La lettera

 

Ma sarà giorno

Carissimo,

congiungere le proprie mani con quelle di Dio e dei fratelli, una operazione infinita, di una consolazione immensa, di una concretezza estrema.

Una operazione abitata dal mondo. Siamo il mondo. Ogni preghiera convoca all’altare la presenza, il lamento, la storia, la speranza, la disperazione del mondo.

Siamo la nebbia. Siamo il mistero di quella mamma che ha buttato i bambini nel vuoto e che poi si è uccisa.

Siamo quelli che hanno violentato la ragazza, l’hanno tagliata a pezzi, e poi l’hanno dispersa nelle valigie.

Siamo la giustificazione di rapporti deboli, precari, infelici, di relazioni tormentate, di clavi che si alzano, ogni giorno, sulle donne.

Siamo la strage, l’odio, la guerra, siamo le vittime di tutti quelli che fanno il terrore, trafficanti dell’anima, del corpo, dell’essere, della vita dei deboli, degli oppressi.

Sì, siamo il mondo, carnefici e vittime (è incredibile, ma è vero, siamo tutti figli di Dio, perseguitati, tutti, dalla misericordia di Dio), siamo il mondo.

Che, contro tutte le speranze, spera sempre che domani sarà giorno. Un giorno nuovo, domani, l’Anno di grazia.

Un Anno risorto, quel giorno, 21 aprile 2019, la Pasqua, che compie la salvezza del mondo, che ci interroga.

È la responsabilità che abbiamo, di un Dio che resta crocifisso nel volto dei fratelli.

Nino Barraco

 

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ultimo aggiornamento 14 maggio, 2019