Gesù, Fonte di vita, fa’ che gustando di Te, io non abbia altra sete che di Te

Un ulteriore simbolo attribuito all’acqua è quello utilizzato dai Maestri di spirito per parlare della preghiera, che può zampillare e dissetare all’improvviso senza fatica, per puro dono di Dio o come ricompensa ad una lunga, faticosa e perseverante ricerca. Come l’acqua la preghiera è dono e insieme conquista, e poiché non si può improvvisare e necessita di tutta la nostra collaborazione, proveremo a imparare a pregare alla scuola di Madre Speranza

PREGHIERA AFFETTIVA

"Io credo che per elevare il cuore a Dio non occorrano tanti ragionamenti e considerazioni; ci può bastare la convinzione che Dio è nostro Padre. Questa convinzione muove fortemente il cuore a un intenso amore, capace di invadere l’anima per un certo tempo, disponendola a compiere grandi cose" (El pan 9,106).

A noi principianti della preghiera, Madre Speranza raccomanda, quindi, di continuare a perseverare in essa quotidianamente con dolcezza, resistendo alla tentazione di abbandonarla, ancora forte in questa tappa.

A volte ci sembrerà di essere presuntuosi se desideriamo la santità, oppure potremmo sentirci già così sconfitti in partenza e senza speranza di risultati, da non trovare nemmeno la forza di ricominciare.

Altre volte avremo l’impressione forte di avere così tante cose da fare da non poter essere capaci di riservarci del tempo per pregare o, peggio, da pensare che la preghiera sarebbe piuttosto un perdere tempo di fronte all’agire. Ma questo, come insegna Madre Speranza, equivarrebbe al ritenere che le nostre opere umane, per quanto buone, sono più necessarie della Grazia che Dio elargisce attraverso la preghiera (cfr.El pan 14, 17).

A tutte queste tentazioni non bisogna soccombere abbandonando la preghiera, ma continuare a perseverare in essa con dolcezza, e tornare a raccogliersi mediante la semplice considerazione che Dio è nostro Padre e ci ama.

"A Gesù dispiace quando, per una falsa umiltà, ci riteniamo esclusi dalla sua sollecitudine e attenzione paterna… Per quanto mediocri e insignificanti potremmo essere, siamo sufficientemente importanti perché il nostro buon Padre si occupi di noi con la stessa premura che avrebbe se fossimo soli al mondo. Pertanto dobbiamo abbandonarci nelle sue braccia come bambini piccoli, alimentando il nostro spirito con questo pensiero o, meglio, con questa verità: Gesù mi ama…"(El pan 2, 4).

Da questa semplice e costante perseveranza nel pregare il Padre, scaturirà pian piano un cambiamento che ci fa tornare bambini in senso evangelico, ossia ci rende capaci di riconoscerci creature povere e limitate, obbligate a dipendere e capaci di male; e scaturirà insieme lo stupore di scoprire che, ciononostante, il Padre desidera venire subito a casa nostra, anche se non è ancora "a posto".

"Se uno mi ama , osserverà la mia Parola e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui" (Gv 14,23).

Maria Antonietta Sansone

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ultimo aggiornamento 21 marzo, 2016