Gesù, Fonte di vita, fa’ che gustando di Te, io non abbia altra sete che di Te

Un ulteriore simbolo attribuito all’acqua è quello utilizzato dai Maestri di spirito per parlare della preghiera, che può zampillare e dissetare all’improvviso senza fatica, per puro dono di Dio o come ricompensa ad una lunga, faticosa e perseverante ricerca. Come l’acqua la preghiera è dono e insieme conquista, e poiché non si può improvvisare e necessita di tutta la nostra collaborazione, proveremo a imparare a pregare alla scuola di Madre Speranza

PREGHIERA AFFETTIVA

Entrare in se stessi a percepire Dio nella propria anima e restare alla Sua presenza per consentire che la illumini e guarisca, richiede impegno, fatica e coraggio.

"Poche sono le anime che, conoscendo la vita intellettuale per la quale Dio viene a noi, gli vanno incontro, attraverso la propria dimora interiore, nell’innocenza del cuore. Quanto poco conosciamo la nostra interiorità e come poco sappiamo entrarvi!

A volte neppure ci preoccupiamo di entrarvi o abbiamo perfino paura di farlo e ci accontentiamo di darle un’occhiata superficiale, sufficiente ad ottenere una conversione relativa.

Ma la purificazione profonda dell’anima, la trasformazione progressiva della vita umana in vita divina che ci spoglia dell’uomo vecchio per rivestirci del nuovo, tutto questo lavoro nelle profondità dell’anima lo ignoriamo quasi completamente e consentiamo che qualunque miseria invada tale profondità.

Il ricercare sempre noi stessi è il compendio di tutti i nostri vizi, la causa di tutti i nostri peccati e un’abitudine che acquisiamo molto presto e bene. E’ così piacevole essere contenti di noi stessi...

…Ma le ascensioni del cuore cominciano da un luogo più profondo…in queste profondità c’è lotta, c’è sofferenza. È necessario svellere dalla radice l’egoismo personale, l’amore di se stessi che è ostinato e tanto profondamente radicato nel cuore.

Il lavoro è molto arduo e i piaceri molto scarsi, almeno per la sensibilità. Però in questa battaglia ci sono gioie più profonde e piene perché Dio stesso collabora a un tale lavoro e comunica a chi si impegna la gioia della Sua presenza e ciò rende beati." (El pan 8, 82-85)

L’amore e la gioia per l’Ospite divino scoperto in sé non possono fare a meno di esprimersi in gesti concreti di ascesi e purificazione, perché divenga sempre più accogliente e meno indegna la dimora della propria anima. Così accadde a Madre Speranza fin da bambina quando, per timore di disturbare Gesù, subito dopo la sua prima comunione decise di smettere per sempre di saltare alla corda, gioco che le piaceva tanto.

Con questa ricerca ascetica si resta alla Sua presenza anche dopo la preghiera e si continua la preghiera durante tutte le occupazioni quotidiane. Madre Speranza diceva, infatti, di riconoscere l’anima più vicina a Dio dalla sua disponibilità e generosità nel lavorare e sacrificarsi per il prossimo, più che dal suo stile di preghiera in cappella.

Maria Antonietta Sansone

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ultimo aggiornamento 10 novembre, 2016