In cammino con il Sinodo dei Giovani

 

 

4.

A immagine di Dio, maschio e femmina li creò

                    Sac. Angelo Spilla  

Oltre al rapporto che l’uomo ha con il creato, il primo capitolo della Genesi, ci presenta un altro tema: la natura una trina di Dio e la natura maschile e femminile dell’uomo.

È un argomento anche questo particolarmente delicato soprattutto per i giovani.

Il testo biblico dice così: "E Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò: maschio e femmina li creò" (Gn1,27).

Anche qui occorre prima di tutto partire da Dio e chiederci in che cosa gli rassomigliano? Chi è Dio?

Dio è uno e trino, un’unica sostanza in tre relazioni, che non dividono la natura ma la costituiscono nella sua indivisibilità e semplicità. Dio è Padre, Figlio e Spirito Santo: tre persone che non sono tre individui ma l’unica indivisibile natura divina.

Perché gli potesse somigliare Dio ha creato l’uomo maschio e femmina e sono due aspetti che bene esprimono la trinità e la indivisibilità di Dio.

La sessualità è stata voluta da Dio ed è essenziale per la definizione dell’uomo. L’uomo è una indivisa unità di maschio e femmina. Anche il corpo umano è un genere rispetto alle due differenze specifiche che sono la mascolinità e la femminilità. Per questo motivo:"l’uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una cosa sola" (Gn 2,24).

L’uomo unendosi con la donna forma un corpo solo, un’unica vita, una sola esistenza. La dualità personale e sessuale sono in funzione dell’unità e non della distinzione. Non due cose diverse che si uniscono, ma una sola cosa distinta nelle sue componenti.

Fatti l’uno per l’altro e viceversa, e tuttavia ciascuno, in se stesso, pienamente umano, come nella Trinità dove le persone divise sono ciascuna pienamente Dio, pur non dividendosi l’essere o natura divina. Sono tre persone distinte ma non divise, correlate ma non diverse.

E l’essere umano sta proprio nel fatto che il maschio non è metà natura umana, così come metà non lo è la femmina. No. Essendo entrambi pienamente umani proprio per questo formano nell’unione matrimoniale l’unico e indiviso essere umano. E ciò che rende indiviso è propriamente l’amore che costituisce l’unità nel fondersi stesso dell’uomo e della donna come Dio è amore, proprio l’amore lo fonda nella sua unità e trinità. Questo è Dio come immagine e somiglianza.

L’essere umano è in sé relazione, e ciò che lo attesta in modo pragmatico è la differenza sessuale, perché l’uomo esiste in quanto maschio e femmina. Uniti tra loro ma completandosi con la differenza reciproca.

Molto bene lo esprime Enzo Bianchi quando dice:"In questo testo vi è un’immensa valorizzazione della completezza: non c’è una svalutazione della sessualità né una visione cinica o angosciata della differenza sessuale! La sessualità è positiva e Dio vuole che l’uomo e la donna insieme portino a compimento l’opera di umanizzazione: creati a immagine di Dio, devono diventargli conformi, somiglianti…L’uomo è veramente tale quando vive la relazione, ma ogni relazione di differenza comporta tensione e conflitto. Il rapporto uomo–donna è l’epifania della differenza e della reciproca alterità. Solo nella relazione l’umano trova vita e felicità, ma la relazione va imparata, ordinata, esercitata, perché in essa occorre dominare l’animalità presente in ciascuno, che nel rapporto si manifesta come violenza".

Non ci dimentichiamo i drammi che ha attraversato la storia fino a noi, compreso il femminicidio che purtroppo ancora compare ai nostri giorni.

Adamo è l’archetipo di uomo e donna. Esistiamo in quanto maschi e femmine. Essere consapevoli di questo e delle conseguenze di questo fatto è fondamentale per essere in armonia con sé e con gli altri. Tutte le nostre relazioni portano dalla relazione con noi, con la nostra corporeità. Attraverso il nostro corpo esistiamo, siamo in relazione. Esso è mezzo e limite nel rapporto col mondo, con gli altri e con il trascendente.

La sessualità deve essere vissuta come la percezione basilare di ogni differenza, e deve essere riconosciuta come una vocazione verso la relazione amorosa e creatrice.

Pure molto bene sottolinea il cardinale Gianfranco Ravasi quando commentando questo passo fa riferimento alla fecondità della coppia umana e della famiglia:"E’ evidente il parallelismo che domina la frase secondo lo stile semitico:"a immagine di Dio" corrisponde "maschio e femmina". Dio si rivela a noi nella fecondità dell’amore della coppia umana bisessuale che riflette, attraverso la generazione, la sua somiglianza con il Creatore da cui provengono le varie creatura".

Si comprende da qui che l’umanità rispecchia il suo Creatore dando origine alla famiglia attraverso la coppia del padre e della madre.

Ai giovani, particolarmente in questo rapporto adeguato con la sessualità, un impegno ad allargare gli orizzonti in questo campo; educarsi al pulito, educarsi all’amore, educarsi al sacro e capire che Dio chiama tutti alla santità.

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ultimo aggiornamento 14 dicembre, 2018