Il carisma dell’Amore Misericordioso:

un’àncora di speranza nella vita degli uomini

Roberto Lanza

 

Molte volte crediamo che i santi abbiano avuto una vita facile, una strada spirituale tutta in discesa, che a loro sia stato concesso di essere risparmiati dalla fatica e dalle difficoltà di vivere in modo originale e profondo la fede. Dobbiamo essere sinceri fino in fondo: quante volte ci siamo convinti nel pensare che a loro tutto è "caduto" dal cielo, tutto gli è stato dovuto per grazia, senza sacrificio e senza lavoro. Per il loro stato di santità e di abbandono in Dio, giudichiamo che hanno rinunciato all’impegno, alla stanchezza di impegnare la fede e di progredire nell’avere un cuore di figlio fiducioso.

Non è così!

Al di là di quello che possiamo pensare, i Santi, sono state persone come noi e non dobbiamo credere che la loro vita di sequela del Signore sia stata cosa facile. Il loro cammino è stato una continua salita, una montagna irta di ostacoli, di sassi che feriscono i piedi, di sentieri tortuosi, di burroni profondi. Anzi con la parola santità si intende proprio una condizione di vita ritenuta come il punto d’arrivo di un cammino interiore e spirituale.

La vita è una strada, l’importante è camminare sulla strada, anche se faticosa, per raggiungere una meta, la vita spirituale è questo cammino: il percorso dell’anima verso Dio. Come qualsiasi viaggio è fatto di tappe intermedie prima di raggiungere la meta o il traguardo del viaggio, così, nella vita spirituale, l’uomo non può raggiungere Dio se non percorrendo le tappe del cammino che conduce a Lui. Nel fare questo cammino si scopre il progetto che Dio ha su ciascuno di noi, è la scoperta della missione o la vocazione a cui Dio ci sta chiamando e attraverso quali vie mi andrò a santificare.

È Dio che dona la Grazia per fare questo cammino. Il Papa emerito Benedetto XVI° nella lettera enciclica Spe Salvi confermava proprio questa impostazione: "I santi poterono percorrere il grande cammino dell’essere-uomo nel modo in cui Cristo lo ha percorso prima di noi, perché erano ricolmi della grande speranza"1. Anche la Madre Speranza, per seguire il Buon Gesù, ha dovuto camminare su una strada difficile, una via impegnativa con la quale ha testimoniato una vita consacrata semplice, essenziale, ispirata ed incentrata sull’amore, attenta al Signore ed alle sofferenze umane, pronta al sacrificio ed al dono di sé, senza calcoli, senza ragionamenti, ha vissuto con generosità, ma più che da maestra, lei ci ha dato un esempio di speranza.

C’è un fatto curiosissimo in cui si dice che un giorno, in Calle Toledo a Madrid, in una bellissima casa che gli era stata affidata, avevano accolto un numero incredibile di poveri, diremmo noi oggi di barboni, e la proprietaria si era lamentata:

Ma come ti sei permessa di radunare qui tutti questi poveri che sporcano questa casa? Madre Speranza ricorda: Io dopo quel rimprovero andai di nuovo in cappella dal Signore e sentii che Lui mi diceva: Speranza, dove non possono entrare i poveri non ci devi entrare neanche tu! È ora di partire da questa casa. Allora Madre Speranza chiese: Signore dove devo andare?2

Gesù, allora, le dirà dove dovrà andare e l’accompagnerà per tutta la strada della sua vita. "Signore dove devo andare?" Cosa vuoi che faccia? Come lo devo fare? Dove? Quando e in che modo? Nella nostra vita ci sono molte situazioni in cui difficoltà e problemi si elevano come montagne. Tante volte ci siamo domandati, con difficoltà e timore, il perché di certe situazioni, forse troppe volte il dubbio ha insinuato che Dio è assente e lontano dalla nostra vita.

 

Quante volte abbiamo perso la Speranza! Quante volte abbiamo vissuto senza Speranza!

 

Quante volte il nostro pessimismo ha preso il posto della fede. Nessuno sa e nessuno conosce quello che ci riserverà la vita e cosa ci porterà. Di persone che camminano, soprattutto oggi nel mondo, ce ne sono tante, basta che guardiamo i volti della gente che gira nelle nostre città. Ci sono persone che camminano perché alla ricerca di un lavoro, di una casa, persone che fuggono dalla miseria, dalla guerra e dalla violenza, persone che girano senza meta e persone che si affrettano a seguire falsi maestri di felicità.

Dobbiamo riconoscere che nella storia e nella vita di ciascuno ci sono cammini veri e cammini illusori. Cammini che ci portano serenità, poiché realizzano la nostra vita, e cammini che ci sprofondano sempre più nella tristezza, nella precarietà, nella delusione. Il cammino verso Dio, invece, richiama il cammino personale del credente sulle orme del Cristo: è esercizio di ascesi operosa, di costante vigilanza sulla propria fragilità, di preparazione interiore alla conversione del cuore. Forse iniziamo ogni giorno con grande attesa, forse guardiamo anche al futuro con preoccupazione, come cristiani però sappiamo questo: la nostra fede si fonda sulla Speranza cristiana, ossia sulla certezza che il nostro Dio conosce la nostra strada e sarà sempre con noi su questo nostro camminare. Io spero, ho speranza, perché Dio cammina con me.

(Introduzione a uno Studio sulla Speranza)


1 Lettera Enciclica Spe Salvi n° 39

2 Esortazioni (1959 – 1971) El pan 21,918.

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ultimo aggiornamento 13 aprile, 2017