ricordando ...

 

Don Enzo Paolo Zecca

Nato a Ugento (lecce) il 02.12.1946 da Luigi e Colaianni Antonietta.

Ha conseguito la maturità nel 1968 presso l’Istituto Tecnico Industriale di Lecce e ha iniziato ad insegnare negli Istituti Professionali della provincia di Lecce. Dal 1976 ha insegnato nelle Scuole Medie e dal 1979 nella Scuola Media di Ugento, dove è stato Vice Preside fino al 1999, anno in cui è andato in pensione, con 27 anni di servizio.

A 53 anni, mentre progettava il suo futuro di neo-pensionato ha avvertito che il Signore aveva altri disegni per lui. Il Vescovo del tempo Mons. Domenico Caliandro, con amorevole pazienza lo ha accolto e guidato nella prima fase del suo discernimento e lo ha in seguito affidato a me per la direzione spirituale.

Nel settembre del 2000 è accolto nella Comunità dei Figli dell’Amore Misericordioso di Spinaceto (Roma) – Parrocchia San Giovanni Evangelista per la formazione al sacerdozio e frequenta il corso filosofico-teologico presso la Pontificia Università Lateranense.

Affidato a P. Enzo Ignazi, Superiore della Comunità, Enzo Paolo nei cinque anni a Spinaceto, si è distinto per la sua disponibilità… nel riprendere gli studi, nell’inserirsi in una comunità di studenti provenienti da tante nazioni e a dialogare con loro, lasciando in tutti un’impressione positiva, nell’inserirsi in una comunità religiosa, con i suoi ritmi di preghiera e di vita comune. Esemplare è stata la sua fedeltà alla preghiera personale e comunitaria.

Spesso Enzo confidava agli amici che l’affidamento a P. Enzo Ignazi si era rivelato fin dal primo momento un prezioso dono del Signore. Infatti la sua presenza attenta gli ha permesso di superare i momenti più neri, ricevendo al tempo stesso la carica per andare avanti con sempre maggiore determinazione. La vita nella comunità dei Figli dell’Amore Misericordioso gli ha insegnato a vivere con gli altri e per gli altri, facendogli superare la sua iniziale tendenza all’autosufficienza e all’isolamento.

Ha sempre avuto la consapevolezza di essere un privilegiato; si sentiva come l’operaio dell’ultima ora e continuava a chiedersi: "come mai il Signore ha chiamato proprio me e ha voluto trattarmi così bene? Perché proprio io?" Il rimpianto per il passato era uno solo e lo diceva con la bellissima espressione di sant’Agostino " Tardi ti amai, bellezza così antica e così nuova, tardi ti amai…"

Il 27 agosto del 2005 nella Cattedrale di Ugento viene ordinato presbitero dal vescovo Mons. Vito De Grisantis. Qualche mese prima al vescovo così scriveva: "Arriverà veramente per me il momento di celebrare l’Eucaristia? Questo è forse l’unico progetto a "breve" scadenza, e il solo pensarci mi esalta e al tempo stesso mi spaventa. Può farlo uno come me? Con l’aiuto del Signore sì, ed è a Lui che affido totalmente la mia vita e qualsiasi progetto conscio ed inconscio; solo in Lui la mia speranza e a Lui mi abbandono fiducioso, perché tramite lei faccia di me ciò che vuole, mentre alla venerata Madonna della Luce chiedo che interceda per me perché questa strana, grande avventura si realizzi".

Ha cominciato a muovere i primi passi del suo ministero come collaboratore presso la parrocchia dell’Oratorio di Ugento, riferimento diocesano, dai tempi di don Leopoldo e don Carmelo, dei sacerdoti Figli dell’Amore Misericordioso. Insieme con me, responsabile della Comunità sacerdotale, don Enzo ha intrapreso con entusiasmo e fedele impegno il periodo di noviziato per emettere la professione perpetua il 22 dicembre 2014 ed entrare così a far parte dei sacerdoti diocesani con voti, membri della famiglia religiosa. Nel frattempo ha svolto l’ufficio di economo del Seminario Vescovile, vivendo in spirito di comunione con il giovane rettore e l’equipe educativa. Nel settembre del 2011 è stato nominato parroco della vicina località marina di Torre San Giovanni, dal cui incarico è stato sollevato per motivi di salute nell’agosto del 2016.

Sottoposto ad accertamenti medici per sospetta broncopolmonite, gli è stato diagnosticato un tumore al polmone. In seguito all’intervento le sue condizioni di salute, tra alterni momenti di ripresa e di peggioramento, che egli ha vissuto con fede, preghiera e sereno abbandono alla volontà di Dio, si sono aggravate irrimediabilmente nei primi giorni di maggio. Nel pomeriggio di Domenica 7 maggio la sua anima benedetta, munita dei conforti religiosi e circondata dall’affetto dei suoi familiari e di tanti giovani confratelli, è entrata nel Regno di Dio.

don Beniamino Nuzzo, sdfam

 

 

Tu es sacerdos in aeternum!
(Omelia nella Messa esequiale di don Enzo Zecca, Cattedrale, Ugento 8 maggio 2017.)

Tu es sacerdos canta la liturgia di ordinazione presbiterale. E così, caro don Enzo, sei stato configurato a Cristo, sommo sacerdote.

Tutto è cominciato in modo imprevedibile. Hai scoperto la chiamata del Signore in età adulta perché, come abbiamo ascoltato nella prima lettura, il Signore «non fa preferenza di persone» (At 10, 34) e chiama a tutte le età (Mt 20, 1-16). Hai ascoltato la sua voce e ti sei messo a servizio del progetto che Dio ti aveva riservato.

Dopo una lunga esperienza di lavoro in campo educativo e scolastico, hai abbracciato con entusiasmo la nuova via che il Signore ti ha indicato. Hai incontrato un Vescovo, Mons. Domenico Caliandro, e una Chiesa particolare, la nostra Chiesa di Ugento-S. Maria di Leuca che ti hanno accolto e ti hanno accompagnato nel tuo cammino di discernimento. E, senza indugio e senza tentennamenti, hai intrapreso il nuovo percorso formativo.

Non è stato facile per te dare una svolta così radicale alla tua vita, iniziare un nuovo cammino, orientare le tue energie e le tue forze fisiche e spirituali in una nuova direzione, rimodellando la tua persona e il tuo carattere in vista del ministero di guida della comunità cristiana.

Il Signore ti è venuto incontro e ha messo sulla tua strada sacerdoti che ti hanno sapientemente accompagnato lungo il tuo cammino formativo. La tua permanenza a Spinaceto, presso la comunità dei Figli dell’Amore Misericordioso, ti ha consentito di conoscere e di attingere alla spiritualità di Madre Speranza.

In modo particolare, ti è stato vicino P. Enzo Ignazi. Il suo luminoso esempio di vita sacerdotale e i suoi insegnamenti spirituali ti hanno accompagnato lungo tutto il tuo ministero. Nei giorni della tua malattia, hai rievocato alcuni episodi di questo intenso rapporto e del profondo legame che ti ha unito a P. Enzo.

Hai gioito nel vedere che il Padre Generale, P. Aurelio Pérez, e altri confratelli della tua famiglia spirituale sono venuti a trovarti e ti hanno dimostrato la loro amorevole vicinanza nei giorni della tua sofferenza. Oggi, tutta la Famiglia religiosa si unisce alla nostra preghiera. Il Vicario Generale e Rettore del Santuario dell’Amore Misericordioso di Collevalenza, P. Ireneo Martín, qui presente in rappresentanza dell’intera Congregazione, ha inviato a tutte le comunità in Italia e nel mondo, tramite il segretario generale, il seguente messaggio: «La Famiglia dell’Amore Misericordioso benedice e ringrazia il Signore per questo nostro sacerdote diocesano che ha incarnato nella sua vita il messaggio trasmesso dalla nostra Madre: un sacerdote secondo il cuore del Buon Gesù. Uniti nella preghiera, insieme alla sua famiglia, l’affidiamo alla misericordia del Signore».

Consideriamo un segno di Dio il fatto che celebriamo le tue esequie proprio in questo giorno, 8 maggio, festa di Maria Mediatrice. In questa ricorrenza, infatti, i sacerdoti diocesani e i religiosi della famiglia dell’Amore Misericordioso, rinnovano i consigli evangelici. 

Anche l’incontro con Padre Nicola Lomurno, monaco dell’Abbazia di S. Maria di Arabona a Manoppello, ha avuto un significativo riscontro nel tuo cammino. Durante il tuo ministero hai continuato a mantenere i contatti con lui. Ed egli oggi si unisce alla nostra preghiera di suffragio.

Sostenuto da questi religiosi e dai sacerdoti diocesani che si ispirano alla stessa spiritualità il 27 agosto del 2005, Mons. Vito De Grisantis ti ha ordinato sacerdote. Durante la liturgia di ordinazione sono risuonate le parole: Tu es sacerdos! È iniziato così il tuo ministero pastorale caratterizzato dall’obbedienza al Vescovo e dalla generosa dedizione ai fratelli. Hai messo a frutto ciò che hai appreso durante il percorso formativo: la necessità di vivere intensamente il rapporto con il Signore per offrire ai fratelli il dono della sua misericordia.

Il popolo di Dio ti ha voluto bene perché ha visto in te l’immagine di Cristo, Buon pastore. Hai incarnato questo modello non solo durante il tempo del tuo ministero, ma soprattutto nei giorni della tua malattia. Hai edificato tutti vivendo la tua sofferenza con grande coraggio e con totale abbandono alla divina misericordia.

In questo tempo di prova, il Signore ti ha dato la possibilità di sperimentare l’affetto e la dedizione dei tuoi familiari che si sono prodigati in ogni modo per lenire le tue sofferenze. Di conforto e di sostengo è stata anche l’opera degli operatori sanitari dell’Ospedale e dell’Hospice di Tricase: dalle suore Marcelline, ai medici e agli infermieri.

Un aspetto che ti ha particolarmente rallegrato è stato quello di avvertire l’affetto e la vicinanza dei sacerdoti della nostra Chiesa particolare. Hai sperimentato in tanti modi la loro fraternità sacerdotale. Hai avuto modo di toccare concretamente durante il tempo della malattia la bellezza di quell’ideale di vita sacerdotale che ti era stato prefigurato durante il tuo cammino formativo. Questa corrispondenza spirituale molto intensa tra te e i sacerdoti della nostra diocesi ha fatto del bene a te e a tutti coloro che ti hanno avvicinato.

Non posso dimenticare le parole che hai rivolto ai seminaristi del Seminario Maggiore, la mattina di Pasqua in cui venimmo a farti visita a casa. Sono state così penetranti tanto che uno di loro ha detto: «Questo per noi è un momento di luce». Essi hanno avvertito che quanto avevi loro comunicato era una sapienza scaturita dal tuo cuore e aveva la forza di illuminare il loro cammino verso il sacerdozio. Dal letto del tuo dolore hai dato loro, in modo mirabile, una bella testimonianza sacerdotale. In quel momento, essi hanno compreso meglio il valore di essere sacerdoti secondo il cuore di Cristo, incarnando l’immagine del Buon Pastore che «offre la vita per le pecore" (cfr. Gv 10,11). La tua morte è avvenuta proprio nella IV domenica di Pasqua: la domenica del Buon Pastore. Hai offerto la tua vita durante il ministero attivo e durante il tempo del dolore e della sofferenza. Sei stato sacerdote nella vita e sacerdote nella morte. Ed ora, sei sacerdote nell’eternità di Dio.

Ti ringraziamo, caro don Enzo, per la bella testimonianza di fede e di vita sacerdotale che ci hai lasciato e ti salutiamo così: tu es sacerdos in aeternum!

+ Vito Angiuli

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ultimo aggiornamento 16 giugno, 2017