Introduzione

"Io paragono l’amore di Gesù al cuore umano. Questo spinge il sangue fin nelle estremità del corpo, distribuendo la vita anche alle membra più umili. Nello stesso modo agiscono le pulsazioni dell’Amore Misericordioso. Il cuore di Gesù batte con immenso amore per tutti gli uomini"1.

Questa frase di Madre Speranza può introdurre egregiamente gli Atti del Convegno sulla prima Enciclica di Benedetto XVI, Deus Caritas est, che il Centro Studi "Dives in misericordia" offre ai lettori nella Solennità di Pentecoste. Nel cuore del Crocifisso dell’Amore Misericordioso c’è scritto "Caritas", perché è solo questo Amore, infinitamente fedele e misericordioso, ben al di là di qualunque logica e comprensione umana, che ha spinto Gesù Cristo, il Figlio di Dio fatto uomo, a dare la vita per noi tutti.

Con lo sguardo fisso sul Crocifisso, vera icona dell’amore appassionato di Dio per l’umanità, abbiamo voluto riflettere in questo Convegno sul messaggio di questa Enciclica, programmatica come ogni prima enciclica di un Papa, che ci colloca nel cuore della Rivelazione. Alla domanda: "chi è Dio?", la pienezza della Rivelazione, avvenuta in Cristo, risponde: "Dio è Amore" (1Gv 4,8), Amore pieno e vero, che dà il significato ultimo a tutto il "vasto campo semantico della parola «amore»" (DCE, 2).

L’Enciclica, a partire da considerazioni filosofiche, si apre alla piena luce della fede biblica (I parte) e ne trae le conseguenze operative per la Chiesa, comunità d’amore che deve incarnare l’Amore di Dio nell’amore concreto verso tutti, in particolare i più bisognosi (II parte). Il Papa ha concentrato la sua attenzione sul cuore della Nuova Alleanza, da cui dipende "tutta la Legge e i Profeti" (Mt 22, 36-40; cf 5,17), cioè tutta la volontà di Dio, tutto il Vangelo, tutta la salvezza e in definitiva il senso della vita e la felicità vera.

I vari relatori ci introducono in alcune considerazioni e approfondimenti veramente suggestivi e stimolanti, tra cui sottolineo:

La Deus Caritas est è una sorta di moderno Cantico dei Cantici, una esplosione di gioia di Dio verso l’umanità. In fondo solamente a partire dall’esperienza dell’amore si arriva a fare esperienza della gioia: non c’è gioia senza amore e non c’è amore che non sia accompagnato anche dalla gioia. Questo rapporto tra Amore e Gioia è molto significativo e richiama una frase di M. Speranza che diceva che Dio è un Padre Buono che vuole la felicità dei suoi figli.

Siamo chiamati ad essere pietre vive per edificare la civiltà dell’Amore, che significa in concreto essere annuncio, piedi, mani, occhi, orecchi e cuore per un mondo ancora troppo lacerato dal male e dalla morte. Tutto ciò richiede, soprattutto ai nostri tempi, un laicato maturo, sempre più protagonista dell’evangelizzazione insieme ai pastori della Chiesa. Alcune relazioni hanno presentato l’approfondimento culturale dei contenuti, la carità dell’intelligenza o l’intelligenza della carità: la carità e la verità sono intimamente unite perché Dio è verità e carità allo stesso tempo. Altre relazioni hanno evidenziato il cuore, "un cuore che vede" come dice, con espressione felicissima, il Papa nella sua Enciclica, parlando degli operatori della carità. E ci sono state delle testimonianze molto concrete che hanno evidenziato "le mani e i piedi" della carità.

Eros e agape, due dimensioni che nella tradizione, come nota l’enciclica, sono state viste in netta antitesi l’una rispetto all’altra, debbono essere intese nella loro profonda unità, e questo a beneficio anzitutto di una sana visione dell’uomo. La carità di Dio in noi genera, infine, una giustizia più grande, cioè una giustizia che guarisce le ferite, che risana le situazioni perché ama le persone e considera ogni persona e ogni comunità dentro la figliolanza con Dio.

Ci auguriamo che anche questo libro contribuisca a farci "ardere nel fuoco della sua carità", come pregava M. Speranza, perché "da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri" (Gv 13, 35).

P. Aurelio Pérez García fam

Collevalenza, 27 maggio 2007

Solennità di Pentecoste


1 M. SPERANZA DI GESÙ, El Pan 2, 68.