esperienze  
 

Paolo Risso

"Sacerdote semplice":
P. SOLANO CASEY

Il settimanale "The Detroit Sunday" (2 dicembre 1956) nel centenario dei Cappucini negli Stati Uniti d’America, pubblicava la foto di un frate che tutti riconoscevano come "il cappuccino più noto tra gli americani": il padre Solano Casey. Barba bianca di 86enne che diceva sorridendo: "La vita religiosa è come aver iniziato il Paradiso sulla terra".

 

Un ragazzo di nome Barney

Era nato il 25 novembre 1870 a Oak Grove (Winsconsin) ed era stato battezzato il 18 dicembre successivo con il nome di Bernard Francis, ma in famiglia presero subito a chiamarlo Barney: il sesto di 16 figli di James Casey e di Ellen Murphy, emigrati dall’Irlanda, cattolici e coltivatori dei campi.

Barney cresce in un ambiente sano, in uno scenario splendido, lungo le coste del maestoso fiume Mississipì. Nel 1873, si trasferiscono a Big Rover più vicini alla chiesa e con una campagna più ampia da coltivare. A 8 anni, il nostro comincia i primi studi e frequenta la dottrina cristiana a St. Mary School. È forte e inclinato alle cose pratiche, ricco di buon senso e di lieto umore. Nell’ottobre 1882, un altro trasferimento: azienda agricola presso Burkhardt, in St. Croix County. Barney, preparato dal parroco, riceve la prima comunione. Ha imparato a amare Gesù dai suoi cari e a dire ogni sera il Rosario alla Madonna. Il suo fratello maggiore Maurizio entra in Seminario e Barney pensa che anche lui potrebbe diventare sacerdote. Intanto prega di più e va a lavorare.

A 15 anni, è taglialegna. A 17 già conducente del tram. Impara a fare il fotografo, a suonare l’organetto, il violino e dà concerti senza pretese. Si dà a ogni genere di sports, escluso il pugilato perché non vuol dare né ricevere cazzotti. Appassionato di "Baseball". Cacciatore di linci nella foresta e pescatore sulle rive del Mississipì. Ha lo stile dei "pionieri" e non teme nulla. In cuore, un grande amore a Gesù Cristo e la visione della vita come offerta e dono, proprio a Sua immagine.

Nel 1890, ventenne, si trasferisce a Superior (Winconsin) come conducente e poi istruttore delle tramvie elettriche. Intraprendente e lungimirante, convince i suoi familiari a stabilirsi a Superior dove c’è più possibilità di vita, di istruzione e di lavoro per loro e i figli più giovani che nel frattempo sono arrivati nella sua famiglia.

Ma ecco, che scocca la scintilla. Era sempre stato un ragazzo retto e limpido, ma ora presso i Frati Minori Francescani, trova nel P. Eustachio la sua guida e padre spirituale. Il quale padre un giorno gli dice: "Ma lo sai che Gesù è tutto? Che Egli basta alla vita? Perché non diventi sacerdote?".

Solo l’altare

Già, è vero: Gesù solo basta alla vita. E la vita offerta a Lui è spesa al prezzo più alto. Nel gennaio 1892, Barney, 22 anni, entra nel seminario diocesano di S Francesco di Sales a Milwaukee. Ma gli studi per lui sono troppo difficili: i testi sono in latino e i professori parlano tedesco. Con un impegno eroico, lui studia per 4 anni. È un chierico esemplare, ma proprio non ce la fa, perché lui non sa né il latino né il tedesco.

È costretto a rientrare in famiglia. L’8 dicembre 1896, durante il ringraziamento alla S. Comunione, avverte che la Madonna gli dice: "Va a Detroit, tra i Cappuccini".

A Natale 1896, è già a Detroit, al convento di S. Bonaventura. Si trova meglio che a casa sua e capisce che Dio, da tutta l’eternità, lo vuole lì, in mezzo ai Frati dalla barba fluente. Il 14 gennaio 1897, veste l’abito cappuccino e prende il nome di Francesco Solano. Ma subito lo chiamano fra Solano. Si distingue per la gioia di stare per sempre lì con il Signore, così che il suo Maestro, P. Gabriele Messner, un sant’uomo, dice ai suoi novizi: "Se siete tristi, andate da Casey, che è sempre pieno di gioia". Si impegna con tutte le forze a imitare le virtù del Padre S. Francesco.

Il 21 luglio 1898, offre a Dio i primi voti e viene mandato al convento di S. Francesco a Milwaukee per gli studi teologici. Si fa stimare per il suo spirito di preghiera e di servizio a tutti. Ma si rivelano di nuovo le difficoltà negli studi. Il P. Antonio Rottensteiner, maestro degli "studenti", lo aiuta in ogni modo, ma con modesti risultati. Fra solano è ammesso ai voti perpetui, ma come si fa a ordinarlo sacerdote?

Ci pensa il padre-maestro: "È tanto buono e pio, lo ordineremo e, come sacerdote sarà per il popolo un altro Curato d’Ars". Non gli sarebbe stata data la facoltà di confessare né di tenere prediche dottrinali. È un’umiliazione, senza dubbio, ma allora era prevista questa soluzione dalla legge ecclesiastica. Il 24 luglio 1904, Solano Casey è ordinato sacerdote nella Chiesa dei Cappuccini a Milwaukee, come "sacerdote simplex", senza poter confessare, ma celebrando ogni giorno la S. Messa e occupandosi delle mansioni più umili.

Ora P. Solano è immensamente felice. Così sarà per 53 anni e lui, stando all’ultimo posto, amerà e farà amare Gesù, a un numero sconfinato di anime ponendo in primo piano il santo sacrificio delle Messa, davvero e sempre "sacerdote propter Eucaristiam" al massimo. Lui per essere sacerdote ha soltanto l’altare: ma gliel’ha dato Dio, che vuoi di più?

Miracoli della Messa

31 luglio 1904, prima S. Messa a Appleton, davanti ai suoi familiari. Il fratello Maurizio che aveva lasciato il Seminario, vi ritorna portando con sé il fratello più piccolo, Edoardo. Sostenuti dal P. Solano, saranno ordinati entrambi sacerdoti nel 1912. Viene assegnato alla parrocchia del S. Cuore a New York: sacrestano e direttore dei chierichetti. Così può stare a lungo a contatto con Gesù Eucaristico in chiesa. Dei suoi chierichetti fa dei piccoli angeli, dei "serafini" dell’altare e del Tabernacolo. Qualcuno di loro diventerà sacerdote per aver servito la Messa a P. Solano.

Dal 1906, è portinaio del convento e guida della Lega del S. Cuore. Visita i malati: tutti lo vogliono vicino perché sa ascoltare e confortare con lo stile di Gesù stesso. Si occupa dei cattolici impegnati come domestici nelle case protestanti affinché non perdano la fede. Intensifica i suoi rapporti umani per donare Gesù a più anime che può. Tra i suoi amici c’è pure il convertito dall’anglicanesimo Paolo Francesco Wattson che lo inviterà a tenere il discorso alla sua prima Messa, il 3 giugno 1910.

Nel luglio 1918, è mandato alla Fraternità di New York in Pitt Street, parrocchia dell’Addolorata. Ancora sacrestano, direttore dei chierichetti e del gruppo-giovani: adoratore di Gesù Eucaristico e apostolo della S. Messa. Quando nell’ottobre 1921, viene assegnato alla parrocchia di S. Maria degli Angeli a Harlem, con l’incarico di portinaio e promotore dell’Opera serafica delle Sante Messe, la sua vita ha una nuova svolta con una missione speciale e per più di 30 anni.

Tutti scoprono presto che in portineria c’è un frate straordinario che ascolta tutti con affetto, e consiglia con parole semplici e ispirate da Gesù stesso. A chi vuol lasciare un’offerta, egli indica l’Opera delle Sante Messe, sicuro che dal Sacrificio di Gesù sull’altare vengono tutte le grazie. Invita tutti a confessarsi spesso, a ricevere la S. Comunione e a pregare per le missioni. Ai protestanti, ai non-credenti, agli atei, ricorda: "Quanto a lungo ancora vuoi far attendere Gesù? Amico, Gesù, unico Salvatore, si trova solo nella Chiesa Cattolica! Coraggio!".

Da parte sua, P. Solano prega e prega. Presto arrivano conversioni e guarigioni straordinarie e singolari favori di Dio. Il Provinciale, P. Benno Aichinger, nel novembre 1923 viene a conoscenza di tutte queste cose e subito gli ordina "per santa obbedienza" di prendere nota per iscritto dei fatti straordinari che avvengono tra le sue mani. Lui obbedisce e tra l’8 novembre 1923 e il 28 luglio 1924 registra 96 annotazioni, di cui 41 riferiscono grazie speciali ottenute in seguito all’iscrizione all’Opera delle Sante Messe.

Nell’agosto del 1924, è trasferito alla portineria del convento di Detroit, come portinaio e promotore "delle Sante Messe". Ed ecco che senza volerlo, una fiumana di gente si riversa attorno a lui, attirata dalla fama della sua santità e delle grazie straordinarie che ottiene da Dio. Egli vive di Gesù e irradia Gesù. Ogni giorno, sono 150-200 persone che lo avvicinano e lui resta in portineria per dieci ore, senza concedersi tregua o vacanze. Offre tutto e chiede tutto a Gesù nella Messa, "il suo unico Tesoro", e nell’adorazione davanti al Tabernacolo, che prolunga di notte.

Riempie sette grossi taccuini con seimila casi particolari dei quali seicento sono mirabili conversioni e guarigioni. Protestanti e testimoni di Geova che ritornano alla Chiesa Cattolica e si fanno ferventi di amore a Gesù; moribondi che guariscono e riprendono le loro attività; meraviglie di Dio, per la preghiera di un umile frate. Ai "graziati" che vengono a dirgli la loro riconoscenza, risponde sempre: "Tutto viene dal Santo Sacrificio di Gesù nella Messa".

Durante la crisi economica del 1929/30, con tanti poveri senza nulla, P. Solano fa miracoli per procurare a tutti il necessario per vivere. Promuove la nascita di un ristorante dove ogni giorno i poveri a migliaia trovano pane, minestra e carne. Lui stesso va alla questua per alimentare quest’opera. Nel 1939/40 un’altra tragedia: la 2ª guerra mondiale. Centinaia di famiglie si rivolgono a P. Solano per i parenti al fronte di guerra: per la sua preghiera giungono aiuti insperati a soldati e famiglie. Un’altra irradiazione di Gesù vivo!

L’uomo della gioia

Ciò che più affascina in lui è la sua letizia, il senso di sentirsi amato di amore infinito da Gesù, l’Uomo-Dio, al Quale soltanto vuole rassomigliare. Tutta la sua vita è incentrata nella S. Messa che celebra con un ardore sempre in crescita, perché – si domanda – "Chi più grande di noi sacerdoti che ripresentiamo Gesù vivo sull’altare a ogni Messa?". Considera il suo stato di sacerdote e di cappuccino "un vero privilegio" e ne è felice. A suo fratello don Maurizio Casey ricorda spesso: "Rendiamo sempre grazie a Dio per la nostra vocazione! Che cosa vuoi di più?". Ai novizi che si preoccupano per la loro destinazione risponde: "Che importa il luogo? Non c’è forse Gesù Eucaristico in ogni luogo? Non vi basta lui per essere felici?".

Proprio di lì alimenta la sua felicità: dall’intimità sempre più profonda con Gesù Eucaristico, e vuole comunicare a tutti questo segreto della gioia: "Che cosa sarebbe mai la nostra vita senza l’Eucaristia? Ma noi nella Messa e nel Tabernacolo abbiamo tutto".

Indugia a lungo a contemplare le bellezze della natura come il Padre S. Francesco, ma soprattutto contemplando l’incarnazione del Figlio di Dio – Gesù Bambino – la sua vita, i suoi discorsi, la sua Passione e morte – Gesù Crocifisso. Legge le vite dei santi e li invoca come amici e intercessori, prima fra tutti la Madonna, mai sazio di approfondire la conoscenza di Lei, dei suoi privilegi, in primo luogo la sua Immacolata Concezione, la corredenzione come "mater dolorosa" accanto al Crocifisso unico Redentore.

Sano e robusto sin oltre gli 80 anni, si diverte un mondo a giocare con i novizi a tennis, a far passeggiate in mezzo ai campi e ai boschi, portando con sé il suo violino che suona in modo egregio, e un’infinità di caramelle e dolcetti che distribuisce ai giovani confratelli e a chi incontra.

All’inizio del 1956, 86 anni, la sua salute comincia a venir meno. Non perde la gioia. Momenti di quiete e di intensa sofferenza. Anche con l’ossigeno, ha voglia di cantare: inni a Gesù, alla Madonna, densi di lode. Quando non può scendere in portineria, tutti i frati impazziscono per le telefonate che da tutta l’America ricevono per sapere sue notizie. Finché può si fa accompagnare in cappella dove passa lunghe ore in adorazione di Gesù Eucaristico.

Fino all’ultimo, vuole accogliere chi desidera parlargli. Offre il suo patire per l’Ordine Francescano, per i sacerdoti, per la conversione delle anime a Gesù, per la conversione dei protestanti, degli ebrei, che pure sono affascinati dal suo stile tutto verità e amore. Il 31 luglio 1957 dice: "Oggi è un giorno meraviglioso, stasera vedrò Dio. Parla ancora della urgenza della conversione del mondo a Gesù Cristo e sul suo desiderio cocente di condurre le anime a Lui. Verso le 11 confida: "Ora do la mia anima a Gesù". E va incontro a Lui, nella gioia: 53 anni prima aveva celebrato la sua prima Messa.

Il suo biografo, Patrizio Derum asserisce che più di 200 mila persone piansero la sua morte negli USA e in Canada. "Sacerdote semplice", era vissuto solo per il Tesoro più alto, infinito ed eterno, che è la S. Messa. La Messa che è il Cristo Immolato, è la nostra vita, il nostro unico Tutto.

Dal 1981, è in corso la sua causa di beatificazione. P. Solano Casey, Cappuccino come S. Pio da Pietrelcina, più che mai esemplare e attualissimo, oggi.

Articolo precedente

Articolo successivo

[Home page | Sommario Rivista]


realizzazione webmaster@collevalenza.it
ultimo aggiornamento 16 novembre, 2015