Gesù

Desidero soffermarmi sulla Preghiera Eucaristica della Riconciliazione II. La liturgia ce la propone soprattutto nelle Messe a carattere penitenziale. Il testo è molto bello e profondo e ci invita alla riflessione. La seconda Preghiera Eucaristica della Riconciliazione sottolinea particolarmente la dimensione ecclesiale della riconciliazione. Qui vengono cantate le gesta di Dio che riguardano non il passato ma l’oggi. E questo diventa importante per noi perché si riallaccia con la nostra vita odierna.

(3) seguito

via che ci guida alla pace

Sac. Angelo Spilla

Riprendendo e continuando la lettura della Preghiera Eucaristica Riconciliazione II, ci soffermiamo su quest’altra affermazione in riferimento a Gesù: Via che ci guida alla pace. Gesù in questa preghiera viene designato con immagini assai suggestive: Parola che salva, mano tesa ai peccatori, Via che porta alla pace di Dio.

L’immagine della via è comune nella Sacra Scrittura, particolarmente nel Nuovo Testamento. E’ così familiare oggi non soltanto alla Chiesa che si autocomprende in situazioni di esodo e si definisce come pellegrina, ma alla umanità che sperimenta se stessa come in cammino verso l’unità, la libertà, la pace.

Sappiamo come si tratta, a volte, di un cammino tortuoso, che comporta quindi rallentamenti e arresti, ma che – come noi cristiani sappiamo – non può fallire la meta, perché il Signore cammina con noi, ci guida nei sentieri del tempo, si fa in Cristo nostra via, nostra legge e modello di vita, sino a giungere all’unità da lui implorata nella preghiera sacerdotale che rivolge al Padre la vigilia della sua passione: "Perché tutti siano una cosa sola; come tu, Padre, sei in me e io vivo in te, siano anch’essi in noi, perché il mondo creda che tu mi hai mandato" (Gv 18,21).

Penso a tutte quelle volte in cui le situazioni e le vicissitudini della vita ci provocano solitudine, abbattimento, tristezza e scoraggiamento. Quante persone non hanno la forza di risollevare il capo perché hanno perso ogni speranza: la moglie abbandonata dal marito, i genitori delusi dalle scelte dei figli, perdita del posto di lavoro, situazione grave di salute, persone vittime dell’odio e della violenza…Dinanzi a tutto ciò dobbiamo avere una certezza: Dio non ci lascia soli in questo cammino. Come nell’Antico testamento guidò il suo popolo nel deserto, conduce oggi la Chiesa pellegrina, non più con la colonna di fuoco, ma con la luce del suo Spirito, non più con il suo braccio potente, ma per mezzo del Figlio della sua destra, l’Unigenito suo.

Questa è la vera certezza che infonde la nostra speranza cristiana: Dio ci sostiene sempre nel cammino. Ci dà il suo figlio Gesù il quale si fa, come a Emmaus compagno di strada aprendoci la nostra mente alla intelligenza delle Scritture, ci fa pregustare nella Santa Cena la meta del nostro pellegrinaggio, il raduno nella casa del Padre.

Dobbiamo, però, ricordare una cosa importante. Il buon esito del cammino è garantito da quanto si è compiuto in Cristo stesso: egli è morto ed è risorto per la nostra salvezza. Il risultato sarà la riconciliazione di tutte le realtà in Cristo.

La via della salvezza è propriamente lui, Gesù nostro Signore; è iniziativa gratuita di Dio, che si muove verso la creatura, dal cielo alla terra, dal creatore alla creatura.

Possiamo camminare con il Padre celeste e accedere alla sua gloriosa presenza proprio perché il nostro redentore ci ha purificato con il suo sangue; ci ha rialzati dagli errori e dalle colpe. Non c’è amore paragonabile a quello di Dio per noi, egli ha mandato il suo Figlio a morire per amore nostro.

Sono tante le strade che l’uomo ancora percorre cercando la pace, la perfezione e la giustizia, tuttavia senza raggiungerle mai. Ma una sola è la via, una sola è la Persona che dà la vera pace, la vera vita (cfr. At 4,12).

Viviamo il Giubileo della Misericordia con questo impegno. Attraversando la Porta Santa, che è Cristo, lasciamoci guidare da questa certezza. Solitamente siamo abituati a pensare che "cercare" è una prerogativa nostra verso Dio, fa un effetto sapere che sia invece Dio a "cercarci", ad accorgersi del nostro stato di vita, della nostra sofferenza. Sentendoci cercati ed amati, lo ameremo maggiormente. Apriamoci alla misericordia divina: è il cuore pulsante del vangelo, come ha scritto papa Francesco nella Bolla d’indizione del Giubileo, ed è Gesù che ci conduce a questo volto misericordioso del Padre.

Sant’Agostino ci ricorderebbe: "Cantiamo da viandanti. Canta, ma cammina. Canta per alleviare le asprezze della marcia, ma cantando non indulgere alla pigrizia. Canta e cammina".

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ultimo aggiornamento 21 marzo, 2016