Gli incontri
di Gesù (9)

 

 

 

 

 

 

Gesù incontra una donna adultera

 

Sac. Angelo Spilla

 

È l’evangelista San Giovanni che ci riporta l’incontro tra Gesù e una donna sorpresa in adulterio (Gv 8, 1-11). Si tratta di un brano evangelico della Sacra Scrittura che lungo la storia della Chiesa è stato considerato scandaloso ed imbarazzante tanto da non essere stato sempre accolto dalla comunità dei credenti. È più probabile che l’autore sia l’evangelista Luca, da collocarsi al capitolo 21, piuttosto che Giovanni.

Ci si trova a Gerusalemme. Durante il giorno Gesù insegnava nel tempio, la notte usciva e dormiva presso il monte degli Ulivi. Tutto il popolo di buon mattino andava da lui, nel tempio, per ascoltarlo. Qui Gesù accoglie quanti si recano a lui per ascoltarlo. Tutti i vangeli ci testimoniano questa prassi di Gesù, soprattutto nei giorni che precedono la sua ultima Pasqua, quella della sua passione, morte e resurrezione.

Ha inizio qui il brano evangelico. Gesù sale all’alba al tempio e la gente già gli corre dietro, alzandosi presto al mattino. Il fascino e il carisma di Gesù sono molto forti. Coloro che sono infastiditi sono gli uomini della Legge: i farisei, gli scribi e i sacerdoti. Sono proprio costoro che montano l’agguato a questa donna; appositamente per cogliere Gesù in fallo. La loro intenzione di fondo non è quella donna sorpresa in adulterio quanto Gesù per poterlo cogliere in fallo, per metterlo alla prova e accusarlo.

Conducendo questa donna da Gesù gli dicono:"Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?".

Si tratta probabilmente di una donna giovane, una ragazzina perché secondo la Legge venivano lapidate non tanto le donne che vivevano con i mariti, ma le ragazze di dodici/quattordici anni già promesse spose che ancora non vivevano in casa col marito. Questa ragazza che viene portata da Gesù in mezzo alla piazza non vive ancora con il marito perché altrimenti la sua punizione sarebbe stata la morte per strangolamento (cfr Dt capp. 22 e ss.).

All’epoca di Gesù il matrimonio aveva due fasi: il contratto fra i due giovani e dopo un anno seguiva la vita comune. Ricordiamo l’annunciazione fatta alla Madonna, avvenuta prima che Maria andasse a vivere con Giuseppe, ma già considerata sposa.

La domanda posta, dunque, mira a mettere in contraddizione Gesù. Se Gesù conferma la condanna non si capisce perché parli tanto di perdono e di amore e perché sta con i peccatori. Strana gente, questi farisei e scribi: difendono la religione con la morte. E poi: dov’è l’uomo con cui questa ragazza ha peccato? Solo lei è messa al centro, messa al pubblico ludibrio.

Assistiamo al comportamento di Gesù. Si china per terra e non dice nulla; si inginocchia curvo e scrive con il dito per terra. Al richiamo di quando Dio si curvò e prendendo della sabbia soffia l’alito di vita per creare l’uomo. Adesso per ricrearla e ridarle dignità senza per questo mettersi contro la Legge o volendo giustificare l’adulterio.

Di fronte a questo silenzio di Gesù, ancora la domanda incalzante:"Allora, tu che ne dici?".

La situazione è drammatica. Ma soprattutto per questa giovane che prende coscienza di essere fatta solo strumento; strumento di un uomo che ha approfittato di lei per poi abbandonarla senza difendere, strumento di coloro che adesso vogliono usarla per scopi che a lei non interessano.

Si trova in una situazione da lei non scelta e non voluta; non è riuscita neppure a saziare la sua sete di amore ricevuto e dato.

Adesso, però, questa donna incontra Gesù sotto gli sguardi perversi dei suoi accusatori. Non sa cosa si aspetta da Gesù. Solamente una espressione di Gesù la risolleva facendole prendere fiato.

Gesù, alzando il capo, dice loro:"Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei".

Con questa espressione Gesù rivela la condizione generale di peccato in cui versa ogni uomo. Manifesta pure che nessuno può ritenersi salvo solo perché osserva scrupolosamente la Legge. Solo Dio ci salva e non la Legge. Dio ci dona gratuitamente il suo perdono.

"Udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani fino agli ultimi".
È così che Gesù fa cadere le pietre dalle mani di quegli accusatori – giudici. Solo quando tutti se ne sono andati, Gesù si alza in piedi e sta di fronte alla donna. Finalmente quest’ultima è restituita alla sua identità di donna ed è la fine del suo incubo perché Gesù le dice:"Neanch’io ti condanno; và e d’ora in poi non peccare più".

Sant’Agostino commentando questo passo ci dice che quando è avvenuto l’incontro tra la santità di Gesù e il peccato di questa donna allora "rimasero solo loro due, la miseria e la misericordia". E Gesù le offre il suo atto di misericordia.

L’amore misericordioso di Dio perdona ogni peccato. La beata Madre Speranza ci parla di un Dio che perdona, dimentica e non tiene in conto.

Il peccato è peccato e peccato resta, ci abbruttisce e ci deforma. Ma Dio in Gesù con il suo perdono ci ridona la dignità e la grazia.

Adesso: "Non peccare più". È l’invito di Gesù a puntare in alto nella vita; un invito a non continuare a sbagliare il bersaglio nella sua ricerca di vita e di amore.

Non è solo per la donna perdonata, di cui non sappiamo il seguito anche se immaginiamo come sarà uscita da quella esperienza. Quale sensazione di gioia, di pace e di liberazione interiore!

Si prospetta anche per noi la possibilità di un incontro che ci riapre il cammino in una maggiore libertà. Un incontro che ci rimette in cammino.

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ultimo aggiornamento 14 giugno, 2018