La porta "bella" della Misericordia

Studi

P. Aurelio Pérez fam

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"Gesù Cristo è il volto della Misericordia del Padre" (MV 1)

 

Negli articoli anteriori abbiamo cercato di soffermarci sul significato della Porta Santa, Porta della misericordia in questo Giubileo straordinario voluto da Papa Francesco. Gesù ha definito se stesso come la Porta della salvezza, perché solo attraverso di Lui noi arriviamo al Padre, alla verità, all’amore, alla vita. L’essere porta di Gesù si manifesta in sommo grado nella sua croce. Il Crocifisso dell’Amore Misericordioso che si venera nel Santuario di Collevalenza ci ricorda la verità e la sublime profondità di questo amore, l’amore più grande e inimmaginabile.

Ora quando in una casa si attraversa la porta ci si incontra con delle persone, con dei volti.

Quale volto incontriamo attraversando la Porta della misericordia? Il volto di Gesù stesso, il Cristo che rivela il Padre. In Lui la porta e il volto coincidono: passando attraverso di Lui che è la via incontriamo… Lui che è la verità, entriamo nel suo mistero, lo conosciamo come Lui è, cioè come amore misericordioso che rivela il Padre, e come vita in pienezza.

Comprendiamo meglio, così, perché Papa Francesco ha voluto dare alla sua Bolla d’indizione del Giubileo straordinario della Misericordia il titolo di "Misericordiae Vultus". Titolo bellissimo e verissimo.

Gesù Cristo è il volto della misericordia del Padre. Il mistero della fede cristiana sembra trovare in questa parola la sua sintesi. Essa è divenuta viva, visibile e ha raggiunto il suo culmine in Gesù di Nazareth. Il Padre, «ricco di misericordia» (Ef 2,4), dopo aver rivelato il suo nome a Mosè come «Dio misericordioso e pietoso, lento all’ira e ricco di amore e di fedeltà» (Es 34,6), non ha cessato di far conoscere in vari modi e in tanti momenti della storia la sua natura divina. Nella «pienezza del tempo» (Gal 4,4), quando tutto era disposto secondo il suo piano di salvezza, Egli mandò suo Figlio nato dalla Vergine Maria per rivelare a noi in modo definitivo il suo amore. Chi vede Lui vede il Padre (cfr Gv 14,9). Gesù di Nazareth con la sua parola, con i suoi gesti e con tutta la sua persona […] rivela la misericordia di Dio. (Misericordiae Vultus, n. 1)

 

L’epifania del Volto

Il volto di una persona rivela la sua identità. Emanuel Levinas, filosofo francese, usa l’espressione "epifania del volto" per indicare che il volto dell’altro è sempre una rivelazione. Riprendendo questa espressione, possiamo dire che il volto misericordioso di Gesù che si offre per amore, e per amore muore per­donando, è davvero l’Epifania più alta del mistero di Dio, la rivelazione della sua intima natura. "Nessuno mai ha visto Dio. Il Figlio unico, che è nel seno del Padre, Lui lo ha rivelato" (Gv 1, 18).

Contemplando il volto bellissimo del Crocifisso dell’Amore Misericordioso, che Madre Speranza ha fatto collocare nel cuore del Santuario di Collevalenza, possiamo facilmente intuire che questo è davvero il Vultus misericordiae, teofania ed epifania dell’Amore misericordioso del Signore. Gesù è rappresentato nell’atto di dire al Padre. "Padre perdona loro, perché non sanno quello che fanno!" (Lc 23,34). Un volto sofferente, e insieme sereno, implorante. È il volto di chi soffre per amore, e sta dando la vita per amore di tutti, anche di quelli che lo stanno uccidendo.

Viene spontaneo il ricordo delle parole di Gesù a Filippo che gli chiedeva di mostrare loro il Padre: "È tanto tempo che sono con voi e non mi conosci Filippo? Chi ha visto me ha visto il Padre. Come puoi dire: mostraci il Padre?" (Gv 14, 9).

 

I volti che incontriamo

Potremmo fare un esercizio interessante sul modo in cui contempliamo i volti delle persone che incontriamo o che vediamo attraverso i mezzi di comunicazione.

Ci sono i volti della pubblicità, tutti sorrisi, sprizzanti gioia, luminosi, accattivanti, seduttori… con l’unico fine di convincerci ad acquistare un prodotto. I volti del marketing.

Ci sono poi i volti compassati o grintosi, anch’essi accattivanti, di chi anziché vendere prodotti vuole vendere idee, programmi di partito, promesse, utopie ideologiche.

Ci sono i tanti volti che le cronache quotidiane ci mettono davanti agli occhi: spesso stravolti dall’odio e dal desiderio di vendetta – al punto da sembrare disumani, più da belva che da uomo –, o smarriti dalla disperazione, o sfigurati dal cinismo, o impietriti dall’indifferenza, o…

Ma se guardiamo con attenzione, non solo estetica, il volto di un bambino innocente, vi vediamo il riflesso dell’eterno amore; se guardiamo il volto di un giovane che si apre alla vita, quello di una mamma, di un papà che portano avanti con sacrificio e amore la propria famiglia, il volto di un anziano, di un malato, di un povero, possibilmente con i nostri occhi e non con quelli di una telecamera (questi volti difficilmente appaiono nei telegiornali), ci accorgiamo che c’è un modo diverso di guardare, e ci sono dei riflessi sorprendenti di una luce diversa. In questi volti contempliamo il Volto.

 

Contemplatori del suo Volto

Il Volto della misericordia va scoperto, ricercato, atteso. I Salmi della Bibbia riflettono questo desiderio struggente, definito come "sete", che diventa preghiera.

L’anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente,

quando verrò e vedrò il volto di Dio? (Sal 41,2)

Il tuo volto, Signore io cerco, non nascondermi il tuo volto!" (Sal 27,8).

Queste preghiere accorate riflettono l’anelo più profondo di ogni vero credente. Anche Mosé aveva questo struggente desiderio, ma gli fu concesso solo di vedere Dio di "spalle". Ebbe però la grazia di ascoltare la rivelazione del Nome di "Dio misericordioso e pietoso" (Cf Es 33,18-23; 34,5-6).

Questo volto di Dio che nessuno ha visto ne può vedere, "il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato" (Gv 1,18)

Un volto, quello di Gesù, che non si può tanto descrivere quanto contemplare. Non tanto frutto di ricerca quanto di grazia e di rivelazione dall’alto. Gesù stesso ce lo fa capire. (Cf Mt 11, 25-27).

Fin dall’inizio di questo Giubileo straordinario della Misericordia, chiediamo al Padre, nello Spirito Santo, la grazia di accogliere la rivelazione del volto del Figlio "pieno di grazia e di verità" (Gv 1, 14).

"«Vogliamo vedere Gesù» (Gv 12,21). Questa richiesta, fatta all’apostolo Filippo da alcuni Greci che si erano recati a Gerusalemme per il pellegrinaggio pasquale, è riecheggiata spiritualmente anche alle nostre orecchie in questo Anno giubilare. Come quei pellegrini di duemila anni fa, gli uomini del nostro tempo, magari non sempre consapevolmente, chiedono ai credenti di oggi non solo di «parlare» di Cristo, ma in certo senso di farlo loro «vedere». E non è forse compito della Chiesa riflettere la luce di Cristo in ogni epoca della storia, farne risplendere il volto anche davanti alle generazioni del nuovo millennio?

La nostra testimonianza sarebbe, tuttavia, insopportabilmente povera, se noi per primi non fossimo contemplatori del suo volto". (S. Giovanni Paolo II, Novo Millennio Ineunte, 16)

La persona di Gesù si può conoscere solo con un’assidua frequentazione. Non è questa, forse, la nostra esperienza umana?

Il tentativo di descrivere il volto di Gesù Cristo non è facile. Ma per fortuna c’è il suo Vangelo, per cui non occorre lavorare di fantasia. Bisogna solo cercare nelle Scritture Sante il Volto Santo del Dio Santo, che è appunto quello di Gesù. Non abbiamo altra fonte attendibile e sicura al di fuori delle Scritture, in particolare i Vangeli e le testimonianze degli Apostoli (cf NMI, 17).

Possiamo tentare un identikit del volto di Gesù a partire da ciò che Dio stesso ha voluto rivelare di sé nel suo Figlio Diletto, individuando dei tratti inconfondibili, che ci fanno dire: "È Lui!".

Troviamo, anzitutto, tre dimensioni fondamentali del volto di Cristo, come appaiono dalla testimonianza dei Vangeli: volto del Figlio, volto Sofferente e volto Glorioso. Dai Vangeli cogliamo anche tante altre sfumature di questo volto misterioso e luminosissimo, umano e divino, che riflette la gloria del Padre del cielo, e la sua intima natura di Dio-Amore misericordioso. Su di esse cercheremo di soffermarci nei prossimi numeri.

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ultimo aggiornamento 17 dicembre, 2015