dagli scritti di madre speranza |
a cura di P. Mario Gialletti fam |
Madre Speranza di Gesù Alhama Valera nata il 30 settembre 1893 a Santomera morta in Collevalenza l’8 febbraio 1983. Fondatrice delle Ancelle e dei Figli dell’Amore Misericordioso e del Santuario di Collevalenza
È in corso il Processo canonico per la sua
canonizzazione; Questa rubrica continuerà ad accogliere un brano tratto dagli scritti della Madre, al quale farà seguito la testimonianza di persone che hanno conosciuto o vissuto con la Madre. |
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15 agosto 1951
La Madre fonda la Congregazione dei Figli dell’Amore Misericordioso
Nessuna di voi ignora che è necessario nutrirsi del Pane eucaristico per possedere la vita
14 agosto 1951
- Nella cappella della casa generalizia delle Ancelle dell’Amore Misericordioso a Roma, vestono l’abito dei Figli dell’Amore Misericordioso i primi tre: Alfredo Di Penta, don Giovanni Barbagli e Sanzio Marino. 15 agosto 1951: Questi stessi tre emettono i loro voti, secondo le Costituzioni, nella stessa cappella. Li ha ricevuti sua eccellenza il Vescovo di Todi che il giorno antecedente aveva imposto loro l’abito. Mi sono distratta e tutto il tempo della cerimonia l’ho trascorso fuori di me e unita al buon Gesù, al quale ho chiesto di benedire questi tre figli e la nascente Congregazione. Ho anche rinnovato la mia offerta di vittima volontaria per le offese che il buon Gesù riceve dai sacerdoti del mondo intero (El pan 18, 1979-1981).Scrive la Madre:
Il fine principale di questa Congregazione è l’unione tra il clero secolare e i religiosi Figli dell’Amore misericordioso; questi metteranno tutto il loro insegnamento nel fomentare tale unione, saranno per loro veri fratelli, li aiuteranno in tutto, più con i fatti che con le parole. I sacerdoti del clero secolare – con il beneplacito dei propri Vescovi – potranno essere accolti nelle varie case di questa Congregazione sempre che desiderino trascorrere un periodo più o meno lungo tra i Figli dell’Amore misericordioso o per rimettersi o con lo scopo di riposare e ritemprare lo spirito nella pace della casa religiosa.
Questo, come ogni altra opera di carità senza limite che i Figli dell’Amore misericordioso sono tenuti a compiere, sarà fatto unicamente ed esclusivamente per amore di nostro Signore Gesù Cristo e per la santificazione di questa famiglia religiosa, alla quale potranno unirsi con voti i sacerdoti del clero secolare che lo desiderino, per poter progredire più facilmente nella propria santificazione e potersi dare completamente al proprio ministero, liberi dalle preoccupazioni materiali e dai pericoli dai quali – disgraziatamente – la maggior parte di essi sono circondati.
I sacerdoti della Congregazione si dedicheranno al proprio ministero; saranno formati nello spirito di carità, di abnegazione e di amore ai sacerdoti del clero secolare; si andranno abituando a sentirli come veri fratelli. Uniti ai sacerdoti del clero secolare che hanno emesso già i voti avranno vivo interesse di lavorare con il clero giovane; li prepareranno perché sappiano meglio disimpegnare il loro ministero e difendersi dai numerosi pericoli che incontreranno una volta fuori del seminario.
Tratteranno questi giovani con vero amore di fratelli, con molta carità e prudenza, senza dimostrare stupore, fastidio o timore esagerato quando li vedessero angustiati e deboli di fronte a qualche miseria umana. Con i caduti si comportino come padri affettuosi e comprensivi della loro debolezza, senza scoraggiarli, ma animandoli perché sappiano difendersi con più facilità, e infondendo in essi amore e confidenza nell’Amore misericordioso che tanto ha fatto e fa per gli uomini, avendo compassione delle loro miserie.
Perché sia efficace questo lavoro con i sacerdoti del clero secolare i Figli dell’Amore misericordioso devono essere ben convinti che fra tutte le opere di carità, che devono esercitare a grande beneficio dell’umanità, la principale resta per essi l’unione con il clero secolare; nel vincolo poi di questa unione fraterna, eserciteranno con entusiasmo, e solo per amore a nostro Signore, tutte le altre opere di carità.
I religiosi facciano in modo che i sacerdoti del clero secolare si sentano nella casa religiosa come in casa propria, senza badare di quale diocesi siano né da dove vengano, sempre premurosi che non manchi loro il necessario né moralmente né materialmente. Tutto questo sia praticato senza dar mai ad intendere di far loro «la carità», ma per un obbligo che hanno verso di essi e per vera amicizia fraterna; per i più bisognosi abbiano premure addirittura materne. Procurino di essere per essi di stimolo e di incoraggiamento nel cammino della perfezione: siano per essi luce che illumina. Si sforzino di far si che il proprio lavoro sia sempre vivificato dallo spirito interiore dell’orazione perché è proprio nell’orazione che si impara la scienza del vivere uniti con il nostro Dio; è lì che si impara a rinnegare se stessi e i propri terreni desideri per uniformarsi con quelli del nostro Dio; è nella orazione che si impara il metodo di santificare ogni nostra attività. Per questa via sapranno facilmente rinunciare a tutti i propri desideri e intenti per entrare nei sentimenti e nei disegni del buon Gesù, ottenendo così che tutte le proprie opere siano solo quello che il buon Gesù chiede loro, cioè una orazione, una elevazione dal proprio spirito a Lui.
I Figli dell’Amore misericordioso devono stare molto attenti a quanto è stabilito nel capitolo 2° di questo libro delle Usanze riguardo ai sacerdoti che desiderino vivere nella casa religiosa, e ciò perché la carità non vada a finire in speculazione né da parte del clero né da parte delle Curie diocesane.
Pertanto: i sacerdoti con permanenza fissa nella casa religiosa dovranno contribuire al proprio sostentamento e necessità materiali nella misura delle loro possibilità; se essi non posseggono nulla o nulla percepiscono né dalle rispettive diocesi né dal loro patrimonio, i religiosi si rivolgeranno alle Curie diocesane alle quali appartengono perché queste diano un sussidio per il sostentamento dei propri sacerdoti. Nel caso che le Curie si trovassero nella impossibilità di dare tale aiuto, i religiosi si informino se almeno il Vaticano possa dare qualcosa per questi sacerdoti, o appurino se già non lo avesse dato e il sacerdote non lo avesse dichiarato.
Se, dopo aver fatto tutto questo, un sacerdote si trovasse ancora nella impossibilità di essere assistito, la Congregazione lo accolga con cuore di madre. (El Pan 14, 1-8)
"Non serviva una Congregazione di più:
ce ne sono già tante ...
Ne mancava una per il suo amato Clero ..."
È eloquente al riguardo la testimonianza di p. Arsenio Ambrogi fam, depositata nell’agosto 1988: «Siamo sul finire del mese di novembre 1954. Il 4 ottobre dello stesso anno si è aperta a Fermo la seconda Casa della Congregazione FAM, perché proprio in quella Archidiocesi si avrà la prima esperienza del Clero secolare in vita di comunità con voti, secondo il progetto affidato dal Buon Gesù alla Madre. La Madre Fondatrice, presente a Fermo sia per ristrutturare il Collegio Artigianelli sia per preparare questi "inizi", si ammala gravemente al punto di credere che per Lei è giunta l’ora della morte. Ci convoca attorno al suo letto e ci dice cose che si sono incise profondamente nel mio animo. Sono presenti i due Sacerdoti che dovranno per primi emettere i Ss. Voti nelle mani dell’Arcivescovo Perini, il giorno dell’Immacolata. Essi sono di intesa con la Madre di andare a Loreto per un corso di Esercizi Spirituali in preparazione a questo evento. La Madre li esorta a prepararsi bene presso quella Santa Casa "dove il Verbo di Dio si fece carne". E poi prosegue: "Figliuoli, dovevo dirvi una cosa molto importante. Secondo Nostro Signore non serviva una Congregazione di più: ce ne sono già tante (e ne fa una enumerazione per le varie necessità della Chiesa). Ne mancava una ‘per il suo amato Clero’. Ricordate, presto verranno giorni che il Clero secolare – solo come è – non potrà più vivere. Tutti si uniscono: i comunisti, i socialisti... Solo il Clero secolare e i Religiosi sono così divisi! E il Signore ha fatto sorgere questa Famiglia religiosa perché il Sacerdote secolare vi trovi la propria Famiglia". Ci fu una pausa carica di silenzio e poi con voce forte riprese: "E Dio la disfaccia sul nascere se non dovesse servire per questo!"».
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ultimo aggiornamento
05 settembre, 2019