La lettera

 

Con i giovani

Carissimo,

vivere nel presente, nella storia, certamente, ma non possiamo rassegnarci al presente, alla manutenzione dell’oggi.

Hanno detto i Vescovi, meravigliosamente: "Siamo chiamati ad impregnare d’amore il terreno cristiano delle nostre comunità".

Sì, i giovani chiedono spazi che forse ancora oggi non trovano.

Chiedono risposte di amore, che forse, ancora oggi, non hanno. Risposte esistenziali di vita.

Io penso che, nelle nostre comunità, abbiamo il dovere di prendere sul serio i problemi, la sofferenza dei giovani.

Abbiamo il dovere di essere attenti alle difficoltà dei giovani.

Nel loro dissenso, nella loro protesta, nella loro critica, nella loro violenza, ci può essere un grande bisogno di fede. Una grande nostalgia di risposta che dobbiamo capire, dobbiamo intuire.

Ci può essere una ferita mortale, che è appello di sangue, di amicizia, di comprensione.

Le nostre comunità devono diventare il luogo di questa amicizia. In cui ognuno si senta chiamato per nome, accettato con tutte le sue esperienze, i suoi limi­ti, i suoi peccati. In cui ogni giovane si senta amato, sostenuto, incoraggiato.

Aspettare, ammettere, rispettare la ricerca, la libertà dei giovani.

È questa amicizia che evangelizza, che trasforma, che diventa sacramento di Chiesa, comunione di salvezza.

Nino Barraco

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ultimo aggiornamento 07 agosto, 2018