... ascoltando la parola del papa   e   rileggendo gli scritti della Madre ....

Papa Francesco
Meditazione mattutina nella Cappella della Domus Sanctae Marthae (Giovedì, 15/10/2015)
(da: L’Osservatore Romano, ed. quotidiana, Anno CLV, n.236, 16/10/2015)

La gratuità della salvezza in Cristo

Celebrando giovedì mattina, 15 ottobre, la messa nella cappella di Casa Santa Marta, il Pontefice ha collegato le letture – tratte dalla lettera di Paolo ai Romani (3, 21-30a) e dal Vangelo (Luca 11, 47-54) – con la straordinaria esperienza vissuta da SantaTeresa d’Avila e ha detto: «Una delle cose più difficili da capire, per tutti noi cristiani, è la gratuità della salvezza in Cristo».

 

 

 

 

 

Chiedo cordialmente a tutti di non dimenticare che la riconoscenza più facilmente ci conduce all’amore puro, perché è un sentimento nobile; per questo dobbiamo riflettere molto sui grandi benefici che Dio ci ha concesso per esserci esercitati nell’amore. Pensate, figlie mie, che sono molte le anime che sono arrivate ad amare Dio in modo straordinario, meditando sull’amore che il buon Gesù ci ha dimostrato sulla croce, dove lo ha condotto l’amore alla miseria umana. (Madre Speranza 20, 542 il 14 maggio 1954)

Ricordiamo che la gratitudine per Gesù è quasi sconosciuta. Ho spesso sentito che molti chiedono e pochi ringraziano, nonostante egli ci dia più di quando gli chiediamo. È anche vero che chiedere è di chi sta nel bisogno, ringraziare è di cuori nobili. Per questo vorrei che risplendesse in noi questa qualità dopo l’amore. (Madre Speranza 5, 224 nel 11941)

Gesù mio, fà che il mio amore per te sia sempre un amore riconoscente, mai provocato dalla paura del castigo che ho meritato, neanche per il premio che posso sperare dal tuo amore e dalla tua misericordia, ma fa’ che ti ami con tutte le forze, perché meriti di essere amato più di ogni cosa. (Madre Speranza 18, 593 il 7 febbraio 1940)

Questa notte l’ho trascorsa col buon Gesù: mi sono raccolta un po’ per pregare e la notte è trascorsa senza accorgermi. Gesù mi ha detto che quanto più mi eserciterò nella virtù della carità, tanto più cresceranno in me i sentimenti di pietà che sgorgano con facilità da un cuore che già vive l’amore di Dio, ed è questo che fa vedere la bellezza, la bontà e l’infinita misericordia di Dio. Da qui nasce spontaneamente un sentimento di riverenza e ammirazione che porta con sé gratitudine, lode e compiacenza; quanto più grande è l’amore verso Dio, tanto più si espanderanno questi affetti, come succede con l’amore verso di Lui: quanto più l’anima considera quello che Lui ha fatto e sofferto e l’amore che dimostra nell’Eucaristia, tanto più si riempie di amore, di adorazione, di gratitudine e si sente spinta ad amarlo intensamente, sentendosi allo stesso tempo trasportata ad abbracciare la croce anche se pesante. (Madre Speranza 18, 1211 il 16 marzo 1952)

Gesù mio, fa’ che il mio amore per te sia sempre di gratitudine e mai per paura del meritato castigo o per il premio che posso sperare dalla tua misericordia. Dio mio, voglio amarti con tutte le mie forze perché meriti di essere amato sopra ogni cosa e perché dall’eternità mi hai tanto amato; voglio amarti, Gesù mio, perché sei il mio tutto e fuori di te non desidero nulla, niente cerco, niente è degno di essere amato; voglio amarti perché tu mi ami, così entrambi ci ameremo tantissimo. (Madre Speranza 18, 1300 il 12 aprile 1952)

Non dobbiamo dimenticare che una delle cose che più facilmente ci conducono al puro amore di Dio, è la gratitudine. È un sentimento molto nobile. Per ravvivarlo dobbiamo pensare spesso ai grandi benefici che Dio ci ha fatto e parlarne con tutti quelli che ci vivono accanto, per stimolare noi e loro all’amore di carità. (Madre Speranza 16, 21 nel 1955)

«La gratuità della salvezza. Dio — ha detto Francesco in proposito — ci ha salvato gratuitamente e ci ha salvato tutti». Mentre c’erano gruppi che dicevano: «No, si salva soltanto quella persona, quell’uomo, quella donna che fa questo, questo, questo, questo, questo... che fa queste opere, che compie questi comandamenti». Ma in tal modo «quello che era gratuito, dall’amore di Dio, secondo questa gente contro la quale parla Paolo», finiva col divenire «una cosa che possiamo ottenere: "Se io faccio questo, Dio ha l’obbligo di darmi la salvezza". È quello che Paolo chiama "la salvezza per mezzo delle opere"».

«Noi siamo abituati — ha detto il Papa — a sentire che Gesù è il Figlio di Dio, che è venuto per amore, per salvarci e che è morto per noi. Ma lo abbiamo sentito così tante volte che ci siamo abituati». Quando infatti «entriamo in questo mistero di Dio, di questo amore di Dio, questo amore senza limiti, un amore immenso», ne restiamo talmente «meravigliati» che «forse preferiamo non capirlo: meglio la salvezza nello stile "facciamo queste cose e saremo salvi"». Certo, ha chiarito il Pontefice, «fare il bene, fare le cose che Gesù ci dice di fare, è buono e si deve fare»; eppure «l’essenza della salvezza non deriva da ciò. Questa è la mia risposta alla salvezza che è gratuita, viene dall’amore gratuito di Dio».

Ed è per questo che lo stesso Gesù può sembrare «un po’ accanito contro i dottori della legge», ai quali «dice cose forti e molto dure: "Voi avete portato via la chiave della conoscenza, voi non siete entrati, e a quelli che volevano entrare voi glielo avete impedito, perché avete portato via la chiave", cioè la chiave della gratuità della salvezza, di quella conoscenza». Infatti, ha rimarcato il Papa, questi dottori della legge pensavano che ci si potesse salvare soltanto «rispettando tutti i comandamenti», mentre «chi non faceva quello era un condannato». In pratica, ha detto Francesco con un’immagine molto evocativa, «accorciavano gli orizzonti di Dio e facevano l’amore di Dio piccolo, piccolo, piccolo, piccolo, alla misura di ognuno di noi».

Dunque ecco spiegata «la lotta che sia Gesù sia Paolo fanno per difendere la dottrina». E a chi dovesse obiettare: «Ma padre, non ci sono i comandamenti?», Francesco ha risposto: «Sì, ci sono! Ma ce n’è uno, che Gesù dice che è proprio come la sintesi di tutti i comandamenti: amare Dio e amare il prossimo». Proprio grazie a «questo atteggiamento di amore, noi siamo all’altezza della gratuità della salvezza, perché l’amore è gratuito». Un esempio? «Se io dico: "Ah, io ti amo!", ma ho un interesse dietro, quello non è amore, quello è interesse. E per questo Gesù dice: "L’amore più grande è questo: amare Dio con tutta la vita, con tutto il cuore, con tutta la forza, e il prossimo come te stesso". Perché è l’unico comandamento che è all’altezza della gratuità della salvezza di Dio». Al punto che Gesù poi aggiunge: «In questo comandamento ci sono tutti gli altri, perché quello chiama — fa tutto il bene — tutti gli altri". Ma la fonte è l’amore; l’orizzonte è l’amore. Se tu hai chiuso la porta e hai portato via la chiave dell’amore, non sarai all’altezza della gratuità della salvezza che hai ricevuto».

È una storia che si ripete. «Quanti santi — ha affermato Francesco — sono stati perseguitati per difendere l’amore, la gratuità della salvezza, la dottrina. Tanti santi. Pensiamo a Giovanna d’Arco». Perché la «lotta per il controllo della salvezza — soltanto si salvano questi, questi che fanno queste cose — non è finita con Gesù e con Paolo». E non finisce neanche per noi. Infatti è una lotta che pure noi ci portiamo dentro. Ecco dunque il consiglio del Pontefice: «Ci farà bene oggi domandarci: io credo che il Signore mi ha salvato gratuitamente? Io credo che io non merito la salvezza? E se merito qualcosa è per mezzo di Gesù Cristo e di quello che lui ha fatto per me? È una bella domanda: io credo nella gratuità della salvezza? E infine, credo che l’unica risposta sia l’amore, il comandamento dell’amore, del quale Gesù dice che lì sono riassunti gli insegnamenti di tutti i profeti e tutta la legge?». Da qui l’invito conclusivo a rinnovare «oggi queste domande. Soltanto così saremo fedeli a questo amore tanto misericordioso: amore di padre e di madre, perché anche Dio dice che lui è come una madre con noi; amore, orizzonti grandi, senza limiti, senza limitazioni. E non ci lasciamo ingannare dai dottori che limitano questo amore».

© Copyright - Libreria Editrice Vaticana

Articolo precedente

Articolo successivo

[Home page | Sommario Rivista]


realizzazione webmaster@collevalenza.it
ultimo aggiornamento 14 novembre, 2015