A COLLEVALENZA PER DIRE... A MADRE SPERANZA

Ursola Dauser

 

Abbiamo lo spazio per un ultimo intervento: immagino il desiderio di tante persone che hanno conosciuto la Madre di prendere la parola. Non essendo possibile per tutti, si è pensato di offrire la possibilità d'intervenire alla signora Ursola Dauser che viene da Germersheim; non ha conosciuto direttamente la Madre, tuttavia vuole offrire una breve testimonianza su quello che ha colto del pensiero e dell'opera di Madre Speranza.

Ci è parso giusto offrirle questa possibilità.

 

 

Cari pellegrini, sorelle e fratelli in Cristo,

quando mi è stato chiesto di parlare qui in pubblico ho avuto qualche preoccupazione e qualche notte insonne. Cosa devo dire? Non ho vissuto niente di particolare! Forse dovrei raccontare perché sono venuta qui a Collevalenza.

Sono tre le ragioni essenziali:

1. mi piace l'Italia, la sua campagna, la sua lingua e specialmente la sua musica;

2. Le suore che da noi (Germersheim - Germanaia) svolgono il loro servizio, mi hanno incuriosita. Volevo conoscere il loro Santuario o saper di più della loro Fondatrice.

Non ho letto molto degli scritti di Madre Speranza, ma con questo poco che ho capito di lei, posso sicuramente dire, senza esagerare, che posso aggiungermi alla schiera di coloro che venerano Madre Speranza. Mi ha impressionato il suo spirito di preghiera, ma molto di più il senso di espiazione per i peccati dei Sacerdoti, che ella vuole santi per la salvezza delle anime.

Ho capito che, da una parte soffre e fatica per raggiungere la perfezione nella fede e nell'amore; da un'altra parte sente la gioia di chi sa di dipendere dalla Grazia e premura di Dio, che aiuta il «debole» proprio per confondere il «forte». Da questa unione intima con Dio, di cui la Madre fa esperienza nella preghiera, cresce in lei la volontà di partecipare ad altri la sua esperienza di Dio. E' la natura dell'amore che tende appunto a espandersi, a cercare un «tu». L'amore misericordioso della Madre si volge prima verso quelli che sono stati dimenticati dal mondo: i vecchi, i malati, i poveri, gli affamati, le donne umiliate e i bambini abbandonati; anche un «ricco» non amato, di fatto, è «un povero». Ecco! Queste ferite dell'anima Madre Speranza cerca di curare con l'amore.

Questo modo di vivere e di amare non viene riportato normalmente dai titoli dei giornali, ma è silenzioso, discreto e, talvolta, non è nemmeno capito né ipotizzato dalla gente del mondo. Non è certo facile capire, data la mentalità di oggi, che esiste gente che serve con sacrificio senza pretendere di essere ricompensata; ma si attende la ricompensa solo da Dio. La gioia che segue ad atteggiamenti di questo tipo non si può comprare, perche? Perché la gioia è il frutto della ricompensa di Dio. Capire ciò non è facile per il nostro mondo complicato...!!

E, allora una parola circa la terza ragione che mi ha portato qui a Collevalenza, come accennavo all'inizio del mio dire e cioè io, attraverso le figlie di Madre Speranza che operano in Germania, ho capito lo spirito della Madre e questo ho voluto dirle, venendo qui. Grazie!