Festa liturgica della Beata Speranza di Gesù
 

"IL TUO SPIRITO MADRE!"

P. Aurelio Pérez fam,

Omelia alla Messa dell’8 febbraio 2019

 

Alle 8 del mattino dell’8 febbraio, 36 anni fa, Madre Speranza lasciava questa terra.

Intorno al letto della camera dell’8° piano della Casa del Pellegrino B, c’era il suo Padre spirituale P. Gino Capponi, Madre Teofila, Madre generale delle EAM, e altre consorelle e confratelli che assistevano con il cuore in gola a quella partenza, che ci si illudeva non sarebbe mai dovuta arrivare. P. Gino, nel momento in cui lei esalava gli ultimi respiri, disse: "Il tuo spirito Madre!", esprimendo il desiderio di raccogliere, come Eliseo il manto di Elia, un esempio, una forza, una luce, un cuore materno, una vita. "Il tuo spirito Madre!", ripetiamo ancora oggi, a 36 anni di distanza, "lasciaci il tuo spirito!".

Siamo sicuri che questo respiro della Madre è ancora qui tra di noi, perché lei è viva, di quella vita che ormai non ha più fine, perché in questa cripta ci sono solo le sue spoglie mortali… "Ma tu sei viva!" ripete il ritornello del bel canto che P. Carlo Andreassi compose al momento della sua dipartita. Tu sei viva Madre.

E la Parola del Signore che accompagna questa solenne liturgia, Parola di vita eterna, offre il motivo della gioia alla nostra festa. Nel Vangelo appena ascoltato, risuona una frase: "Se uno serve me il Padre lo onorerà". Ecco, il Padre ha onorato Madre Speranza davanti a tutta la Chiesa, che l’ha proclamata beata, e l’ha onorata perché lei ha servito Gesù con tutta la sua vita, è stata la sua fedele ancella. Amava ripetere e far sue le parole di Maria: "Ecce ancilla Domini!". Ma è ancora la pagina del Vangelo che ci dà la chiave per comprendere in che modo si diventa servi del Signore, e si accede all’onore del Padre: "Se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore produce molto frutto". Noi contempliamo questa tomba che rappresenta artisticamente il mistero del seme che, morendo, gonfia la terra, portatore di una vita nuova, come il grembo di una madre carico di vita.

Madre Speranza ha avuto il coraggio di dare la vita nel servizio fedele al Signore e alle persone che il Signore le ha affidato, tutti coloro che lei chiamava figli e figlie. Questa è la chiave per comprendere il mistero della sua vita, e la grande fecondità che ne è derivata. Oggi siamo qui a onorare questa Ancella del Signore. Facciamo festa con lei. Benediciamo l’Amore misericordioso per avercela donata. E riflettiamo anche noi sul mistero del seme. Perché non c’è altro modo per seguire il Signore, né altro modo per avere accesso all’onore che il Padre vuol dare ad ognuno dei suoi figli. Tante volte ci può capitare di maledire le sofferenze della vita, le ferite che ci ha procurato, di accusare persino Dio di avercele mandate, e non comprendere perché non ce le toglie. "… Ma dov’è l’amore di Dio?". Il mistero del seme che muore per portare frutto, ci ricorda che quella che noi consideriamo una disgrazia, è di fatto nelle mani di Dio la chiave che ci apre la porta del Regno e fa della nostra vita una benedizione. Solo così riusciamo un po’ a comprendere quella frase paradossale di Madre Speranza: "Una giornata senza sofferenza, mi sembra sprecata!". Questa è la vera sapienza, la sapienza della croce, la sapienza dell’amore. Qui ha la sua radice l’autentico timore del Signore di cui ci parlava la prima lettura (cf Sir 2, 7-13). Chi possiede, per grazia, questo santo timor di Dio, confida in Lui, spera nella sua misericordia, in mezzo a qualunque tribolazione, non rimane deluso e avrà la ricompensa che Dio sa dare a suo tempo. Il Salmo ci ricorda che tale abbandono fiducioso richiede umiltà, perché "il Signore guarda verso l’umile, il superbo, invece, lo riconosce da lontano" (Sal 138, 6).Ecco perché San Paolo nella seconda lettura ricorda ai Corinzi, e a tutti noi, che "quello che è stolto per il mondo, Dio lo ha scelto per confondere i sapienti; quello che è debole per il mondo, Dio lo ha scelto per confondere i forti" (1 Cor 1, 27ss). Madre Speranza proveniva da una famiglia molto povera, non poteva contare su mezzi, forza o sapienza umana. È stata ritenuta pazza, disprezzata, accusata. Ma "quello che è ignobile e disprezzato per il mondo, quello che è nulla, Dio lo ha scelto per ridurre al nulla le cose che sono, perché nessuno possa vantarsi di fronte a Dio" (Ib.).Concludo con alcune parole del Testamento spirituale di nostra Madre che invitano noi suoi figli a seguire questo sentiero di vita: "Raccomandazioni che faccio ai miei amati figli e alle mie amate figlie: siate umili, amatevi mutuamente, allontanate da voi i giudizi temerari, non ambite mai ad incarichi o posti elevati, abbandonatevi nelle mani dell’obbedienza come bambini piccoli; non discutete, né altercate; non preoccupatevi di cose di cui non siete stati incaricati; siate molto caritatevoli e amanti dell’orazione; lavorate per conseguire il distacco e il disprezzo di voi stessi, che otterrete attraverso la conoscenza del nostro Dio, del suo amore e la conoscenza del nostro nulla e delle nostre miserie; sforzatevi di fare sempre e in tutto la volontà del nostro Dio e cercate solo la sua gloria e mai la vostra.". Amen.

  

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ultimo aggiornamento 12 marzo, 2019