pastorale familiare

Marina Berardi

 

Un Santuario ...

narr@more!

 

(seguito)

Se siamo ancora qui a narrare l’amore, vuol dire che l’arte click@more ha contagiato tante famiglie. Sono felice che in molti abbiano voluto condividere la propria esperienza perché questo mi dà la possibilità di proporvi un "TG" alternativo che, lasciando da parte cronaca nera o sterili battibecchi politici, testimonia che l’amore esiste e che il Signore ha scelto un luogo concreto per annunciarlo: il Santuario dell’Amore Misericordioso. Molti conosceranno il proverbio che dice: "Fa più rumore un albero che cade che una foresta che cresce"; fuori metafora: fa più notizia una famiglia che si divide, un tradimento, l’inaudita violenza familiare… che la vita di tante famiglie che lottano con passione per essere come Gesù le vuole. Per questo vogliamo parlare di quei piccoli granelli di senapa che, caduti sul terreno buono, diventano grandi piante su cui gli uccelli del cielo fanno il loro nido e alla cui ombra trovano riparo anche i nostri figli.

Riprendo la narrazione invitandovi ad "ascoltare il silenzio" di chi, pur non amando scrivere, porta nel cuore il desiderio di raccontare e di condividere quanto vissuto, di come il Signore sia andato tracciando con loro una storia sacra chinandosi sulle loro miserie e fragilità, di come "si sia innamorato e preso cura di ogni piccolo dettaglio della numerosa famiglia": l’inaspettato dono di un Capodanno speciale è uno di questi segni della tenerezza di Dio!

"Anche noi – aggiunge una famiglia di Mantova - siamo stati ‘pescati nella rete’: volevamo andare ad Assisi, al capodanno organizzato per le famiglie ma, come a Betlemme..., non c’era più posto. Nella rete del Roccolo di Collevalenza abbiamo trovato una Famiglia ancora più grande, che ci accolti con discrezione, dolcezza e tanta semplicità.
L’immersione nelle piscine non era prevista nel programma iniziale e, anche se ne avevamo parlato con i bambini i giorni prima di partire, non ne avevamo fatto una necessità. Invece, l’annuncio della liturgia delle Acque e dell’immersione è stata una graditissima sorpresa: Silvia e i bambini si sono sentiti condurre ‘per mano’ ad un nuovo battesimo. Per i nostri piccoli, 5 e 2 anni, questo è uno dei ricordi più belli, che giunti a casa, hanno raccontato ai nonni.
Siamo stati molto colpiti e commossi dalla testimonianza di Franco. Abbiamo subito letto il libro dedicato a Mariella che ci ha riempito di ammirazione per il loro vero esempio di famiglia cristiana.
Giovedì 3 gennaio, riordinando una libreria a casa dei defunti genitori di Paolo, abbiamo ritrovato ‘casualmente’ un libricino della Novena all’Amore Misericordioso: abbiamo interpretato questo trovamento come un’esortazione a iniziare a recitarla dalla sera stessa.
L’esperienza di Collevalenza ha aumentato in noi il desiderio di pregare e ci ha spinto a testimoniare quello che abbiamo vissuto alle famiglie della nostra parrocchia. Prima dei pasti, cantiamo coi bambini il canto: "Questa famiglia ti benedice, Signore" e sia Martina che il piccolo Francesco la sanno molto bene.

Desideriamo tanto di poter tornare, magari riuscendo a portare altre famiglie".

È vero, l’amore autentico si diffonde, si contagia, genera vita, cresce… anche oltre la morte! Ce lo testimonia Franco Forestiero, marito di Mariella Servidio, di cui ho scritto in precedenti articoli1. Questo è quanto, con semplicità, ha desiderato condividere: "Ringrazio il Signore per l’opportunità che ha dato a me e alla mia famiglia di trascorrere questi tre giorni, di fine e inizio del nuovo anno, in questa meravigliosa e divina struttura che è il Santuario dell’Amore Misericordioso. Ringrazio veramente di cuore per tutto questo, ma, soprattutto, il grazie nasce dall’aver avuto la possibilità di assaporare le anticipazioni del Paradiso, facendoci incontrare e conoscere tanti fratelli e sorelle con cui condividiamo gli stessi ideali, principi, valori, la stessa fede.

Non poteva esserci modo più bello di concludere e di iniziare un nuovo anno, anche per la presenza di don Giosy, sempre più sorprendente con le sue catechesi e i suoi slogan che sintetizzano e racchiudono l’immenso, l’infinito, come il suo ultimo "L’Amore sia con te": gli auguri più belli e più pieni che si possono dare e ricevere.

É fuori dubbio, adesso, che, pur servendosi di ‘strumenti’ umani, l’artefice di tutto questo è stata Madre Speranza, probabilmente anche con la complicità di Mariella.

Dal primo contatto telefonico, ho percepito qualcosa di familiare. Inizialmente erano diversi gli ostacoli che non ci permettevano di partecipare a questo Capodanno, successivamente, però, tutto si è sistemato e grazie all’incoraggiamento di amici, siamo giunti a Collevalenza dalla lontana Calabria.

E’ stato tutto fantastico: l’accoglienza, la cucina, il servizio, l’organizzazione, la gentilezza e l’umiltà delle suore, da quelle preposte all’accoglienza, alle suore bariste, a quelle della sala da pranzo… Tutto! I volti sereni e luminosi, il grembiule di chi ha scelto di mettersi a servizio hanno richiamato in me l’ultima Cena del Signore Gesù con i suoi apostoli, nel gesto di essere Lui stesso a lavare i piedi… Questi sono i gesti che attualizzano, oggi, la Parola del Signore; una Parola che abbiamo sentito annunciare con passione dai Sacerdoti in Santuario, proclamare e commentare nella liturgia delle Acque, fino a trasformarsi in esperienza di perdono, in ‘mandato’, in rinnovato progetto.

Un pensiero speciale va agli animatori dei bambini e dei ragazzi: i miei più sentiti complimenti a chi, con amore, dedizione e passione, ha saputo coinvolgere veramente tutti i bambini, mettendo in scena la fantastica e inedita "favola del roccolo"! Anche gli animatori del nutrito gruppo dei ragazzi hanno offerto loro un’esperienza significativa, importante, creando una vera e propria rete, coinvolgendoli nella liturgia, fino alla proposta del bellissimo canto finale offerto a tutti noi.

Solo il Signore può dirigere un’orchestra così armoniosa, dalla quale si eleva una melodia capace di mandarti in estasi!

Infine, devo confessare che raccontare Mariella in questo luogo santo, alla presenza di tante famiglie venute da più parti dell’Italia, per me è stato, oltre che commovente, un grande onore. La presentazione del libro di Mariella non era prevista… e tutto questo mi fa capire, ancora una volta, che a voler raccontare Mariella è proprio il Padre, non io.

E’ stato bello trascorrere questi pochi giorni insieme a tanti fratelli e sorelle, ai bambini e ragazzi. Tutti volti belli che ho ancora impressi nella mente, belli perché belli sono i loro cuori.

Anche per ognuno dei miei figli e per mio genero è stata una bella esperienza, ricca di valori, spiritualità, amore. Continuiamo a rimanere uniti nella preghiera".

Sicuramente la preghiera ci sta unendo e, in cordata, stiamo pregando la Novena all’Amore Misericordioso per una famiglia che, una volta rientrata, è stata visitata dalla sofferenza. Il Signore non promette un cammino facile, ma assicura che la casa fondata sulla roccia rimarrà salda, che il seme pronto a marcire porterà un frutto abbondante, che la Parola e i Sacramenti sono il nutrimento e la forza per lasciarci condurre umilmente da Lui.

Il segreto per arrivare alla pienezza dell’amore è diventare dei cercatori di senso, è camminare, senza mai fermarsi, dovunque l’Amore voglia condurci, è scoprire nell’altro, nelle relazioni, negli eventi un appello sempre nuovo al dono di sé, alla conversione, alla santità che chiede di essere incarnata nella vita di tutti i giorni: "A Collevalenza, con la Pastorale delle Famiglie che seguivamo fin dall’anno scorso leggendo gli articoli sulla Rivista, io e Riccardo abbiamo riscoperto valori importanti del nostro essere marito e moglie, quelli che nella vita di tutti i giorni a volte ci sfuggono per gli impegni, ma a volte anche per troppa pigrizia.

La sera con Allegra si prega tutti insieme nella sua stanzetta e si ringrazia per le cose belle della giornata trascorsa, ma non ci succede quasi mai di fermarci a leggere e a riflettere sul Vangelo. Abbiamo riscoperto la vicinanza e la grande umanità che pervade questi testi sacri. Ho riconosciuto nel Vangelo di Giovanni una situazione più volte provata in coppia. Quante volte chiediamo all’altro Bene e Amore. Ma che cosa sono e come si manifestano se non con il prendersi cura degli affanni dell’altro, delle preoccupazioni, nel dimo strare contiguità, appoggio l’uno verso l’altra?

Tante volte riceviamo, spesso non ci rendiamo conto di quanto sia importante, perché non è nella forma che ci aspetteremmo, non è quello che vorremmo. Abbiamo allora riscoperto l’importanza di mettersi in ascolto, di cercare ognuno di superare le proprie miserie, i propri egoismi, per raggiungere l’altro. Abbiamo capito che volersi bene, essere famiglia sta anche nello sforzo di capire che ogni forma d’amore donata è un bene prezioso, è comunque e sempre ‘una rete piena di pesci…’.

Abbiamo rivisto il valore del matrimonio che è sempre progetto consapevole, ma anche abbandono nelle braccia dell’altro, un atto di fede e fiducia senza condizioni…

Ringraziamo il Signore per questa rinnovata consapevolezza di appartenere ad una Famiglia Grande, ad un Padre Amorevole che pensa ad ognuno dei suoi figli come fosse l’unico. Siamo tornati con una ricchezza inesauribile nel cuore che ci accompagna nella vita di tutti i giorni".

Ed ora, nell’avviarmi alla conclusione di questa narrazione, non mi resta che dar voce a una delle famiglie animatrici: "All’inizio eravamo molto preoccupati di parlare di una figura tanto significativa come è quella della Madre ma poi, dopo il primo forte respiro, tutto si è trasformato in un percorso veramente avvincente ed appagante allo stesso tempo; parlare di Lei è parlare del buon Gesù e noi siamo veramente felici di essere flauti nelle mani di Dio.

Il Signore ha fatto un grande e magnifico dono alla nostra famiglia appropriandosi prepotentemente di noi, guarendo le nostre fragilità e i nostri errori, mettendo nelle nostre mani i talenti da far fruttare. Per questo, ogni volta che parliamo di Lui, ci sentiamo chiamati a generarlo e ad annunciare che Lui nasce nelle nostre case e nei nostri cuori, solo che noi lo vogliamo.

Ci sentiamo allo stesso tempo sconvolti ed affascinati da questo Suo progetto che ci appare tanto più grande noi. Da un lato ci conforta quanto il Signore stesso ebbe a dire alla Madre: Lui sceglie gli strumenti più ‘inutili’ che trova perché traspaia la Sua opera. È vero, non è opera nostra, non siamo noi a gestire la cosa, ma è il progetto che il Signore ha su di noi che ci spinge a mettere a servizio di tutti il beneficio del Suo ineffabile Dono alla nostra famiglia. Lo ringraziamo per quanto nel suo amore, tutti insieme, siamo riusciti a fare: l’amore vince sempre".

Giunti a questo punto, a chi non verrebbe spontaneo immaginare la gioia della Madre in Cielo! Lei che, quando era in vita, così diceva: "Io già non vivo per me, ma vivo per il Santuario dell’Amore Misericordioso e per compiere la volontà del Signore; vivo perché questo Santuario divenga grande, poiché per grande che sia, non giungerà mai ad essere come Lui meriterebbe" (El pan 21, 21 – 18.12.1959)". La Madre ha dato la sua vita per annunciare l’Amore e la Misericordia di Dio e si è spesa in modo instancabile per accogliere i pellegrini e le famiglie che qui giungevano da tutto il mondo.

In tutte le testimonianze mi sembra di scorgere questa comune esperienza: l’aver scoperto il Santuario come luogo dell’essenziale, come un dono, come un luogo in cui poter tornare. Anche i ragazzi e le ragazze hanno fatto questa esperienza, tanto che nel salutarsi e nello scambiarsi i contatti, si sono già dati appuntamento al… 2014! Come mi diceva qualcuno di loro, è stato bello vivere la gioia di stare insieme, di conoscere nuove persone, di dar vita a una rete di amicizie, di sentirsi chiamati per nome e attirati insieme al… Roccolo Speranza!

Per piccoli e grandi, il desiderio di tornare si fonda sul sentirsi attesi da un "Dio che è Padre buono e tenera Madre" e che, come fece con M. Speranza, continua a servirsi dei suoi Figli ed Ancelle, dei Laici e dei Volontari dell’Amore Misericordioso che qui prestano la loro opera con dedizione e passione.

Sono certa, tuttavia, che continua a servirsi anche di tutte quelle famiglie che, riscoperta la gioia di essere Chiesa domestica, Santuario di Dio, ne diventano annunciatori e i testimoni credibili. Sto pensando a quanti, una volta tornati a casa, si sono messi in contatto con famiglie vicine per organizzare un momento insieme, a quelli che hanno portato la propria esperienza nella parrocchia e stanno organizzando un evento sul tema proposto, a quelli che sono voluti ritornare a Collevalenza, anche solo per poche ore.

Ecco una delle tante e-mail con la quale alcune famiglie esprimono lo spirito che li sta muovendo: "Ciao, Andrea e Santa, perdonateci se non siamo riusciti a rispondervi subito, ma sono passati solo pochi giorni dal rientro da Collevalenza ed è ripartita la ‘centrifuga’ degli impegni familiari e lavorativi.

Avevate perfettamente ragione quando ci dicevate che al Santuario dell’Amore Misericordioso si sperimenta la bellezza del silenzio e della pace, già ci mancano...

L’incontro che stiamo organizzando qui nelle Marche ci farà gustare la gioia di mettere in comune con tante altre famiglie queste esperienze che arricchiscono, sperando di riuscire a donare quanto si è ricevuto!".

Per tutto questo e per quanto la maggior parte dei partecipanti custodisce nel cuore, vogliamo ringraziare il Signore che ha trasformato queste famiglie in Parola viva, in eco di quel Salmo con cui si chiude il salterio: Lodate Dio nel suo santuario…, lodate la sua immensa grandezza. Ogni vivente lodi il Signore. Alleluia, gloria al Signore!" (Sl 150).


1 www.collevalenza.it, riviste ottobre e novembre 2012, rubrica di pastorale familiare.

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ultimo aggiornamento 07 marzo, 2013