ROBERTO LANZA

"Dio lo fece per rivelare l’amore, l’amore che è Lui stesso... questa rivelazione dell’amore viene anche definita misericordia, e tale rivelazione dell’amore e della misericordia ha nella storia dell’uomo una forma e un nome: si chiama Gesù Cristo."(Giovanni Paolo II, Redemptor Hominis n.9). "Dio ricco di misericordia è colui che Gesù Cristo ci ha rivelato come Padre: proprio il suo Figlio, in se stesso, ce l’ha manifestato e fatto conoscere."
(Giovanni Paolo II°, Dives in Misericordia n. 1).

Stiamo vivendo il tempo liturgico del Natale, un tempo di festa, ma anche di profonda riflessione come ci esortava la Scrittura: "Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce"1.

 

Quale luce?

Anche un "tempo forte" come quello del natale può nascondere forti tentazioni, come quella di viverlo come se fosse una dolce caramella: la si mastica, la si gusta, ma quando si scioglie non rimane più niente, ma il Natale cristiano non è questo.

Noi cristiani celebriamo, infatti, l’incarnazione del Figlio di Dio, il suo farsi uomo come noi, addirittura un bambino umile e povero. Come scrive Giovanni: "Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui."2 Ecco il dono del Natale: la salvezza di Dio offerta a ciascuno di noi, ossia la sua misericordia, la sua grazia che ci guarisce e ci rinnova, il dono immenso della sua divinità. In questa prospettiva quello che dovrebbe commuoverci non è tanto la tenerezza che suscita in noi il Bambinello o il romanticismo di qualche presepe, ma la grandezza dell’amore misericordiso di Dio per noi. 

È ormai evidente oggi più che mai, che esiste la percezione che l’uomo abbia bisogno della grazia e del perdono. È un "segno dei tempi" il fatto che l’idea della misericordia di Dio, diventi sempre più fondamentale e centrale nella nostra cultura. La misericordia di Dio è l’unica vera e ultima reazione efficace contro lo "strapotere" dell’egoismo personale, solo là dove c’è misericordia finisce il male e l’egoismo. Quasi per assurdo possiamo affermare, che l’uomo di oggi è ben cosciente delle sue ferite e della sua indegnità di fronte a Dio, egli pertanto, è come se fosse in attesa della misericordia. Gli uomini contemporanei nel loro intimo stanno aspettando che il samaritano venga in loro aiuto, si prenda cura di loro e li porti alla salvezza. In ultima analisi sanno di aver bisogno della misericordia di Dio e della sua delicatezza: "[…] l’uomo ha intimamente bisogno di incontrarsi con la misericordia di Dio, oggi più che mai, per sentirsi radicalmente compreso nella debolezza della sua natura ferita e soprattutto per fare l’esperienza di quell’Amore Misericordioso che accoglie, vivifica e risuscita a vita nuova, dando così un senso all’esistenza umana"3 .

Tuttavia sappiamo molto bene che il non considerare la presenza di Dio come fattore essenziale per la vita dell’uomo, ha comportato conseguenze ed effetti di ordine pratico, che hanno inciso in maniera notevole sull’esistenza di tutti.
È inutile negare che i nostri tempi sono caratterizzati da una cultura di morte: questa società odia la vita, oggi più che mai. Anche l’esasperato affannarsi e stordirsi dietro cose inutili e passeggere, è il segnale di un uomo che vuole esorcizzare questo terribile e comune destino di vuoto esistenziale. Viviamo purtroppo tempi difficili, caratterizzati da una devastante cultura del "nulla", che vorrebbe spegnere ogni speranza.

Quale futuro e quali prospettive può avere una società basata sull’egoismo e sul relativismo?
Per questo abbiamo bisogno di una nuova "riconciliazione", così come la sottolineava Giovanni Paolo II°: "In questi tempi particolarmente segnati dal male e nei quali l’uomo mette se stesso al posto di Dio, il mondo ha bisogno di ascoltare con nuovo vigore il messaggio dell’amore misericordioso di Dio"4 . "Il cuore del messaggio di Dio è la misericordia"5 , è quanto affermava il Papa Francesco in un’omelia in occasione di una celebrazione eucaristica a Santa Marta.

Misericordia è la capacità di Dio di immedesimarsi maternamente nelle nostre situazioni

Allora si, che la misericordia può davvero diventare un "comportamento" nuovo, per vivere. Il problema è che troppo spesso, anche in buona fede, si tende a confondere la misericordia di Dio con il buonismo degli uomini: misericordia è amore, è diventare dono, così come canta il salmista: "il Signore è misericordioso e pieno di compassione, lento all’ira e di gran bontà."6 Non è buonismo o filantropia, non è un atteggiamento generale di tolleranza, non è una specie di verniciatura di colore bianco che copre le nostre mancanze. Non è solo pietà a buon mercato, misericordia è conoscere "il cuore stesso di Dio." Non ci stancheremo mai abbastanza di affermare che la misericordia ci rimanda all’essenza stessa di Dio, di un Dio che è DONO, che è diventato DONO per noi. Questo l’Amore Misericordioso è venuto a rilevarci: un Dio che si è donato sulla croce per i suoi figli, e la genesi del suo perdono universale, concesso dalla croce, nasce proprio da questo atto di donazione, di dono gratuito. È l’atto "ultimo e supremo" con il quale Dio ci viene incontro. Misericordia è la capacità di Dio di immedesimarsi maternamente nelle nostre situazioni, è la sua risposta alla nostra situazione di bisogno, di sofferenza, di colpa, di angoscia, di pericolo o di debolezza.

Misericordia, significa mettere il nostro essere più profondo nella verità!

In questo senso basterebbe, forse, leggere ancora la Bolla di indizione del Giubileo dell’anno 2015, dove il Santo Padre Francesco chiarisce senza troppi riferimenti teologici che la misericordia è: "l’architrave che sorregge la vita della Chiesa"7 . Questo "richiamo" alla misericordia è diventato il programma di vita della Madre: "Quanto più un uomo è debole, povero e miserabile, tanta maggiore attrattiva Gesù sente per lui. Cioè, la sua misericordia è più grande, la sua bontà straordinaria; lo vediamo attendere o bussare alla porta di un’anima tiepida o colpevole. Noi dobbiamo fare onore al buon Gesù amando molto i poveri peccatori, pregando per loro, sacrificandoci e facendo quanto possiamo perché tornino a Gesù"8.

Ma, allora, cosa è questo Amore Misericordioso?

Ci dobbiamo sempre interrogare, per cercare di trovare la strada migliore per essere veri testimoni di misericordia e per cercare di tracciare un cammino di santità vissuto nella verità del Cristo.

Quando parliamo del Carisma dell’Amore Misericordioso, riflettiamo su un messaggio che è necessario per capire il tempo che stiamo vivendo. È questa la perenne "freschezza profetica", e la continua "incarnazione" se cosi la vogliamo definire, del nostro carisma, un annuncio sempre attuale per scorgere la presenza di Dio nella nostra storia. Abbiamo sempre bisogno di riflettere, di farci domande, di rientrare in noi stessi, per cogliere le sfide di questo tempo che ci scuotono e che ci interpellano profondamente. Ci dobbiamo sempre interrogare, per cercare di trovare la strada migliore per essere veri testimoni di misericordia e per cercare di tracciare un cammino di santità vissuto nella verità del Cristo. Anche in questi nostri giorni di Natale, l’Amore Misericordioso si muove sulle strade degli uomini per incontrare tutti personalmente. Quel bambino avvolto in una mangiatoia, così piccolo, debole ed indifeso, "contesta" le nostre scelte sbagliate, le nostre ambiguità, i nostri paradossi, ci mette di fronte alla verità, smaschera e mette a nudo i nostri formalismi inutili e il nostro apparire: "Si avvicina l’anniversario della nascita del buon Gesù e spero che vi prepariate a riceverlo, nella notte felice, con il cuore infiammato dal fuoco dell’amore; gli rendiate omaggio con l’oro dell’obbedienza, l’incenso della preghiera e la mirra della mortificazione, insieme ad una grande carità"9.

Gesù ha voluto rivestire la nostra condizione umana con il "vestito della misericordia", è l’oggi di Dio, perché un incontro che cambia la vita porta sempre una data, è un oggi del calendario ed è un presente della grazia, della misericordia. È un oggi che bisogna cogliere al volo, la salvezza si incarna ed accade oggi, succede ora, forse in questo momento stesso.

 

Quel bambino è nato davvero!

Dobbiamo aspettare la Gerusalemme celeste o possiamo fare qualcosa già su questa terra!

L’amore misericordioso è la sola forza capace di cambiare il mondo, perché è capace di cambiare in profondità il cuore umano: "Fa’, Gesù, che il mio cuore arda d’amore per te; e questo non sia semplicemente un affetto passeggero, ma un amore generoso che mi spinga al più grande sacrificio e al massimo oblio di me stessa; mi aiuti a rinunciare completamente alla mia volontà per fare solo la tua"10. In questo contesto e in una società che cerca soltanto di dosare gli spazi della convivenza per affermare solo e soltanto la propria autonomia, l’Amore Misericordioso di Dio diventa davvero un annuncio urgente. C’è bisogno di una nuova "cattedra", di nuove parole che arrivino al cuore delle persone, c’è bisogno di nuove direttive per rompere gli schemi rigidi nei quali pretendiamo di imprigionare il vangelo, c’è bisogno di un nuovo atteggiamento e di un nuovo metodo pieno di gioia per annunciare il vangelo della misericordia. C’è bisogno, infine di una "nuova evangelizzazione di misericordia", per catechizzare di nuovo una società ormai completamente ammalata da questo cancro del relativismo esistenziale. Riuscire in questo, significherebbe annullare quella "carenza" di misericordia, oggi, esistente nella nostra società.

 

Quale la strada da percorrere?

Devo essere sincero con me stesso: mai come questa volta mi sento davvero in difficoltà a chiudere una meditazione. Dico questo in quanto l’esperienza di Dio, per ognuno di noi, è sempre da vivere fino in fondo, l’inizio di un cammino sempre nuovo, che ci chiede di uscire da noi stessi e dalle nostre sicurezze.
Io vorrei soltanto riportare un brano tratto dalla Costituzione Pastorale Gaudium et Spes scritta nell’anno 1965, tuttavia credo di non sbagliare se oso dire davvero attuale: "Sappiamo, però, dalla rivelazione che Dio prepara una nuova abitazione e una terra nuova, […] Certo, siamo avvertiti che niente giova all’uomo se guadagna il mondo intero, ma perde se stesso". Dobbiamo aspettare la Gerusalemme celeste o possiamo fare qualcosa già su questa terra! Quale, dunque, questo mondo nuovo? Quale questa umanità nuova? C’è un presente che dobbiamo riscoprire nel carisma dell’Amore Misericordioso, è l’Oggi di Dio, del suo amore, della sua misericordia, è il rivivere fino in fondo quelle meravigliose parole di Gesù: "Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tu"11. Il Natale è la venuta di Dio nella carne, e il Signore non è venuto "nella nostra carne mortale", come dice sant’Agostino, per costruire una precaria parentesi buonista in una società rigida e distratta, ma per costruire in sé l’uomo nuovo ed il mondo nuovo. L’amore Misericordioso è venuto in questo mondo perché "tutti abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza"12. Ed è di questo "Amore Misericordioso" che l’uomo contemporaneo ha bisogno, per vivere finalmente da figli di Dio! Il nostro Dio non chiede "sacrifici", ma offre la Sua vita, perché l’uomo viva, è il Vivente, colui che dona la vita e che indica la via della vita piena. È la misericordia di Dio che porta la vita, Dio non ci dona una vita generica, ci dona LA VITA, la Sua vita divina, ci avvolge con il suo amore infinito. Scriveva così la Madre Speranza: "Che cosa è vivere? La pienezza assoluta di questa vita è solamente in Dio"13. Il profeta annuncia una legge nuova per una vita nuova, dall’uomo vecchio all’uomo nuovo: "Non siete più sotto la legge, ma sotto la grazia"14.

 

E noi?

Tu che hai letto queste righe, scendi subito. Dici a me? Conosci il mio nome! Scendi subito! Oggi devo fermarmi da te. Ma certo! Era quello che sognavo.

Ci siamo dentro in pieno, solo la misericordia di Dio può salvarci, solo la misericordia di Dio è la nostra forza, e nessuno la fermerà. La prima "meraviglia" che il carisma dell’Amore Misericordioso ha compiuto: è stata quella di cingerci i fianchi del cuore, per renderci più agili, più aperti, più disponibili al nuovo soffio dello Spirito, un messaggio di misericordia pieno di speranza, perché se l’uomo non spera, non vive, soffoca. Forse Gesù è nato per questo, per dirmi che ogni giorno può essere un nuovo principio, che ogni giorno può essere l’inizio di qualcosa di bello dentro di me, se c’è Lui a camminare accanto a me. Rinasci Gesù e fà rinascere anche me.

Questa è la "novità" dell’annuncio natalizio dell’Amore Misericordioso! Amore Misericordioso, abbiamo bisogno del tuo aiuto! Lo vogliamo davvero?

Tu che hai letto queste righe, scendi subito. Dici a me? Conosci il mio nome! Scendi subito! Oggi devo fermarmi da te. Ma certo! Era quello che sognavo. Gesù, sono onorato di averti a casa mia. Ora posso cambiare, potrò guardare tutti negli occhi. È un sogno! Corri! Fratello mio, agisci per cambiare in meglio la tua vita. Il Signore vede più lontano di te, credilo fermamente e sperimenterai cosa significa veramente "perdersi" nell’Amore Misericordioso di Dio, perché la santità non è salire verso la perfezione, ma scendere verso la vera umiltà… che bel regalo l’Amore Misericordioso… Santo Natale a tutti!


1 Isaia 9,1

2 3,17

3 Lettera Enciclica di Giovanni Paolo II° Dives in Misericordia n. 2

4 Visita Pastorale Cracovia - 18 Agosto 2002

5 Papa Francesco, Omelia a Santa Marta 3-5-2013

6 Salmo 145

7 Bolla di Indizione Giubileo Straordinario Misericordiae Vultus

8 Consigli pratici (1933) (El Pan 2)

9 Riflessioni (1949) (El Pan 9)

10 Diario (1927-1962) (El Pan 18)

11 Lc. 19

12 Gv. 10,10

13 Le Ancelle dell'Amore Misericordioso (1943) (El Pan 8)

14 Rm. 6,14

Articolo precedente

Articolo successivo

[Home page | Sommario Rivista]


realizzazione webmaster@collevalenza.itultimo aggiornamento 18 dicembre, 2019