Gesù, Fonte di vita, fa’ che gustando di Te, io non abbia altra sete che di Te

Un ulteriore simbolo attribuito all’acqua è quello utilizzato dai Maestri di spirito per parlare della preghiera, che può zampillare e dissetare all’improvviso senza fatica, per puro dono di Dio o come ricompensa ad una lunga, faticosa e perseverante ricerca. Come l’acqua la preghiera è dono e insieme conquista, e poiché non si può improvvisare e necessita di tutta la nostra collaborazione, proveremo a imparare a pregare alla scuola di Madre Speranza

PREGHIERA AFFETTIVA

Riassumiamo quanto detto fino ad ora sulla preghiera, con una meditazione della beata Speranza Alhama del brano evangelico della trasfigurazione di Gesù.

"Gesù, si trasfigurò sulla cima di un monte elevato per dimostrarci che la conoscenza eccellente delle cose divine e il gusto della consolazione interiore si ottengono solo elevandosi dall’attrattiva del fasto del mondo e che Dio si manifesta all’anima nella solitudine interiore ed esteriore e non nella confusione chiassosa.

Si trasfigurò dopo aver annunciato la sua passione, per insegnarci che per Lui la gloria segue la sofferenza e la mortificazione.

Si trasfigurò mentre pregava, perché quando la preghiera è fervorosa e completa, trasforma l’uomo ma deve essere più esperienziale che speculativa.

Si trasfigurò alla presenza di tre discepoli soltanto, Pietro, Giacomo e Giovanni perché erano i più entusiasti nel seguirlo e con la loro presenza in quel momento dovevano significare le tre virtù che devono accompagnarci nella preghiera, ossia una fede viva rappresentata da Pietro, una speranza combattiva rappresentata da Giacomo e un amore ardente rappresentato da Giovanni.

Nella trasfigurazione, il volto di Gesù risplendette come il sole e le sue vesti divennero candide come la neve per farci comprendere che non bisogna attaccare il cuore alle consolazioni spirituali ma poggiare sulla virtù. La neve infatti si scioglie immediatamente al sole e il sole può nascondersil’anima non deve trovare dimora nelle consolazioni spirituali, bensì nella volontà di Dio. Una nube avvolse i discepoli e nascose la visione alla loro vista e in un istante furono privati di quella gioia. Questo ci insegna che la solidità della devozione non consiste nel "sentire".

Una voce dal cielo disse: "Questi è il mio Figlio prediletto, ascoltatelo" con tali parole il Padre dichiarò la divinità di Gesù e indicò che bisogna ascoltarlo in tutto, per quanto esigente possa sembrare la sua parola. Infatti Gesù aveva appena parlato della sua passione con Mosé ed Elia.

Impariamo a sottometterci con umiltà alla voce di Dio.

I discepoli all’udire la voce dal cielo caddero a terra e alzando gli occhi non videro più nessuno, se non Gesù solo. Questo perché impariamo a guardare Gesù e Lui soltanto, perché Egli vale sopra ogni cosa, nella trasfigurazione e senza di essa.

Gesù ordinò che non raccontassero della visione, affinché i discepoli non si vantassero della grazia che aveva loro concessa e anche noi da ciò impariamo ad essere umili. Come abbiamo visto, la gloria è concessa soltanto alla preghiera perfetta, fatta con fede, speranza, carità e mortificazione". (El pan 8,627-9 e 631-4)

Maria Antonietta Sansone

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ultimo aggiornamento 16 giugno, 2017