Convocati

Desidero soffermarmi sulla Preghiera Eucaristica della Riconciliazione II. La liturgia ce la propone soprattutto nelle Messe a carattere penitenziale. Il testo è molto bello e profondo e ci invita alla riflessione. La seconda Preghiera Eucaristica della Riconciliazione sottolinea particolarmente la dimensione ecclesiale della riconciliazione. Qui vengono cantate le gesta di Dio che riguardano non il passato ma l’oggi. E questo diventa importante per noi perché si riallaccia con la nostra vita odierna.

(8) seguito

 intorno alla tua mensa

     

Sac. Angelo Spilla

 

Un’ultima riflessione ancora sulla Preghiera Eucaristica della Riconciliazione II. Dopo avere benedetto Dio Padre per Gesù Cristo venuto nel suo nome, mano tesa ai peccatori, parola che ci salva, via che ci guida alla pace, addolorati per esserci allontanati con il peccato dalla sua grazia, abbiamo chiesto di ricondurci al suo amore perché anche noi ci doniamo ai fratelli, come segno di unità e strumento della sua pace. Ed eccoci ad un’ultima richiesta: "Tu che ci hai convocati intorno alla tua mensa, raccogli in unità perfetta gli uomini di ogni stirpe e di ogni lingua, insieme con la Vergine Maria…".

 

Siamo convocati alla mensa eucaristica nella gioia della comunione con lui e con i fratelli, con la certezza di partecipare, poi, al convito della Gerusalemme nuova e godere in eterno la pienezza della pace. Che grande dono il Signore ci fa ogni qualvolta partecipiamo alla santa eucarestia! Uniti nel mistero eucaristico qui in terra, pregustiamo e chiediamo di potere partecipare nella vita eterna al banchetto celeste.

Dobbiamo però prendere coscienza di questa partecipazione adesso, qui. Chiediamoci quante volte partecipiamo alla santa Messa e con quale fede?

L’Eucarestia è l’unico sacramento a cui possiamo accedere ripetutamente; è certamente il gesto che ci è più familiare, quello che ci identifica come credenti, che ci connota come comunità.

"L’andare a Messa" segna il confine tra chi vive una fede sporadica e chi la coltiva con assiduità, e l’insistenza della Chiesa sulla partecipazione settimanale all’Eucarestia ne rivela tutta l’importanza. Anche quando si è in viaggio quando si individua una chiesa, basta informarsi per sapere in quale momento della domenica vi si raduna una Chiesa per celebrare l’Eucarestia. Dobbiamo confessare che nonostante siamo credenti e ci professiamo cristiani, poco ancora comprendiamo il sacramento della presenza di Gesù nella santa Eucarestia.

Tutto ci rimanda all’ultima cena di Gesù, quando alla luce della ritualità della cena in cui si faceva memoria della fuga dall’Egitto del popolo di Israele, nostro Signore si è donato a noi come pane e vino per la liberazione e la salvezza eterna di ognuno di noi. E lì Gesù chiede ai suoi di ripetere in sua memoria il gesto che sta compiendo, sta invitandoli a rifare quel gesto per renderlo presente: "Questo è il mio corpo … questo è il mio sangue … Fate questo in memoria di me". Nell’ultima cena, poi, Gesù anticipa la croce e ne fornisce l’interpretazione: la morte che sta per compiersi è per noi, la vita che Gesù sta per donare è per la salvezza di molti. Ecco perché dobbiamo prendere maggiore coscienza quando ripetiamo le parole della Preghiera Eucaristica: "Ci hai convocati alla tua mensa". Se non fossimo troppo abituati a sentire queste parole, quanto ci colpirebbe il suo gesto! Noi crediamo che ancora oggi Gesù si dona nel pane e nel vino consacrato; crediamo che quel pane e quel vino diventano la presenza stessa del Signore. Non solo una presenza che resta lì. L’effetto dell’Eucarestia è di farci diventare ciò che mangiamo (San Leone Magno). Con ben diverso significato noi cristiani ripetiamo quel detto del filosofo materialista: "L’uomo è ciò che mangia" (Feuerbach). Infatti, non siamo noi che assimiliamo quel pane a noi, è esso che assimila noi a sé e ci fa membra vive del corpo di Cristo. E questo pane diventa anche segno di comunione tra noi fratelli: riceviamo la comunione e facciamo comunione. Ogni qualvolta partecipiamo alla Messa avviene questo fatto stupendo: con il nostro riunirci in assemblea "la Chiesa fa l’Eucarestia, e l’Eucarestia fa la Chiesa". Se l’Eucarestia, quindi, è sacrificio di Cristo (il suo corpo offerto per noi), è anche banchetto, un convito a cui tutti siamo invitati ("prendete questo è il mio corpo"), ed è pure mistero che impegna, cioè non semplice atto di culto che si ripete in maniera formale, ma un mistero che esige partecipazione consapevole e attiva, che impegna seriamente la vita di noi credenti. Papa Francesco nella bolla di indizione del Giubileo straordinario della Misericordia, Misericordiae Vultus, ha sottolineato il valore grande che ha l’Eucarestia per noi cristiani: "Gesù Cristo è il volto della misericordia del Padre … Mentre Egli istituiva l’Eucarestia, quale memoriale perenne di Lui e della sua Pasqua, poneva simbolicamente questo atto supremo della Rivelazione alla luce della misericordia. Nello stesso orizzonte della misericordia, Gesù viveva la sua passione e morte, cosciente dal grande mistero di amore che si sarebbe compiuto sulla croce … La sua persona non è altro che amore, un amore che si dona gratuitamente. Le sue relazioni con le persone che lo accostano, manifestano, qualcosa di unico e di irripetibile"( nn.7-8 ). L’Eucarestia è questo volto della misericordia di Dio e diventa anche sorgente della missione nostra. La beata Madre Speranza amava ripetere: "Due cose non si possono più recuperare nella vita: il tempo perduto e una comunione non fatta".

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ultimo aggiornamento 06 settembre, 2016