Beatificazione di Madre Speranza P. Aurelio Pérez García, Superiore Generale fam
I "sogni di Dio" e di Madre Speranza:
i Figli dell’Amore Misericordioso
L
e campane del Santuario di Collevalenza hanno suonato a distesa per circa 20 minuti la mattina del 5 luglio 2013, quando abbiamo avuto la conferma da Roma della firma del Decreto per il riconoscimento del miracolo ottenuto per intercessione di Madre Speranza… Penso che Fr. Pietro abbia fatto fatica a spegnere gli interruttori delle campane.Quel gioioso scampanio esprimeva l’alleluia di tutta la famiglia dell’Amore misericordioso, e di tantissime persone a noi vicine, per questo riconoscimento ufficiale da parte della Chiesa dell’esemplare santità di vita della Madre. La nostra Congregazione dei Figli dell’Amore Misericordioso, insieme a quella delle consorelle e ai Laici dell'Amore misericordioso, ha immediatamente diramato la notizia urbi et orbi. Ma mentre ringraziavamo il Signore per questo dono tanto atteso, contemporaneamente emergeva in noi la domanda interiore sul significato di tutto questo per la nostra vita e per la vita della Chiesa. Si stava avverando un sogno, un sogno di Dio. I sogni di Dio, cioè i suoi desideri o progetti, diversamente dai nostri, sono una realtà che si realizza nel tempo, secondo un progetto d’amore che Lui conosce e guida. Madre Speranza è stata lo strumento per la realizzazione di questo progetto di Dio. In che consisteva questo sogno?
Che gli uomini conoscano e incontrino Dio, non come un padre offeso o un giudice severo, ma come un Padre pieno di amore. Dal 5 novembre del 1927, il buon Gesù ha manifestato a Madre Speranza la grande preoccupazione perché gli uomini lo conoscano come Lui veramente è: l’Amore misericordioso che il Figlio unigenito, Gesù Cristo, ci ha rivelato con la sua vita, le sue parole, la sua morte e risurrezione. Quanta gente ha ancora un’idea distorta di Dio! – diceva con molta pena Madre Speranza -. Se non incontriamo questo Amore che sempre ci perdona, ci accoglie, ci incoraggia, ci dà forza e fiducia, cadiamo nella tristezza e nella mancanza di speranza.
Che i più poveri, gli ultimi, i dimenticati, gli oppressi, trovino sempre delle braccia aperte che li accolgano, dei gesti che li curino e li promuovano, delle parole che li confortino e illuminino. Perché anche loro sono figli amati, anzi sono "gli interessi più cari del buon Gesù". Madre Speranza ha spalancato le braccia, la mente e il cuore a tutti questi bisognosi, senza lasciarsi scoraggiare da alcuna difficoltà, nella certezza che tutto quello che facciamo al più piccolo lo facciamo al Signore. È venuta incontro, con grande intuizione e tempestivi interventi, a tante necessità di tipo materiale, culturale e spirituale, culminate nell’opera magna del Santuario di Collevalenza. Qui approdò M. Speranza il 18 agosto 1951, con i primi tre Figli dell'Amore Misericordioso, fondati appena 3 giorni prima il 15 agosto, e alcune delle sue figlie. Oggi Collevalenza, con il suo Santuario, è un vero porto di misericordia dove approdano persone con le più svariate necessità e sofferenze, a volte veri e propri naufraghi della vita, che qui trovano come "porto sicurissimo l’abisso del tuo amore e della tua misericordia" (Novena all’Amore Misericordioso di Gesù). Tutti noi piccoli, poveri e peccatori siamo invitati speciali alla tavola del Regno, perché proprio per noi il Padre delle misericordie ha inviato il suo Figlio per insegnarci che Lui vuole "la misericordia e non il sacrificio" (Mt 9,13).
Che i sacerdoti, strumenti particolari della misericordia di Dio, sono essi stessi bisognosi di misericordia, anzi proprio per la loro missione, coloro che si occupano continuamente delle miserie dei propri fratelli, spesso si trovano a fare l’esperienza amara della sofferenza e della solitudine in prima persona. Per "l’amato clero" Madre Speranza ha sentito l’ispirazione di fondare la nostra Congregazione dei Figli dell’Amore Misericordioso, perché i sacerdoti trovino in noi la propria famiglia. Ogni nostra casa è aperta per loro, senza dimostrare alcun fastidio o meraviglia quando li vedessimo deboli di fronte a qualche miseria umana. Tra tutte le nostre opere questa è la priorità in assoluto, quella che deve orientare scelte, programmi e formazione. Madre Speranza è stata preparata a questa missione sacerdotale da tutto un percorso esistenziale, in cui la mano provvidente del Signore l’ha guidata attraverso incomprensioni, opposizioni, vere e proprie "persecuzioni" da parte di alcuni pastori della Chiesa (che fanno spesso fatica a intuire i sogni di Dio incarnati dai santi). Per i sacerdoti ha pregato sempre e si è offerta vittima all’Amore Misericordioso, fin da giovane religiosa, e ha conosciuto molto da vicino le loro sofferenze, debolezze, solitudini. Quando incontrava qualche sacerdote gli chiedeva subito: come stai? con chi vivi? chi ti fa da mangiare? hai una madre, una sorella, qualche persona che si prende cura di te? Partiva da questa attenzione squisitamente umana per arrivare a una proposta alta di santità sacerdotale, a immagine di Gesù sommo sacerdote misericordioso. Fomentava in ogni modo la fraternità e l’unione tra i sacerdoti. Diceva "Il sacerdote di domani non potrà vivere da solo!". E ha sentito, addirittura, che il Signore voleva realizzare questo sogno verso l’amato clero, istituzionalizzando l’appartenenza dei sacerdoti diocesani alla Congregazione dei Figli dell’Amore Misericordioso in un ramo speciale: sacerdoti FAM che, rimanendo totalmente diocesani e alle dipendenze del proprio Vescovo, vivono lo spirito dell’amore misericordioso e la fraternità sacerdotale all’interno del proprio presbiterio. Un’apparente anomalia canonica, ma si sa che i sogni di Dio rompono i nostri schemi. Il magistero della Chiesa ha riconosciuto e approvato anche questo ramo, dando conferma, ancora una volta, a questo progetto di Dio di enorme attualità.
Che tutto questo abbia ricevuto il sigillo della Chiesa proprio nell’Anno della fede, e proprio il 5 luglio, lo stesso giorno in cui Papa Francesco promulgava l’enciclica "Lumen Fidei", non mi sembra una coincidenza. Papa Francesco è con i suoi gesti e le sue parole un vero apostolo della misericordia di Dio davanti al mondo. E il cuore della nostra fede è "credere all’amore che Dio ha per noi". Così come non mi sembra casuale che, ad affiancare la Madre Speranza in questa proclamazione ufficiale, ci fossero i Decreti per la Canonizzazione di Papa Giovanni XXIII, che ha aperto alla Chiesa e al mondo lo stile della misericordia di Dio, e di Papa Giovanni Paolo II, che ha scritto la "Dives in misericordia" e ha ribadito questo messaggio il 22 novembre del 1981, proprio dal Santuario dell’Amore misericordioso, vivente ancora Madre Speranza. E non è un caso che ci fossero anche i Santi martiri della guerra civile spagnola, per la quale la Madre tanto ha pregato e sofferto.
Troppe coincidenze per attribuirle al caso. Sono convinto che, nel realizzare i suoi sogni, il buon Dio cura anche i dettagli. Benedetta sia la sua grande misericordia.
Beata Madre Speranza, prega per noi!
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ultimo aggiornamento
07 agosto, 2013