L’AMORE MISERICORDIOSO NEL NUOVO TESTAMENTO

 

Gesù si proclama e si rivela come il Messia mite e misericordioso, venuto a "predicare un anno di grazia del Signore" (Lc 4,19). Egli compie la profezia: "Non contenderà, né griderà, né si udrà sulle piazze la sua voce. La canna infranta non spezzerà, non spegnerà il lucignolo fumigante, finché abbia fatto trionfare la giustizia" (Mt 12,19s).

Dopo aver vissuto una vita umile e povera, lavorando come l'ultimo uomo, Gesù annuncia a tutti: "Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al Vangelo" (Mc 1,14). In sostanza proclama che Dio ama appassionatamente gli uomini e li vuole beati. La beatitudine consiste nel seguire Gesù (cf Mt 5-7).

Gesù compie molti miracoli: guarisce i malati, risuscita i morti, caccia i demoni. Tutto questo "perché si adempisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaia: "Egli ha preso le nostre infermità e si è addossato le nostre malattie"" (Mt 8,17). Amore Misericordioso vuol dire prendere su di sé le sofferenze altrui. Infatti nel compiere i miracoli Gesù è mosso da compassione (cf Mc 1,41; Lc 7,13). Egli è l'Agnello di Dio che va alla croce per noi, per i nostri peccati (cf Gv 1,29.36; 2Cor 5,21).

Gesù racconta le parabole della misericordia nelle quali svela l'abissale e incredibile amore di Dio per l'uomo (cf Lc 15: Dio fa festa per un solo peccatore che si converte più che per 99 giusti) e quindi chiede all'uomo di accogliere questo amore e di ridonarlo al fratello e al prossimo (cf Mt 18,21-35; Lc 10,29-37; Gv 13,34s).

Come Dio ama l'uomo così l'uomo è chiamato ad amare il fratello, coinvolgendosi affettivamente e mettendo in atto le opere di misericordia. Gesù preferisce la compagnia dei peccatori, mangia volentieri con loro, non li condanna ed essi si convertono. Così la peccatrice, così Zaccheo, così Matteo, così soprattutto il ladrone che si sente dire: "In verità ti dico, oggi sarai con me in paradiso" (Lc 23,43). Questo avviene appena dopo che Gesù aveva pregato: "Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno" (Lc 23,34). Una preghiera che Gesù rivolge al Padre niente di meno in favore dei suoi crocifissori.

Detto questo è evidente che Gesù riassuma tutto il suo vangelo nel comandamento nuovo dell'Amore: "Come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni gli altri" (Gv 13,24s). Per questo Gesù ha detto: "Andate dunque e imparate che cosa significhi: Misericordia io voglio e non sacrificio" (Mt 9,13; cf anche Mt 12,7). Gesù è venuto a insegnarci l'amore fraterno e la misericordia. Con logica conseguenza il giudizio universale non può essere fatto che sull’amore: "Avevo fame, sete; ero nudo, carcerato... e mi avete aiutato, quindi venite nel regno. Non mi avete aiutato quando ero bisognoso, via lontano da me!" (cf Mt 25,31-46).

Paolo fa l’elogio della carità scrivendo un insuperabile inno in cui ben 15 verbi descrivono la dinamica illimitata dell’agape (cf 1Cor 13). E’ chiaro che quest’agape non è la semplice solidarietà, ma l’Amore di Dio effuso nei nostri cuori, è lo Spirito che ci rende capaci di amare alla maniera di Gesù.

E’ questo il cuore della Nuova Alleanza; per questo Gesù è morto e risorto; per questo Gesù ha istituito l’Eucarestia, anzi, è questo il senso dell’Eucarestia. Egli viene in noi, ci dona il suo Spirito per farci diventare amore misericordioso come Lui.

Maria è la donna che ha più beneficiato di questo Amore, più l’ha meditato e accolto, stando vicina a Gesù come Madre e discepola, arrivando fin sotto la croce. Per questo lei è mediatrice di grazia.

Padre Domenico Cancian fam.

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ultimo aggionamento 05 maggio, 2005