pastorale familiare

Marina Berardi

 

CUSTODI DELLA VITA

Difendere, avvolgere, proteggere. È quanto ha fatto per nove mesi la mamma di Maria Sole che, accettando di portarla in grembo, le ha permesso di venire alla luce, le ha fatto il più grande ed inestimabile dono: la vita! Una mamma che non riuscendo a prendersene cura, con una decisione presa forse in solitudine e probabilmente più sofferta dello stesso travaglio del parto, ha trasformato la sua piccola in Dono. Avrebbe potuto provvedere in altro modo davanti all’inattesa gravidanza, ma ha scelto la via più impegnativa, vera e, soprattutto, rispettosa della creatura che portava in sé.
Tutto ciò mi fa pensare a quanto sia vero, come diceva M. Speranza, che il Signore scrive diritto su righe storte, a tal punto da trasformare la paura e la sofferenza in fonte di vita, in manifestazione di un bene più grande, in incontenibile stupore. È proprio così, "le nostre vite si appartengono scambievolmente nella misura in cui si dona e si riceve" e questo è ancor più vero quando il Dono ha la "D" maiuscola e si chiama Maria Sole, dichiarata adottabile fin dai suoi primi giorni di vita. Con questa scelta due storie si sarebbero intrecciate per sempre.
Una coppia di carissimi amici, infatti, ha desiderato condividere la propria esperienza di "neo-genitori" adottivi. Mi ha sempre commosso il loro abbandono alla volontà di Dio, quel pudore nel vivere l’attesa della realizzazione di un sogno, l’amore per la vita nascente che entrambi, tra l’altro, manifestano con passione e cura anche nel loro impegno lavorativo.
Lascio che siano loro a narrarci le meraviglie che Dio può compiere a partire da un "sì" alla vita, all’altro, all’Amore.

Un Figlio è un Dono da amare e custodire! Questo era quello che pensavamo quando ci siamo scambiati le promesse davanti a Dio il giorno del nostro matrimonio.

Dopo cinque anni di attese, speranze e sofferenze il nostro desiderio di allargare la famiglia non si era ancora realizzato. In quegli anni, nonostante tante difficoltà, abbiamo sperimentato la pazienza e l’abbandono alla Divina Volontà facendoci portare per mano dalla Mamma del Cielo, presente e affettuosa come solo una mamma sa fare con i suoi figli. Anche i nostri pellegrinaggi al Santuario dell’Amore Misericordioso ci permettevano di dissetarci alla fonte d’acqua viva, non solo grazie all’acqua presente in quel luogo santo, ma anche grazie a quell’Amore misericordioso che è sempre lì con le braccia aperte e che aspetta solo di essere ricambiato da ogni figlio pentito. Fermamente convinti che la Vita non si tocca perché non ne siamo i padroni, e che esiste un solo Datore della Vita, rifiutammo le tecniche di fecondazione assistita che alla fine ci prospettavano i medici e decidemmo di iniziare il percorso dell’adozione scegliendo di fare solo quella nazionale pensando che per noi fosse la scelta migliore.

Presentammo la domanda e dopo dieci mesi di esami, controlli e colloqui avevamo l’idoneità dal Tribunale competente. Eravamo felici perché eravamo finalmente "in attesa" anche se non sapevamo quanto sarebbe durata questa attesa, e se avesse avuto un lieto epilogo. Il tempo passava senza novità e dopo 16 mesi di silenzio decidemmo di chiedere un altro colloquio con il giudice per rinnovare la nostra volontà di accogliere un bambino. Pochi giorni prima il Tribunale ci contatta chiedendoci di presentarci il giorno seguente di buon ora. Abbiamo pensato subito che ci stessero contattando per una comparazione, che consiste nell’ascoltare alcune coppie ritenute più idonee per un bambino per poi scegliere tra quelle che danno la disponibilità. Il mattino seguente ci riceve un giudice donna, molto gentile e sorridente, che ci spiegò che stavano ascoltando alcune coppie per chiedere la disponibilità per una bambina abbandonata di appena un mese di vita in ottimo stato di salute. All’udire ciò ci siamo commossi all’istante pensando a questa bambina sola che aveva bisogno solo di una mamma e di un papà. La giudice ci guardò con tenerezza e ci chiese: "Quindi è un si?!".

Emozionati rispondemmo affermativamente, ci disse che dopo pochi giorni saremmo stati informati sulla loro decisione e ci chiese di aspettare in sala d’attesa perché avremmo dovuto incontrare anche un altro giudice. Furono i minuti più lunghi della nostra vita; i pensieri che si affollavano nella nostra testa erano molti; eravamo felici del fatto che ci proponessero una neonata, pensavamo al nome da dargli e pensavamo anche all’eventuale delusione se la loro risposta, alla fine, fosse stata negativa. Incontrammo il secondo giudice, ci fecero accomodare e la giudice dall’altra parte della scrivania esordì: "La dottoressa vi ha già detto tutto, la bimba si chiama Maria Sole, ha 28 giorni, è in perfetto stato di salute, quindi per me potete andare a prenderla anche subito!". In un primo momento pensammo di aver capito male e vedendo le nostre facce incredule e smarrite continuò a spiegarci che avevano in realtà già scelto, e che eravamo noi i genitori che avevano pensato per Maria Sole! La prima cosa a cui abbiamo pensato era che a casa non avevamo nulla di tutto quello che occorre per accudire una neonata: pannolini, biberon, fasciatoio, una carrozzina!

 

La nostra gravidanza durò tanto, 16 mesi, ma in poche ore era avvenuto tutto: il test di gravidanza positivo, la gestazione, il parto e infine l’abbraccio con nostra figlia. Infatti dopo 48 ore incontrammo nostra figlia nel reparto di neonatologia dove era nata e fu un giorno indimenticabile anche se non capivamo esattamente quello che stava accadendo. In quei giorni sperimentammo un’ondata d’amore e gioia che non ha coinvolto solo noi ma anche tutti gli amici e i parenti che hanno dimostrato grande solidarietà nell’aiutarci a preparare tutto quello che occorreva per accogliere al meglio la piccola.

Nostra figlia, che è divenuta dimora di Dio anche grazie al sacramento del battesimo, ci sta preparando a vivere un Natale speciale: in lei abbiamo già accolto nella culla del nostro cuore Gesù fattosi bambino. Stiamo godendo, tra l’altro, delle sue continue conquiste e una è legata a un piccolo Bambinello che abbiamo in casa. Una mattina, passandovi casualmente davanti, lei non sapeva più come esprimere la sua gioia, sia con la voce che dimenando felice le braccia e gambine. Da allora questo è divenuto un rito, il saluto e l’incontro di ogni nuovo giorno.

Oggi Maria Sole ha 10 mesi, è una bambina molto buona, gioiosa e veramente solare (anche la gioia di tutti i vecchietti del quartiere che incontra durante le sue passeggiate).

Ogni giorno ringraziamo il Signore e la Vergine Maria per le meraviglie che hanno compiuto nella nostra vita non dimenticando mai che, per chi si rende disponibile, "quando il Signore chiede, è sempre perché vuole dare" .

Ringraziamo anche la Mamma di Maria Sole che con il suo "sì" alla vita ha permesso alla nostra coppia di diventarne custodi.

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ultimo aggiornamento 14 dicembre, 2017