pastorale familiare

Marina Berardi

Ogni vita, ogni famiglia è dono!

 

 

 

Patrizia: una pellegrina che ha raggiunto la meta. È il titolo di un articolo apparso qualche mese fa sulla rivista della Parrocchia-Santuario "Maria Madre del Buon Consiglio" a Castiglione Tinella (CN). Mi piace immaginare che proprio la Madonna abbia voluto condurre Patrizia nel Santuario dedicato a Suo Figlio, in uno dei momenti più impegnativi della sua esistenza.

Incontrai la prima volta Diego e Patrizia presso la Casa del Pellegrino e, nonostante lei stesse già lottando con la malattia, ricordo il suo sorriso solare, una fede forte e una speranza certa nell’amore del Signore che si stava prendendo cura di lei in un modo del tutto speciale. Insieme, da fidanzati, erano venuti a bussare al cuore dell’Amore Misericordioso perché custodisse il loro progetto; insieme si sono affidati all’intercessione di Madre Speranza perché li aiutasse conoscere e a compiere la volontà di Dio. L’umile gesto dell’immersione nelle piscine è diventato il luogo per chiedere la guarigione e, allo stesso tempo, per raccogliere le forze di vivere il ‘tutto per amore’, fino in fondo, comunque fosse andata.

Da allora, Diego e Patrizia tornarono più volte a Collevalenza, sempre con la speranza, un giorno, di poter coronare ai piedi dell’Amore Misericordioso il grande sogno custodito nel cuore: consacrare il loro amore con il sacramento del matrimonio.

Ricordo una delle ultime telefonate di Diego, quando Patrizia ci stava ormai lasciando, in cui mi disse che a lei sarebbe piaciuto tornare davanti al Crocifisso dell’Amore Misericordioso, anche solo per l’ultimo saluto, per l’ultimo viaggio.

Nell’anno giubilare Patrizia, spalancando la porta del suo cuore a Cristo, ha attraversato la Soglia più importante. Con quanti l’hanno amata e in particolare insieme a Diego, Patrizia ha portato a compimento il progetto di Dio sulla loro coppia: un Amore pieno. Ciò che agli occhi umani può apparire un progetto incompiuto, agli occhi di Dio è destinato a portare un frutto che rimane. Patrizia ha ‘sfiorato’ la vita di tante persone e continua a farlo ancora oggi anche attraverso l’Associazione a lei intitolata che sostiene la ricerca per le cure oncologiche, che si dedica attivamente a opere di beneficienza e solidarietà verso i poveri, che organizza momenti di preghiera e pellegrinaggi in località care a Patrizia, tanto che Diego e altri amici presto saranno pellegrini al Santuario.

Davanti alla partenza di una persona cara, tanto più quando a noi appare prematura, sono molte le domande che affollano il nostro cuore e la nostra mente. Voglio dare voce a Don Filippo, con uno stralcio di quanto lui ha detto in occasione dell’ultimo saluto a Patrizia:

"Signore Gesù! … ho deciso di rivolgermi a te… ‘Tu non hai esaudito la nostra preghiera!’. Questo è il pensiero che per qualche istante è balenato nel nostro cuore sabato 30 gennaio, quando Patrizia è entrata nella Vita Eterna! Centinaia di persone hanno pregato fino all’ultimo per la sua guarigione e Tu sei sembrato sordo! Eppure proprio in queste ore sembra maturare in molti di noi una percezione nuova, particolare! Certo, rimane una grande sofferenza… ma accanto a quella sofferenza si fa spazio un senso di pace e di letizia.

La preghiera di questi giorni… non trasformerà la realtà, ma il contatto vivo con te, Gesù, è l’aiuto decisivo per non abbandonarsi alla rassegnazione, per non cadere nella disperazione, per vivere quella speranza che ci dice che la vita, a Patrizia, non è stata tolta, ma trasformata e per poter guardare con i tuoi occhi quanto è accaduto, scoprendone così miracoli nascosti!

No! Tu non sei sordo! Tu ascolti la preghiera di chi viene a Te… e la esaudisci! Ha ragione Diego quando dice: ‘Bisogna dire che il miracolo non è avvenuto perché non ce n’era bisogno: Patrizia era il miracolo! La sua fede incrollabile è la dimostrazione che Dio l’ha scelta per essere lucernaio per tutti noi!’.

Allora, in questi giorni e nell’avvenire non ti chiederemo ‘Perché ce l’hai tolta!’ perché crediamo che Tu sei il pastore buono, il padre misericordioso che non toglie, ma semmai dona in abbondanza! Ci chiederemo piuttosto senza sosta ‘Perché ce l’hai data? Perché hai fatto sì che Patrizia sfiorasse la nostra vita?’. E le risposte saranno molteplici e sempre nuove! Il Vangelo… contiene la risposta che le riassume tutte: … tu Gesù rimproveri i tuoi discepoli perché di fronte ad un uomo cieco dalla nascita essi ipotizzavano che la sua cecità fosse il giusto castigo divino causato dai peccati dei suoi genitori o di quelli che egli stesso avrebbe commesso nella vita. Senza giri di parole tu attesti invece che ‘Né lui né i suoi genitori hanno peccato, ma è perché in lui siano manifestate le opere di Dio!’. Ecco il perché! In questi anni, in questi giorni, prima nella quotidianità del cammino di fede e poi nella singolarità della malattia, hai manifestato in Patrizia le tue opere, la tua misericordia! E questo perché lei, pur nelle sue fragilità, si è resa disponibile! Anche nella malattia non ti ha chiesto la guarigione, ma la forza per accettarla e per vivere in pienezza il tempo che le rimaneva. È così che – come desiderava ardentemente – è diventata per molti strumento di incontro con te, attraverso la preghiera e la carità. Patrizia non ha solo vissuto le opere di misericordia, lei si è fatta affamata, assetata, prigioniera della malattia, spogliata della salute, carcerata del dolore, straniera per molti che pregavano per lei senza neppure conoscerla, affinché noi potessimo vivere la misericordia standole accanto.

Sembra incredibile, ma più la malattia la immobilizzava e le toglieva l’alito vitale più il vento forte della Tua vita divina, il vento del tuo Spirito sembrava agire, in lei e in quanti aveva accanto, preparando chissà quali frutti… e oggi sembra soffi con una forza inaudita!...

Come con San Paolo, Tu ‘le sei stato vicino e le hai dato forza perché potesse portare a compimento la sua missione’".

Su tutti noi Dio Padre ha un progetto e a fare la differenza non sarà la quantità di anni che avremo vissuto ma la qualità dell’amore che avremo saputo mettere in gioco. È questione di pienezza più che di lunghezza e ognuno ha la sua misura da colmare.

Si sperimenta una profonda pace interiore quando il passaggio di Dio è vissuto come una chiamata, come la speciale visita di Colui che non viene a togliere ma a portare a compimento, come l’accendersi di una Luce nuova ed eterna superando lo spegnersi di una vita. È così che il dolore diventa dono e l’assenza si fa presenza! In questi ultimi mesi, grazie alla mia famiglia ho scoperto la forza trainante del sentirsi uno, la gioia che nasce dal cercare la felicità dell’altro, nella certezza che Dio c’è, si prende cura di noi e porta a compimento la sua opera.

Mio Papà, infatti, ha lasciato che il Signore colmasse fino all’orlo i suoi giorni, vissuti in un fiducioso abbandono nelle Sue mani, trasformati in un "grazie" e in una costante preghiera. Come Patrizia, anche lui avrebbe desiderato tornare al Santuario, ma le condizioni fisiche non lo hanno permesso. È stato commovente, però, il suo ultimo "sì", detto dopo aver atteso e vissuto con fede il sacramento dell'Unzione degli infermi e aver accolto alcune gocce dell’Acqua dell’Amore Misericordioso fra le sue labbra.

Non mi stancherei di narrare e ringraziare per un amore che è stato conquista, lotta, dono. Mi sembra di cogliere ancora l’eco di un tromba che ha allietato i tanti "Capodanni in famiglia" e che ora parteciperà alla sinfonia del Cielo. Vorrei concludere condividendo quei sentimenti semplici e spontanei sgorgati dal cuore di Papà e bisbigliati nei suoi ultimi giorni: "Madre Speranza aiutami a fare quello che vuole Gesù. Aiutami, Madre Speranza a riparare le mie mancanze. Maria Mediatrice guidami tu nel cammino che devo fare… Madre Speranza ti chiedo tutte le cose necessarie. Aiutami a cercare il tuo grande Amore Misericordioso, nel Santuario di Collevalenza del­l’Amore Misericordioso".

Grazie, Signore, ogni vita e ogni famiglia è dono! Grazie, soprattutto, perché ci hai donato più della guarigione, facendoci presagire quella Vita piena che porta a fare della sofferenza il luogo di una libera, fiduciosa e gioiosa offerta. Grazie per averci resi compagni di viaggio, per il tratto di strada percorso insieme lungo il sentiero di un amore crocifisso e risorto!

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ultimo aggiornamento 18 luglio, 2016