorpreso anche loro.

Perché il viaggio, anche se incantevole, non è la meta. Non è il finale.

Il finale non dipende da noi.

Gesù è passato facendo solo del bene. Anche per Lui c’è stata un’andata e ci sarà un ritorno. Attendiamo il suo ritorno.

Lo scegliamo come Pilota, per tutta la strada ancora da fare.

Fino a precipitare dolcemente nella Sue braccia.

 

Condividi il Suo Amore, anima mia…

E volerai!

sr. Erika di Gesù

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ultimo aggiornamento 15 marzo, 2017