dagli scritti di madre speranza |
a cura di P. Mario Gialletti fam |
Madre Speranza di Gesù Alhama Valera nata il 30 settembre 1893 a Santomera morta in Collevalenza l’8 febbraio 1983. Fondatrice delle Ancelle e dei Figli dell’Amore Misericordioso e del Santuario di Collevalenza
È in corso il Processo canonico per la sua
canonizzazione; |
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La meditazione
22 luglio 1964 – Madre Speranza parla alle sue suore riunite per un turno di Esercizi spirituali a Collevalenza.
Il testo è trascritto dalla viva voce della Madre Speranza.
F
are meditazione, figlie mie, non vuol dire leggere su un libro il primo e il secondo punto, come una macchina, automaticamente. Questo non è meditare, né pregare.La meditazione, figlie mie, nelle Ancelle dell’Amore Misericordioso dev’essere continua, bisogna meditare mentre si lavora, si mangia o facendo qualsiasi lavoro. Cosa si deve meditare? Forse non sai cosa ti occorre per vivere come autentica Ancella dell’Amore Misericordioso? Per caso non sai cosa devi correggere in te, nel tuo carattere, nella tua fantasia, nella tua vita? Non conosci ciò che devi correggere per dare gloria al Signore e vivere come autentica Ancella? hai bisogno di leggere mezz’ora o quarantacinque minuti... e questa la chiami meditazione!... infatti ci sono religiose e religiosi che credono di meditare leggendo punti su punti.
Questo andrebbe bene come studio, per arricchire la propria cultura, o per conoscere quello che pensano gli altri e ciò che dice chi ha scritto quel libro di meditazione. Ma se a me dicessero che debbo far meditazione leggendo un libro scritto da un altro, non concluderei nulla, sarebbe come leggere una lezione; cioè studierei quello che ha scritto un’altra persona, ma non potrei dire che ho fatto davvero la meditazione. Ci saranno alcune frasi che potranno aiutarmi a vedere come mi sto comportando, ma nulla di più.
Cosa diremmo di un povero che ha una famiglia da sfamare o di un malato che si trascina come un verme perché non può camminare... e dicessimo loro: in quel luogo c’è un signore che può risolvere i tuoi problemi, una persona che può curare la tua malattia, ti può dare quello che desideri, basta che tu glielo chieda umilmente e con tenacia... questo poveretto avrebbe forse bisogno di leggere un libro per esporre le sue necessità? No, assolutamente! Lascerebbe il libro a casa e correrebbe a prostrarsi ai piedi di quel signore e gli direbbe: signore, ho mia moglie così... signore, ho i figli che... signore, ho questa malattia... signore... Oh! avrebbe tante cose da presentare come bisogni che per nessuna ragione al mondo leggerebbe in quel libro scritto da un altro. Perché? perché le sue miserie, i suoi bisogni, li manifesterebbe così come gli escono dal cuore senza bisogno di ricorrere ad un libro, per manifestare quello che prova.
Sarebbe come se diceste ad un povero: lì c’è un signore molto ricco che è disposto ad aiutarti, prendi questo libro e leggiglielo, perché in esso c’è scritto tutto quello che ti serve. Il minimo che potrebbe fare quel povero sarebbe conservare il libro in tasca e, inginocchiato davanti a quel signore, chiedere ciò di cui ha bisogno. Certamente davanti a quel signore non si addormenterebbe, neanche si siederebbe comodamente appoggiato al banco o sulla seggiola, ma resterebbe in ginocchio e a mani giunte chiederebbe ciò che serve a lui e alla sua famiglia. Gli chiederebbe di aiutarlo ad uscire dalla sua miseria per vivere più decentemente, direbbe a quel signore: "Signore, non ti chiedo grandi ricchezze, ma di vivere più dignitosamente, questo si".
Cosa dirà l’Amore Misericordioso delle sue Ancelle che hanno tanti difetti da correggere per raggiungere il grado di santità che Lui voleva quando le ha chiamate a vivere nella vita religiosa? Abbiamo una grande responsabilità di corrispondere, di dare al Signore quanto ci chiede con la vocazione religiosa. Cosa dirà il Signore davanti all’apatia dell’Ancella dell’Amore Misericordioso, che sta lì come una tonta... e dice: "non ho nulla da dirgli?".
Cosa dirà il Signore di quell’altra che in cappella pensa: "la mia parente... quella persona... mi hanno detto... non ero colpevole di quella cosa... la Madre mi accusa di una cosa che non ho fatto... avevo già molta paura di venire a Collevalenza a fare gli esercizi, perché ero sicura di scoprire qualche cosa, volevo venire, però... come si metteranno le cose? Tornerò alle solite occupazioni e nella stessa casa? che mi succederà?... Quanto tempo perso, figlia mia, che dovrà succedere? se vieni a fare gli esercizi devi dire: Signore, vado a Collevalenza a fare gli esercizi, lontano dalla casa nella quale risiedo; fammi vedere con chiarezza tutto quello che non va bene, e se sono tanto cieca da non vederlo, che lo scoprano i miei superiori per tagliarlo alla radice e io possa riprendere i miei impegni col tuo aiuto.
Certo, Signore, da quando ho fatto gli ultimi esercizi, i giorni e i mesi sono trascorsi senza essere capace di fare la meditazione... e perché non ho fatto la meditazione? Si leggeva un punto e basta; forse ti servivano questi punti, non hai tu abbastanza punti su cui lavorare? hummm...! Il fatto è che non capivo la sorella che leggeva, leggeva in spagnolo e io non ho capito una sola parola... ma che ti interessa quella lettura, è che tu in italiano o in spagnolo, non sai quello che porti dentro di te, non sai cosa devi correggere per far contento Gesù, non sai cosa rimediare per chiamarti ed essere vera Ancella dell’Amore Misericordioso?
Perché è una parola, figlie, è un titolo bellissimo, ma a pensarci bene, comporta grande responsabilità! Nel nostro mondo attuale vanno scomparendo gli schiavi, ma anticamente esistevano gli schiavi e le schiave. Quelli erano veramente schiavi di uomini che li trattavano come animali e poi cosa davano loro?... li facevano lavorare come bestie, li trattavano male... perché erano schiavi degli uomini; noi invece siamo schiave di Dio Amore Misericordioso.
E a questo Dio non sappiamo cosa dire di nostro? ci sentiamo talmente perfette che quando ci avviciniamo al tabernacolo, vicino a Lui, altro non sappiamo fare che dormire o riempirci la testa con:.. "che accadrà... dove mi destineranno... che incarico mi assegneranno...?". Cosa significa, figlie mie, perché sei venuta? Gesù può essere contento di te? No, no!
(Madre Speranza nel 1964, El pan 21, 99-108)
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ultimo aggiornamento
13 febbraio, 2019