Gesù, Fonte di vita, fa’ che gustando di Te, io non abbia altra sete che di Te

Un ulteriore simbolo attribuito all’acqua è quello utilizzato dai Maestri di spirito per parlare della preghiera, che può zampillare e dissetare all’improvviso senza fatica, per puro dono di Dio o come ricompensa ad una lunga, faticosa e perseverante ricerca. Come l’acqua la preghiera è dono e insieme conquista, e poiché non si può improvvisare e necessita di tutta la nostra collaborazione, proveremo a imparare a pregare alla scuola di Madre Speranza

PREGHIERA AFFETTIVA

Come dice Madre Speranza, questa continua ricerca di noi stessi spiega il motivo dei nostri diverbi, dei turbamenti che ci assalgono e di gran parte dei torti e delle offese più o meno dolorose che ci scambiamo.

Accorgersi di ricercare prima di tutto se stessi così tenacemente e in ogni azione, anche quella apparentemente più santa, è una grazia concessa alla preghiera assidua, non una capacità naturale.

"Solo dopo aver provato qualcosa della grandezza di Dio e della pienezza che proviene dal suo amore e dalla sua gloria, l’anima comincia realmente a capire la vacuità della propria soddisfazione egoistica. E’ a questo punto che comprende cosa sia il vuoto e ne sperimenta l’abisso e il peso.

Se tutto quello che facciamo nella nostra vita non contribuisce in qualche modo a farci amare la gloria di Dio, non serve, è tutto inutile". (El pan8, 180-81)

Così, quando Dio concede una tale grazia, sarà bene darsi da fare per cambiare.

Madre Speranza suggerisce di formare in noi con pazienza e perseveranza, giorno dopo giorno, poiché si tratta di una vera e propria "rivoluzione copernicana", l’abitudine a vedere, amare e cercare la gloria di Dio prima di sé.

"L’abitudine quanto più è radicata, tanto meno si percepisce; così abbiamo tanto radicata l’abitudine di agire per noi stesse che neppure l’avvertiamo. Pertanto dobbiamo sforzarci di formare in noi un’abitudine della stessa intensità per la gloria di Dio". (El pan 8, 234)

"Come vedete, quello che dobbiamo fare è una trasformazione completa: capovolgere il nostro modo di pensare, i nostri affetti e azioni; modificare profondamente e radicalmente la nostra maniera eccessivamente umana di vedere, amare e operare.

Acquisire idee nuove e un nuovo comportamento in tutto. Spogliarci dell’uomo vecchio con le sue azioni e rivestirci del nuovo. E’ necessario vivere, amare, cercare e vedere Dio in ogni cosa e quando vivere, amare, cercare e vedere Dio in ogni cosa si sarà ben radicato come priorità nei nostri pensieri, al di sopra di ogni nostro affetto e alla base di tutte le nostre azioni, potremo dire di essere giunte alla perfezione tanto ambita". (El pan8, 237-38)

L’orazione affettiva deve proseguire per il cammino dell’amore, che costantemente deve uscire da sé.

Maria Antonietta Sansone

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ultimo aggiornamento 16 gennaio, 2017