"Il suo cuore viveva nel cielo, ma i suoi piedi poggiavano sulla terra"

 

 

 

Il giorno 7 dicembre 2014, nella Chiesa Cattedrale di Pamplona (Spagna), Sua Ecc.za Mons. Francesco Pérez González, Arcivescovo di Pamplona e Vescovo di Tudela, ha presieduto una solenne Messa di ringraziamento al Signore per la beatificazione di Madre Speranza, Fondatrice delle Congregazioni delle Ancelle e dei Figli dell’Amore Misericordioso.

Oggi, in questa seconda domenica di Avvento vogliamo significare e sottolineare ciò che abbiamo ascoltato nel Profeta Isaia: "Consolate, consolate il mio popolo, dice il vostro Dio" (Is 40,1). Qui si inquadra il ringraziamento per la Beatificazione di Madre Speranza. Sappiamo che il suo nome di Battesimo era Maria Josefa Alhama Valera. Nasce nel 1893 a Santomera (Murcia); e muore a Collevalenza (Todi) Italia nell’anno 1983. I suoi genitori, José Antonio Alhama Palma e sua madre Maria del Carmen Valera Buitrago, non poterono dare alla bambina una formazione culturale, perché non avevano i mezzi per farlo. In una terra povera, l’analfabetismo era la regola generale dell’ambiente sul finire del secolo XIX e al principio del XX. Lei era la maggiore di nove fratelli. All’età di 21 anni, Maria Josefa decide di entrare come religiosa tra le "Figlie del Calvario" di Villena, essendo la più giovane del convento; le altre suore superavano l’età di sessanta anni.

Poco dopo, nel 1921, per ordine del Vescovo di Cartagena e per motivi di sopravvivenza di quel convento, le "Figlie del Calvario" si fusero con la Congregazione Religiosa delle "Missionarie Claretiane", oggi chiamate "Figlie per l’Insegnamento di Maria Immacolata". Qui è dove la Madre Speranza si formò umanamente, culturalmente e spiritualmente…

Nel Natale dell’anno 1930, Madre Speranza fondò la Congregazione delle "Ancelle dell’Amore Misericordioso", a Madrid. In poco tempo queste si espansero per diversi punti della geografia spagnola, e nei loro conventi accoglievano poveri e bambini.

Con lo scoppio della Guerra civile spagnola e le prime avvisaglie della Seconda Guerra mondiale, Madre Speranza viaggia a Roma nel 1936, dedicandosi alla cura dei feriti a causa dei bombardamenti e alle vittime della guerra. La sua missione era quella di portare alimenti a coloro che ne erano privi: anche da ciò deriva che la si presenti, molte volte, tenendo tra le sue mani due bei filoni di pane.

Nell’anno 1951 fonda la Congregazione dei Figli dell’Amore Misericordioso, il 15 di agosto; e si trasferisce poi nel piccolo paese italiano di Collevalenza. Fu in questo piccolo paese, appartenente alla Diocesi di Todi, che Madre Speranza si stabili definitivamente. Con il fine di diffondere il messaggio della grande amabilità di Dio e del suo infinito Amore Misericordioso verso il genere umano, lei realizzò a Collevalenza il Santuario dell’Amore Misericordioso. Attendeva a tutti i pellegrini con amore gioioso e misericordioso; li consolava, li ascoltava, e li consigliava come una vera madre.

Morì all’età di quasi 90 anni, il giorno 8 febbraio del 1983, a Collevalenza. I suoi resti mortali riposano presso la Cripta dello stesso Santuario.

Il Papa Giovanni Paolo II, l’anno dopo che scrisse l’enciclica "Dives in Misericordia", visitò il Santuario di Collevalenza, il 22 novembre 1981. Era la prima volta che usciva dal Vaticano dopo l’attentato che soffrì il 13 maggio 1981. Andò per rendere grazie all’Amore Misericordioso: "Siamo venuti in visita a questo Santuario, perché alla misericordia di Dio siamo debitori della nostra salute".

Madre Speranza è stata beatificata a Collevalenza, il giorno 31 maggio del 2014, presiedendo la Celebrazione il Cardinale Angelo Amato, a nome di Papa Francesco, il quale nell’Angelus [del giorno successivo] ebbe a dire: "Madre Speranza dà una testimonianza che ha aiutato la Chiesa ad annunciare a tutti, con gesti concreti e quotidiani, l’infinita misericordia del Padre del cielo per ogni persona" (1 giugno 2014).

 

La Parola di oggi ci fa ricordare che l’esperienza e la testimonianza dei santi e dei beati – come in Madre Speranza – ci richiamano alla luce e alla meta a cui siamo chiamati. Giovanni il Battista predica nel deserto la speranza della venuta del Signore. E’ un deserto doloroso e purificatore quello nel quale si prepara questa venuta. Ci viene richiesta conversione nel cuore, sapendo che "Egli ama a tutte le anime con la stessa intensità" (Madre Speranza, Diario, 19.2.1928), dato che "tutti gli uomini vedranno la salvezza di Dio" (Lc 3,6). Guardare le realtà umane e ogni persona con amore misericordioso è la caratteristica dell’autentico evangelizzatore.

Oggi ci incontriamo davanti a tante incertezze, problemi di ogni tipo, realtà angosciose, esperienze dolorose. Il Signore ci assicura la sua presenza, e a lui ricorriamo in molti momenti, come abbiamo recitato nel salmo: "Mostraci, Signore, la tua misericordia e donaci la tua salvezza" (Sal 84,9). Un amore gratuito e misericordioso esercita e realizza un cammino di speranza. Solo a partire da Dio e facendo tutto per lui, fa sì che si vincano le angustie più esistenziali che oggi si possono sperimentare. L’Apostolo san Pietro, che abbiamo ascoltato, ce lo ricorda: "Il Signore non ritarda nell’adempire la sua promessa, come certuni credono. Ciò che accade invece è che ha molta pazienza con voi, perché non vuole che alcuno si perda, ma che tutti si convertano".

E così diceva la Beata Madre Speranza nel suo Diario: "Devo arrivare a far sì che gli uomini conoscano il Buon Gesù, non come un Padre offeso per le ingratitudini dei suoi figli, ma come un Padre buono, che cerca in tutti i modi di confortare, aiutare e far felici i suoi figli; che li segue e li cerca con amore instancabile, come se lui non potesse essere felice senza di loro" (Diario, 5.11.1927). Si intravvede in queste parole la profondità spirituale della Beata Madre Speranza. Ce lo ricorda Isaia: "Nel deserto preparate un cammino al Signore; appianate nella steppa una strada per il nostro Dio; che le valli siano colmate, che i monti e le colline si abbassino, che il sentiero storto diventi diritto e quello scosceso diventi piano. Perché si rivelerà la gloria del Signore e la vedranno tutti i retti di cuore" (Is 40,3-5). Non fu forse questa disponibilità di ascolto, di impegno e di coraggio che infondeva la Beata in tutti coloro che le si avvicinavano? Non dovette passare per mille patimenti, per sperimentare ciò che lei stessa dichiara, e cioè che "è nella croce dove si impara ad amare Gesù; è lì dove si impara ad amare veramente".

Concludo come ho cominciato: "Consolate, consolate il mio popolo, dice il vostro Dio" (Is 40,1). Forse oggi ci troviamo davanti alla "cultura del vuoto e dell’assurdo"; molti non trovano sollievo nella loro vita, e molti altri desiderano che qualcuno li consoli. Non smettiamo mai di essere veri discepoli del Maestro che venne per sanare, curare e alleviare a tutti. La "cultura della misericordia", della quale tanto parla il Papa Francesco, ci può servire da guida per essere testimoni e animatori della stessa nella società in cui viviamo. È il momento storico per annunciare la misericordia di Dio, come l’hanno fatto tanti, e adesso lo vediamo nel carisma che Dio ha concesso alla Beata Madre Speranza. [Dice san Pietro:] "Mentre aspettate questi eventi, cercate che Dio vi trovi in pace con Lui, immacolati e irreprensibili" (2 Pt 3,14).

Una misericordia che si fa fonte di grazia nel Sacramento della Penitenza e si fa visibile nel perdono delle offese che ci possono arrecare. Maggiore è il peccato, maggiore è la misericordia, se c’è pentimento. "Anche se avessimo commesso i peccati più grandi, non dobbiamo temere: il Cuore misericordioso del Signore perdona e ama con amore infinito" (Madre Speranza). Preghiamo e chiediamo al Signore che infonda in noi questo spirito di fiducia, affinché la medicina della misericordia curi le infermità più profonde che esistono nel cuore dell’uomo. Non ci stanchiamo di annunciarlo e di testimoniarlo.

Guardiamo a Maria che, ai piedi della croce, ci mostra la sua disposizione e il suo volto misericordioso. Non parlava, ma stava. Non giudicava, ma amava. Non piangeva, ma consolava. Non respingeva, ma accoglieva. Non disperava, ma incoraggiava. Santa Madia della Speranza, aiutaci ad essere misericordiosi con lo stesso cuore che possiedi tu! Facci testimoni dell’Amore Misericordioso! Prega per noi peccatori presso tuo Figlio! Aiutaci a rialzarci quando cadiamo!

Testamento spirituale della Beata Madre Speranza Alhama Valera

Siate umili, amatevi mutuamente, allontanate da voi i giudizi temerari, non ambite mai ad incarichi o posti elevati, abbandonatevi nelle mani dell’obbedienza come bambini piccoli; non discutete, né altercate; non preoccupatevi di cose di cui non siete stati incaricati; siate molto caritatevoli e amanti dell’orazione; lavorate per conseguire il distacco e il disprezzo di voi stessi, che otterrete attraverso la conoscenza del nostro Dio, del suo amore e la conoscenza del nostro nulla e delle nostre miserie; sforzatevi di fare sempre e in tutto la volontà del nostro Dio e cercate solo la sua gloria e mai la vostra.

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ultimo aggiornamento 13 gennaio, 2015