dagli scritti di madre speranza |
a cura di P. Mario Gialletti fam |
Madre Speranza di Gesù Alhama Valera nata il 30 settembre 1893 a Santomera morta in Collevalenza l’8 febbraio 1983. Fondatrice delle Ancelle e dei Figli dell’Amore Misericordioso e del Santuario di Collevalenza
È in corso il Processo canonico per la sua
canonizzazione; |
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L’Eucarestia e la Parola divina
Nessuna di voi ignora che è necessario nutrirsi del Pane eucaristico per possedere la vita divina, che cibo dello spirito è la divina parola, e che pertanto per acquistare e per conservare la vita soprannaturale che promana dal cuore di Dio sono necessarie due cose: l’alimento e la luce.
La parola di Dio è la luce delle nostre anime, il sacramento dell’Eucaristia è il nostro Pane di vita. Vive veramente solo il cuore che ama, perché amare è la vita del cuore. E come si accendono le fiamme dell’amore santo della carità che vivifica se non con il soffio della divina parola?
La preghiera, figlie mie, è la fucina in cui si riscalda il cuore umano. Come trascorrevano deliziose le ore per la Maddalena seduta ai piedi del divino Maestro, che tanto amava! Ella ascoltava affascinata le parole che uscivano dalle labbra di Gesù.
Quale amore nel cuore della SS. Vergine infiammato dalla contemplazione attenta delle parole del suo Figlio divino! "Mille volte beati, esclama il nostro Salvatore, quelli che ascoltano la parola di Dio e la custodiscono nel loro cuore". Sono coloro che vivono la vera vita, la vita che infonde nell’anima il soffio del Verbo di Dio.
Care figlie, è tale l’efficacia della parola divina e così meravigliosa la sua virtù, che senza di essa, oso dire, non può esistere la vita soprannaturale; essa sola infatti vivifica i sacramenti, che sono i mezzi istituiti e ordinati da Dio per dare la vita alle anime. Lo stesso sacramento del Corpo di Cristo destinato ad essere il principale alimento dell’anima, lo è solo in forza della parola che consacrando trasforma il pane materiale in Corpo di Gesù; e questo, pur consacrato e perfetto, non vivifica, ma uccide, se chi lo riceve è privo della parola di Dio che dona lo spirito di fede.
Lo stesso Salvatore, parlando della sua sacratissima Carne ha detto: "La carne non giova a nulla, è lo spirito che dà la vita". A nulla giova mangiare la carne di Gesù eucaristia se non ci si alimenta contemporaneamente della sua divina parola. È sostanziale mangiare lo stesso cibo e gustare la stessa bevanda, come afferma l’Apostolo: "Tutti mangiarono lo stesso cibo spirituale, tutti bevvero la stessa bevanda spirituale; bevevano infatti da una roccia spirituale che li accompagnava e quella roccia era il Cristo". Come vedete, è grande la necessità che tutti abbiamo della parola di Dio affinché, animati da essa, riceviamo il Corpo eucaristico così da acquistare e conservare la vita soprannaturale.
Figlie mie, penso che sappiate che il Corpo e il Sangue del nostro Signore Gesù Cristo nell’eucaristia è per se stesso incorruttibile, quantunque possano corrompersi le materie accidentali, fragili che gli servono da involucro. Nulla si spezza e si corrompe della sostanza, del corpo e del sangue inalterabili del nostro buon Gesù Cristo immortale e glorioso sull’altare. Si alterano e si spezzano solamente le specie sacramentali, segni e figure che racchiudono, quale mistico sudario, l’immacolata carne del Signore.
Come nei cieli Cristo è immortale e non soggetto al dolore, ugualmente lo è sull’altare, per cui nulla è capace di produrre alterazione nel suo corpo sacramentato. Allo stesso modo dobbiamo credere inalterabile la parola di Dio nel tempo e nello spazio, nonostante le vicissitudini umane.
La parola di Dio è una sorgente di acqua viva che zampilla per la vita eterna, mentre la nostra povera anima è bruciata dal fuoco delle passioni e inaridita dal soffio ardente dei vizi. Come non esclamare alla vista di quella sorgente: "Gesù mio, simile alla cerva assetata che si slancia verso il corso d’acqua, così la mia anima anela a te, o Dio".
Figlie mie, in questo modo dovrebbe prepararsi l’Ancella dell’Amore Misericordioso a ricevere il corpo di Gesù e la sua divina parola. Ci sono stati dei santi che, per l’intenso desiderio di ricevere la comunione e per l’amore sensibile del loro cuore infiammato, non potevano trattenere le lacrime e bramavano solo di unirsi al loro Dio, ricevendo il suo sacro corpo con indicibile gaudio spirituale.
Vera e ardente fede possedevano quelle anime, le quali con non minore ansia si disponevano a ricevere lo spirito di Gesù Cristo incarnato nella sua divina parola. Non può sentire un tale desiderio e altrettanta fame e sete della parola di Dio chi non crede con fede viva e sincera nella natura divina di quella parola.
È per me motivo di tristezza sentire dalle labbra di una figlia: "Madre, l’ascolto della divina parola spesso mi annoia e, secondo chi l’annuncia, anche di più. La mia anima non prova alcun fervore quando ricevo la S. Comunione; non avverto alcuna consolazione". Che pena, figlia mia! Il vuoto del tuo cuore e la tua anemia spirituale sono la fatale conseguenza di quel fastidio. Quali frutti di vita eterna si possono sperare da queste disposizioni?
Dio non ci parla per dilettarci, ma per santificarci, e la sua Chiesa non ci riunisce nei templi ad ascoltare la parola di Dio per darci un contentino spirituale, ma per farci rientrare in noi stessi e, rinfacciandoci i nostri disordini, portarci pentiti dinanzi al Signore e stimolarci alla penitenza.
Avendo compreso questo, figlie mie, cerchiamo di non rendere vana la forza della divina parola, non abusiamo del dono di Dio, il quale non vuole abbandonarci nel cammino dei nostri smarrimenti.
(Madre Speranza nel 1943: El pan 8, 1308-1319)
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ultimo aggiornamento
09 luglio, 2019