(ROBERTO LANZA)

"Padre, è una parola tanto bella da dire: possiamo stare il tempo di preghiera con quella parola solo, "padre", e sentire che abbiamo un padre, non un padrone né un padrino, ma un padre. Il cristiano si rivolge a Dio chiamandolo anzitutto "padre". Egli non dimentica i suoi figli che soffrono.

(Papa Francesco Udienza Generale 9 gennaio 2019)

È davvero impressionante constatare come in questi ultimi decenni la Chiesa, attraverso la parola dei propri vicari di Cristo e del proprio Magistero, stia camminando verso una nuova consapevolezza di fede caratterizzata sempre più dall’esperienza della misericordia di Dio e della sua Paternità. Un invito di misericordia, che si trova alla base dell’azione pastorale della Chiesa, evidenzia così, la lettera enciclica Dives in Misericordia: "La Chiesa vive una vita autentica, quando professa e proclama la misericordia, il più stupendo attributo del Creatore e Redentore e quando accosta gli uomini alla fonte della misericordia del Salvatore di cui essa è depositaria e dispensatrice"1. Esiste nella Chiesa un’autenticità propria, un’essenza profonda che la caratterizza, che contraddistingue in maniera indelebile la sua missione, ovvero, quando proclama e annuncia che Dio è un Padre Misericordioso. "Proclamare agli uomini la ricchezza della misericordia del Padre"; non è forse questa la più "nobile" e alta missione che la Chiesa ha ricevuto come mandato dal Signore?

Un "messaggio di speranza" che, Papa Francesco, sta cercando in tutti i modi di comunicare alla Chiesa di oggi e al mondo intero. Già nella bolla di indizione del Giubileo dell’anno 2015 dal titolo Misericordiae Vultus, evidenziava la considerazione di un Dio che è Misericordia, amore infinito: "Gesù Cristo è il volto della misericordia del Padre. Il mistero della fede cristiana sembra trovare in questa parola la sua sintesi. Essa è divenuta viva, visibile e ha raggiunto il suo culmine in Gesù di Nazareth. Il Padre, «ricco di misericordia» (Ef.2,4), dopo aver rivelato il suo nome a Mosè come «Dio misericordioso e pietoso, lento all’ira e ricco di amore e di fedeltà» (Es.34,6), non ha cessato di far conoscere in vari modi e in tanti momenti della storia la sua natura divina"2. Una conferma "ecclesiale", che sottolineava anche presiedendo nella basilica Vaticana, i primi vespri della II°domenica di Pasqua o della Divina misericordia, in occasione della consegna della bolla di indizione del Giubileo straordinario: "La Chiesa, in questo momento di grandi cambiamenti epocali, è chiamata ad offrire più fortemente i segni della presenza e della vicinanza di Dio"3. E ancora: "È giunto di nuovo per la Chiesa il tempo di farsi carico dell’annuncio gioioso del perdono. È il tempo del ritorno all’essenziale per farci carico delle debolezze e delle difficoltà dei nostri fratelli. Il perdono è una forza che risuscita a vita nuova e infonde il coraggio per guardare al futuro con speranza"4.

Anche Giovanni Paolo II°, nelle parole che rivolse a tutta la famiglia religiosa dell’Amore Misericordioso, proprio a Collevalenza nella sua visita al Santuario il 22 novembre 1981 affermava: "Per liberare l’uomo dai propri timori esistenziali, da quelle paure e minacce che sente incombenti da parte di individui e nazioni, per rimarginare le tante lacerazioni personali e sociali, è necessario che alla presente generazione sia rivelato "il mistero del Padre e del suo amore". Da qui parte la straordinarietà del nostro carisma come essenza ecclesiale, nel senso che ponendo, l’Amore Misericordioso, al centro dell’agire della Chiesa non solo siamo e diventiamo totalmente fedeli all’esempio e all’insegnamento di Gesù: "Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro"5 ma soprattutto rispondiamo anche al bisogno esistenziale più profondo dell’uomo.

 

Ma tutto questo per dire cosa?

La nostra è davvero una società senza PADRE, ed è difficile trovare qualcosa o qualcuno che riscaldi il cuore e dia senso alla vita. Se non impariamo ad immergerci nell’abisso dell’amore di Dio, non potremmo mai capire e conoscere la nostra dimensione
 

Le parole pronunciate da Papa Francesco inserite all’inizio di questo scritto, sono proprio la radice più autentica del carisma dell’Amore Misericordioso. Madre Speranza di tutto questo impianto ecclesiale, ne ha fatto l’unica ragione della sua vita. Così, raccontava questa esperienza: "Sforziamoci di far capire ai fratelli che Gesù è per tutti un Padre buono, che ci ama di amore infinito, senza distinzioni. L’uomo più perverso, il più miserabile e perfino il più abbandonato è amato con immensa tenerezza da Gesù, che è per lui un Padre e una tenera Madre"6. Era completamente immersa in questa paternità: "Persuadiamoci che per elevare il nostro cuore a Dio e ravvivare in noi il desiderio di santificarci, non ci sono necessarie tante considerazioni; deve bastarci la convinzione che Dio è nostro Padre"7.

Non è sempre facile oggi parlare di paternità. Per chi ha fatto esperienza di un padre troppo autoritario ed inflessibile, o indifferente, o addirittura assente, non è facile pensare con serenità a Dio come Padre e abbandonarsi a Lui con fiducia.

Così come è diventato abbastanza usuale sentire parlare, della nostra società, come una società senza padri, e di fatto è un elemento drammatico se si pensa che anche molti filosofi del nostro tempo hanno confermato tale "impostazione".

Il filosofo Zygmunt Bauman, per esempio, definiva la nostra società come una convivenza "liquida", dove l’individualismo sfrenato ha reso fragile ogni struttura sociale privandola di ogni punto di riferimento.

La nostra è davvero una società senza PADRE, ed è difficile trovare qualcosa o qualcuno che riscaldi il cuore e dia senso alla vita. Se non impariamo ad immergerci nell’abisso dell’amore di Dio, non potremmo mai capire e conoscere la nostra dimensione; soltanto in quel Padre che ci ama fino al sacrificio estremo noi possiamo ritrovarci e guarire le ferite che ci hanno lacerato, perché in sostanza Dio prima di essere misericordioso è sicuramente un PADRE. Solo di questo abbiamo bisogno. Dio non si diverte con la sua onnipotenza, non è il Padre-Padrone, non è il severo controllore della nostra obbedienza, non prende gusto nel metterci alla prova, non è geloso della propria grandezza: è il Dio Padre che ci ha amato fino alla morte di croce.

 

Ci vuole un Padre per questa società di oggi, Dio sta “urlando” alla sua Chiesa che il suo Amore Misericordioso serve per fare esperienza della sua paternità. Dio vuole essere Padre.
 

Esiste forse un amore più grande!

Un aspetto carismatico talmente consolante che ancora la Madre scriveva: "Se qualcuno ha avuto la disgrazia di offendere Gesù, non esiti un istante, corra da Lui per chiedergli perdono perché egli l’accolga come Padre buono poiché Egli l’attende con grande trepidazione e tenerezza. Allora vedrete come l’Amore Misericordioso vi stringerà a sé con l’infinita dolcezza del suo cuore e vi meraviglierete di costatare che Egli stesso vi ha attirato a sé proprio quando lo credevate adirato e pronto, con la spada in mano, a vendicarsi delle offese ricevute"8. Sembra di rileggere in queste poche righe, scritte dalla Madre Speranza, il grande "acquarello di misericordia" che Gesù ha ripetuto alla Madre la notte del 5 Novembre 1927: "Dio è un Padre pieno di bontà che cerca con tutti i mezzi di confortare, aiutare e rendere felici i propri figli; li cerca e li insegue con amore instancabile come se Lui non potesse essere felice senza di loro; l’uomo il più perverso, il più miserabile ed infine il più perduto è amato con tenerezza immensa da Gesù che è per lui un Padre ed una tenera Madre"9.

Ecco quindi il Padre misericordioso, ecco la missione della nostra Madre, far conoscere un Padre che cerca i propri figli, un Padre che “attira” gli uomini con il richiamo del Suo Amore Misericordioso, qui in questo cuore misericordioso dove possiamo udire la voce: “Come stai Figlio? Non aver paura sono tuo Padre!”
 

Ci vuole un Padre per questa società di oggi, Dio sta "urlando" alla sua Chiesa che il suo Amore Misericordioso serve per fare esperienza della sua paternità. Dio vuole essere Padre. Significa cogliere al volo una grande "chance", una grande opportunità, quella di conoscere Dio da un altro punto di vista, ossia conoscerlo come un Padre. Ci vuole un Padre, un Padre per l’umanità di oggi che soffre le più angosciose ribellioni, non c’è che Dio a vincere definitivamente i nostri limiti, le nostre paure, i nostri dubbi, non ci sono altre risposte definitive per la nostra vita, soltanto la replica del suo amore è risolutiva, la sua è davvero l’unica risurrezione della storia, è l’unica realtà di cui ci si potrà meravigliare sempre, in un mondo che non si meraviglia ormai più di niente e dove il "nulla esistenziale" avanza inesorabilmente. Fare esperienza del Padre è, inoltre, la fondamentale condizione della riconciliazione, non soltanto nel rapporto di Dio con l’uomo, ma anche nelle reciproche relazioni tra gli uomini. Un Padre che è vicino all’umanità che soffre, un Padre dal cuore tenero, che non si arrende dinanzi all’ingratitudine dei suoi figli ed è sempre disposto al perdono, e questa umanità non troverà mai pace finché non si rivolgerà con fiducia in questo Padre: "Mostraci il Padre"10. Filippo, eccolo il Padre.

È qui accanto a te e ti parla, lo puoi vedere, toccare, ne puoi sentire il battito del cuore, lo puoi abbracciare. No, Filippo, non aspettarti una rivelazione grandiosa, ti basti sapere che Dio è Padre. Non temere, Filippo, Dio non vuole essere tanto come un padrone, quanto Padre: "Dio ricco di misericordia"11 è colui che Gesù Cristo ci ha rivelato come Padre: proprio il suo Figlio, in se stesso, ce l’ha manifestato e fatto conoscere"12. Solo di questo abbiamo bisogno. Gesù si è incarnato per questo, per ribadire questa verità, per annunciare la buona notizia: Il Padre mio vi ama!

 

Egli si occupa di me ogni giorno, non è relegato, tanto per dire, alla casa di riposo come un padre che ha smesso il mestiere di papà e lo vado a vedere e salutare di quando in quando, nelle solennità. Egli sa già il perché di ogni avvenimento, conosce il vero significato di ogni nostra situazione, il Padre conosce i miei bisogni, e quello che avrò domani.

Ecco quindi il Padre misericordioso, ecco la missione della nostra Madre, far conoscere un Padre che cerca i propri figli, un Padre che "attira" gli uomini con il richiamo del Suo Amore Misericordioso, qui in questo cuore misericordioso dove possiamo udire la voce: "Come stai Figlio? Non aver paura sono tuo Padre!" Se hai avuto la grazia di sentirti amato dall’Amore, se hai avuto il dono di credere di essere preceduto e atteso da un Padre che ha contato perfino i capelli del tuo capo, se hai ricevuto la grazia di avvertire che la tua esistenza è sorretta dalle sue mani sicure e di percepire che Egli, il creatore onnipotente, ti pensa, ti segue e ha tracciato una strada appositamente per te, allora come fai a non fidarti? Come puoi pensare che esista qualcosa di più giusto e di più utile per te dell’accettare e fare la sua volontà? Colui che ha creato tutto, non sarà forse in grado di far andare bene anche la tua vita? Per anni e forse per tutta la vita ci portiamo dentro domande del genere: "C’è qualcuno che mi ama veramente?

Il vero peccato che commettiamo non è quello di dissipare l’eredità che ci è stata concessa, ma di negare questo amore originario di Dio per me, cancellare chi sono, perdere il contatto con il mio vero IO per andare a cercare tra gente sbagliata e in posti sbagliati, quello che può essere trovato soltanto nella casa del Padre.
 

Il vero peccato che commettiamo non è quello di dissipare l’eredità che ci è stata concessa, ma di negare questo amore originario di Dio per me, cancellare chi sono, perdere il contatto con il mio vero IO per andare a cercare tra gente sbagliata e in posti sbagliati, quello che può essere trovato soltanto nella casa del Padre. È la condizione più essenziale, più importante che si trova alla base della nostra relazione con Dio, se ci cerca con amore instancabile, se non ci lascia un attimo soli, se viene sempre incontro a noi, se ha donato tutto se stesso a noi, se è morto in croce per noi, se continuamente ci dona la vita, è perché noi siamo figli suoi! Un figlio, anche se prodigo, non cessa di essere figlio reale di suo padre. Dio mette a rischio la sua vita per questo, sta in "agguato", non desidera altro che ritrovare la sua creatura, sembra assurdo ma Dio diventa vulnerabile; ma diciamolo francamente, noi non ci crediamo, nel nostro cuore di credenti c’è tanta incredulità, se credessimo davvero nel Dio-Padre sbalorditivo che ci ama! Un Padre che non si rassegna al peccato dei figli, che non si è ancora stancato di amarci.

Per i propri figli: "si cingerà le sue vesti, li farà mettere a tavola e passerà a servirli" … per sempre… per l’eternità… fino a quando sentiremo i passi del suo Amore Misericordioso avanzare nel cuore degli uomini… fino a quando cammineremo sui sentieri di un PADRE che si chiama Amore Misericordioso.


1 DM. n° 13

2 Bolla di indizione Giubileo n.1

3 Basilica Vaticana 11 Aprile 2015

4 Bolla di indizione Giubileo n.10

5 Lc. 6,36

6 Consigli pratici (1933) (El Pan 2)

7 Anniversario della fondazione delle aam (1955) (El Pan 15)

8 Consigli pratici (1933) (El Pan 2)

9 Diario (1927-1962) (El Pan 18)

10 Gv. 14,8

11 Ef. 2,4

12 Gv. 1,18

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ultimo aggiornamento 13 febbraio, 2019