Aperta a Collevalenza la Porta Santa della Misericordia
“Dio ha messo la sua felicità nelle nostre mani”

"Rallegrati, grida di gioia, acclama con tutto il cuore, santa Chiesa di Orvieto-Todi"

Aperta al santuario dell’Amore Misericordioso la Porta Santa del Giubileo.

Perché a Collevalenza?
di Antonio Colasanto

Il Santo Padre Francesco, nella solennità della Beata vergine Maria ha aperto il Giubileo straordinario che dischiude per tutti noi e per l’umanità intera la porta della misericordia di Dio.

In comunione con la Chiesa universale il 13 dicembre alle ore 16 a Collevalenza nel Santuario dell’Amore Misericordioso il vescovo Mons. Benedetto Tuzia ha aperto, per la Diocesi di Orvieto-Todi, la Porta Santa del Giubileo della Misericordia, preludio per una profonda esperienza di grazia, di riconciliazione, di pace.

Perché la scelta di Collevalenza?

Perché a Collevalenza sorge il primo Santuario al mondo dedicato all’Amore Misericordioso e fatto costruire circa sessanta anni orsono dalla Beata Madre Speranza, apostola del­l’Amore Misericordioso.

Madre Speranza fondatrice di due congregazioni religiose, le Ancelle e quella dei Figli dell’Amore Misericordioso, umile donna del nostro tempo, che all’origine della propria spiritualità, ha avuto il suo particolare incontro con Dio: una esperienza profonda del mistero di Dio Amore Misericordioso.

Madre Speranza ha conosciuto un Dio che cerca con tutti i mezzi di confortare, di aiutare, di rendere felici tutti gli uomini e che li cerca e li insegue con amore come se Lui non potesse essere felice senza di loro e che vuole essere conosciuto da tutti come un Padre pieno di bontà .... L’amore di Dio predilige chi ha più bisogno e chi, carico di difetti si sforza di correggersi.

L’amore di Dio non impone, ma si mette a servizio.

L’amore di Dio – scrive Madre Speranza - è costante, è di sempre.

L’amore di Dio dissimula le mancanze e scusa.

L’amore di Dio è ansia di riabbracciare ed Egli, Padre di immenso amore, si umilia fino a farsi, per la salvezza di tutti gli uomini, mendicante di amore.

Questa celebrazione, in comunione con la Chiesa universale ha inaugurato l’Anno Santo per la nostra comunità diocesana. Un anno - come ha ricordato il vescovo Tuzia – "da vivere nel nome della Misericordia per sentire le braccia dell’infinito che avvolgono la nostra piccolezza, il soffio della brezza di Dio che è carezza, vicinanza, tenerezza, perdono".

A quanti sono intervenuti dai diversi comuni della diocesi, e ai numerosi pellegrini si è presentato uno spettacolo straordinario: il piazzale del santuario stipato di gente venuta da ogni dove … erano in cinquemila.

Rifatto magistralmente l’accesso al santuario con opere di miglioria della scala di accesso alla Porta Santa e con l’eliminazione delle barriere architettoniche.

C’erano tutti i sacerdoti della diocesi, i diaconi, i seminaristi, molti religiosi e religiose, non solo quelli di casa, i Figli e le Ancelle dell’Amore Misericordioso. Numerose le autorità civili e militari intervenute. C’erano tutti i Sindaci del territorio.

Già un’ora prima che iniziasse la liturgia di apertura della Porta Santa, davanti ai confessionali, vi era una lunga fila di persone in attesa di celebrare il sacramento della riconciliazione.

La liturgia, presieduta da mons. Benedetto Tuzia, vescovo di Orvieto-Todi, ha avuto inizio puntualmente alle ore 16 nella cripta, ove riposano le spoglie mortali della beata Madre Speranza. Qui, dopo il canto d’ingresso "Misericordes sicut Pater", mons. Tuzia ha rivolto all’assemblea una esortazione a cui ha fatto seguito la lettura della Bolla di indizione del Giubileo straordinario della Misericordia.

Al termine della lettura, processionalmente, il vescovo Benedetto e i concelebranti si sono avviati verso la Porta Santa mentre la schola e l’assemblea cantavano "Celebriamo, Signore, la tua misericordia, / Tu sei fedele per sempre".

Giunti alla Porta il vescovo ha acclamato: "Aprite le porte della giustizia, entreremo a rendere grazie al Signore".

Aperta la Porta, il vescovo Benedetto ha ripreso: "È questa la Porta del Signore: per essa entriamo per ottenere misericordia e perdono".

Il vescovo ha elevato il libro dei Vangeli mentre si cantava: "Io sono la Porta, dice il Signore, chi passa per me sarà salvo, entrerà e uscirà e troverà pascolo, alleluia".

Terminato il canto la processione ha ripreso il cammino verso l’altare della Basilica per la celebrazione eucaristica.

OMELIA di S. Ecc. Benedetto Tuzia, vescovo di Orvieto-Todi, alla Messa di apertura della Porta Santa al Santuario.
13 dicembre 2015

"Rallegrati, grida di gioia, acclama con tutto il cuore, santa Chiesa di Orvieto-Todi. Il Signore tuo Dio è in mezzo a te. Esulterà di gioia per te, ti rinnova con il suo amore e la sua Misericordia". In queste parole del profeta Sofonia, Dio appare come un padre misericordioso, un Dio che danza di gioia per l’uomo. Ripete a me, a ciascuno di voi: "Tu mi fai felice. Tu sei la mia festa, la mia gioia". Dio ha messo la sua felicità nelle nostre mani. Parole straordinarie.

Nel cuore di questo tempo di Attesa-Avvento, ogni Chiesa particolare, anche la nostra Chiesa di Orvieto-Todi vive oggi, con gioia, l’apertura della Porta Santa. Oggi è Giubileo in tutte le Chiese del mondo; ed è gioia e giubilo soprattutto nel cielo. Saluto con affetto tutti voi, fratelli e sorelle, le numerose autorità presenti. Con il cuore e il pensiero vorrei raggiungere ogni persona di questa nostra Chiesa, ogni sacerdote, ogni famiglia, ogni operatore pastorale e soprattutto le persone malate, anziane, i feriti della vita, quanti attendono un gesto che abbia il sapore dell’amore e della misericordia; particolarmente affettuoso il mio saluto ai Figli e alle Figlie dell’Amore Misericordioso. Inizia oggi un anno da vivere nel nome della Misericordia. Ma cos’è la Misericordia?

Misericordia è sentire le braccia dell’Infinito che avvolgono la nostra piccolezza. È il grande abbraccio di Dio. Il soffio della sua brezza. Dio ci si mostra e ci parla dal cuore di quel roveto ardente che è il Suo Amore. Questo anno dobbiamo coltivare il ricordo che noi siamo oggetto da parte di Dio di un amore gratuito, e nella fragilità, abbiamo un titolo in più, per essere da Lui amati. La misericordia di Gesù non è solo un sentimento; è forza di vita. È tenerezza, ascolto, carezza, vicinanza, cura, perdono. Per questo non dobbiamo avere timore di avvicinarci a Lui. Gesù ha un cuore misericordioso. Se gli mostriamo le nostre ferite, le nostre miserie, Egli sempre ci perdona. È pura misericordia. Sì! Andiamo da Lui, perché Lui solo ha il potere di renderci nuovi. Entriamo in Lui e nel suo cuore. Un ingresso che in modo figurato, ci ha portato ad attraversare una porta santa che ci introduce nel cuore del Padre. Accogliamo l’invito di papa Francesco. Lasciamoci sorprendere da Dio. Lui non si stanca mai di spalancare le porte del Suo cuore. Ammiriamo e ringraziamo il Signore che ha fatto dono alla nostra Chiesa di una così singolare messaggera dell’Amore Misericordioso, quale è stata la beata Madre Speranza, la cui testimonianza risplende ancora più forte ed attuale per il nuovo anno di grazia che ci apprestiamo a vivere.

Perché un Anno Santo straordinario? Perché la Chiesa ha bisogno di questo momento straordinario. Questo è il tempo della Misericordia.

È vero, il nostro tempo è un tempo inquietante, un tempo di insicurezza e di angoscia. Dominano delusione, scoraggiamento, rassegnazione. La speranza è divenuta merce rara; raro ospite è il perdono nelle relazioni umane: all’interno della coppia, nella famiglia, nelle comunità cristiane, nel presbiterio, nei luoghi di lavoro, nelle istituzioni… Questo veramente è il tempo favorevole per tutti noi di avviare un cambiamento, di cambiare la vita e di dare un volto nuovo alla nostra Chiesa. Questo è il tempo di lasciarci curare il cuore. Dovunque vi sono cristiani, chiunque deve poter trovare un’oasi di misericordia, perché il mondo,privo di misericordia, è un deserto desolato. A tutti, credenti e lontani possa giungere il balsamo della Misericordia. Forse per troppo tempo abbiamo dimenticato di indicare e di vivere la via della Misericordia. Apriamo i nostri occhi per guardare le miserie del mondo, le ferite di tanti fratelli e sorelle privati della dignità, della libertà e sentiamoci provocati ad accogliere il loro grido di aiuto. Il grande fiume della Misericordia sgorghi e scorra senza sosta e senza mai esaurirsi. Un augurio per la nostra Chiesa: impari a guardare ogni persona con occhi umani, velati di dolore, e con l’occhio luminoso e sereno di Cristo, il divino Samaritano.

Sia Chiesa che riflette il Volto del Dio-Amore, per ridare un cuore nuovo alla gente di oggi, immersa in una civiltà malata, che sembra aver esaurito le scorte della speranza. Chiesa che sa essere al servizio del mondo, e fa dell’amore all’uomo il suo credo. Chiesa che ama servendo e che serve amando, perché una Chiesa che non serve, non serve a niente. Chiesa dalle porte aperte, ed essa stessa porta spalancata di Misericordia, per entrare nella quale non occorre bussare, né fare anticamera. Questo è il volto della Chiesa che siamo chiamati ad esprimere: una Chiesa, casa di Misericordia.

Custodisco ancora nella memoria un incontro toccante che avveniva regolarmente in Subiaco, nel cuore dell’estate, il 15 agosto, la Pasqua di Maria. Facendosi largo a fatica tra due ali di folla, la grande statua di Maria, procedeva verso quella di suo Figlio, Gesù. E nell’avvicinarsi, per tre volte si levava nel silenzio un grido: "Misericordia, Misericordia!" Era l’invocazione forte della Madre verso suo Figlio. Invocazione che veniva fatta propria da tutta la folla con un corale grido: "Misericordia, Misericordia!". Forse anche questa nostra numerosa assemblea dovrebbe uscire dal Santuario gridando:"Misericordia,Misericordia!".

Maria, invocata come Madre e Regina di Misericordia, protegga il cammino giubilare che ci attende, sul quale invochiamo la benedizione del Signore, l’aiuto dei SS. Protettori della nostra Chiesa, S. Giuseppe e S. Fortunato e di Madre Speranza, lei Beata dell’Amore Misericordioso. Amen.

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ultimo aggiornamento 15 gennaio, 2016